Riscatto della laurea, aggiornato l’importo dell’onere da sostenere (per gli inoccupati e per chi aderisce all’opzione agevolata).
Grazie al riscatto della laurea è possibile far valere ai fini della pensione i periodi di studio universitario. Una buona opportunità che offre un duplice vantaggio: con il riscatto della laurea maturano i contributi utili per andare in pensione e se ne aumenta l’importo.
Il riscatto della laurea, però, ha un costo che può dipendere da una serie di fattori. Ad esempio, per chi è inoccupato si utilizzano dei valori convenzionali che variano ogni anno perché soggetti a rivalutazione.
Inoltre, il costo può dipendere anche dalla modalità di riscatto della laurea a cui si aderisce. Esiste infatti un riscatto ordinario e uno agevolato, con quest’ultimo che abbassa notevolemente l’onore dovuto.
E se il costo può spaventare bisogna tener conto che ci sono delle agevolazioni che rendono questo strumento più conveniente. Ne è un esempio la detrazione del 50% o anche la possibilità di rateizzare l’importo dovuto fino a un massimo di 120 rate mensili.
Fatte le dovute premesse possiamo scendere nel dettaglio di questo strumento, facendo chiarezza su come si calcola il costo del riscatto della laurea e in quali casi conviene aderire.
Cos’è
Il riscatto della laurea permette al contribuente di valorizzare ai fini pensionistici il periodo di studio universitario, a patto che abbia portato al conseguimento del titolo. È possibile, infatti, versare i contributi a copertura di uno o più anni di studio universitario, ma non degli anni fuori corso.
I contributi da riscatto sono molto importanti poiché consentono di recuperare i periodi che altrimenti non sarebbero stati considerati ai fini della pensione in quanto privi di copertura previdenziale.
Pur pagando di tasca propria, quindi, ci si assicura che quegli anni di studio non vadano persi, venendo considerati tanto per la valutazione del requisito contributivo richiesto per l’accesso alla pensione quanto per il calcolo dell’importo della stessa.
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Cosa si può riscattare
La laurea non è l’unico periodo che si può riscattare. Il riscatto degli anni di formazione è infatti possibile anche nei seguenti casi:
- periodi legali per il conseguimento di diplomi universitari (i corsi devono avere una durata non inferiore a 2 anni e non superiore a 3) e dei diplomi di laurea degli ordinamenti anteriore al 1999 (i corsi devono avere durata non inferiore a 4 e non superiori a 6 anni);
- lauree degli ordinamenti universitari post decreto 509/1999 (ossia lauree triennali e specialistiche);
- diplomi di specializzazioni post lauream di durata non inferiore ai 2 anni;
- alcuni dottorati di ricerca;
- diplomi rilasciati da istituti di alta formazione artistica e musicale.
È possibile anche riscattare la laurea conseguita all’estero, se il titolo di studio ha valore legale in Italia. Il riscatto è possibile ai fini Inps anche per i dottorati e i diplomi di specializzazione post lauream effettuati all’estero, che abbiano valore in Italia.
Al contrario non possono essere oggetto di riscatto i periodi d’iscrizione fuori corso e i quelli che siano già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto. Non possono quindi essere aggiunti al calcolo inoltre gli anni di università in cui si è lavorato con un contratto stabile.
Chi può riscattare la laurea
Possono riscattare la laurea i dipendenti e i lavoratori autonomi, compresi gli iscritti alla Gestione Separata Inps.
Tuttavia, questi possono farlo solamente per i periodi di studio successivi al 31 marzo 1996, data in cui è stato introdotto l’obbligo contributivo presso la Gestione Separata. Non possono infatti essere accreditati, da normativa, contributi che riferiscono a un periodo in cui una gestione previdenziale non esisteva.
Inoltre, come spiegato dall’Inps con il messaggio n°4419 del 7 dicembre, è possibile riscattare la laurea sia presso la cassa professionale che presso l’Inps. Tuttavia, può farlo solo il professionista che ha maturato almeno un contributo in una delle gestioni Inps ed esclusivamente quando per tali periodi non risultino già versati contributi.
Calcolo e simulazioni
Il costo derivante dal calcolo del riscatto della laurea non è fisso, ma cambia in base all’ammontare dell’assegno del lavoratore.
Il costo dell’operazione dipende infatti dallo stipendio percepito al momento della domanda. Un’idea del costo necessario a riscattare la laurea ai fini della pensione si può avere grazie a delle simulazioni indicative che evidenziano le differenze tra un impiegato, un quadro e un dirigente.
Nel dettaglio, mentre per i corsi di studi antecedenti al 31 gennaio 1995 (sistema retributivo) si applica il metodo della riserva matematica, per quelli successivi la formula è la seguente:
Ultima retribuzione imponibile * Aliquota Ivs 33%
Per chi invece è inoccupato l’aliquota IVS del 33% si applica (non essendoci alcuna “ultima retribuzione imponibile”) sul reddito minimo soggetto a imposizione della Gestione Inps Artigiani e Commercianti (pari a 18.415 euro nel 2024).
Per ogni anno di studio, quindi, bisogna sborsare circa 6.076 euro.
In linea generale si può affermare che il riscatto della laurea risulta più conveniente quanto prima viene fatta la richiesta, ossia prima che la retribuzione raggiunga importi elevati. Ancora più vantaggiosa la richiesta inviata da inoccupati che non hanno iniziato l’attività lavorativa e non risultino iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza.
Differenza con il riscatto agevolato della laurea
Il decreto legge n. 4/2019, convertito con modificazioni dalla legge n. 26/2019, ha previsto un riscatto della laurea agevolato per i periodi universitari successivi al 1° gennaio 1996, ossia quelli che rientrano nel sistema di calcolo contributivo.
La differenza tra riscatto ordinario e agevolato sta tutta nella regola per il calcolo: in quest’ultimo caso, infatti, l’aliquota IVS viene applicata - indipendentemente dal reddito del lavoratore - sul reddito minimo soggetto a imposizione della Gestione Inps Artigiani e Commercianti. In ogni caso, quindi, l’onere annuo da sostenere per il riscatto della laurea è di 6.076,95 euro (valore aggiornato al 2024).
Tuttavia, dal momento che l’onere versato è più basso, ne risulterà un minore impatto sulla pensione futura.
Inoltre, dal momento che sul calcolo sono già state applicate delle condizioni più favorevoli non è neppure possibile beneficiare della detrazione ai fini Irpef del 50% dell’onere sostenuto, a differenza del riscatto della laurea ordinario.
Conviene riscattare la laurea?
La convenienza del riscatto deve essere valutata sulla base della situazione concreta di ogni lavoratore. L’elevato costo derivante dal calcolo non permette di affrontare alla leggera una scelta così impegnativa.
Il riscatto degli anni di laurea, quando effettuato, ha conseguenze su almeno due fronti:
- anticipare la data su quando andare in pensione, soprattutto in relazione al requisito contributivo (si pensi alla pensione anticipata);
- aumentare il montante contributivo e, di conseguenza, anche lo importo della pensione.
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Per poterne valutare la convenienza, quindi, bisogna prima considerare l’eventuale impatto che il riscatto della laurea avrà sulle due suddette voci. Ad esempio, se il riscatto dei contributi sarà d’aiuto per anticipare la data del pensionamento, oppure come varia il calcolo della pensione futura grazie all’investimento fatto.
Informazioni che è possibile in parte reperire dal simulatore Inps, ma consigliamo comunque di consultare un esperto prima di prendere una decisione definitiva.
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