La previsione è che la Bank of England mantenga i tassi invariati durante la sua ultima riunione di politica monetaria questa settimana. Ma il dibattito è acceso.
Il comitato di politica monetaria della BoE si riunisce questa settimana prima dell’annuncio di giovedì 21 alle 13:00. Dopo la sorpresa dell’ultima riunione, gli investitori guardano con particolare attenzione la gestione della politica monetaria della Banca centrale inglese, specie per quanto riguarda il rialzo dei tassi di interesse.
Anche perché quest’anno l’economia di Sua Maestà vede crescere le richieste di aiuti governativi per promuovere investimenti imprenditoriali che possano stimolare la crescita.
Motivo in più per cui gli occhi di tutti gli investitori internazionali sono proiettati sull’approccio che adotterà nella sua guidance la Bank of England. Se ancora da falco o con maggiori sfumature da colomba. Il mercato attualmente prezza un incremento del costo del denaro in agosto con un 55% di probabilità. Il wording che userà Mark Carney, che già aveva tratto in inganno gli investitori in maggio, sarà questa volta ancor più importante.
La Banca centrale inglese è stata costretta a trattenersi da un restringimento che era largamente previsto a maggio dopo che la crescita del PIL del Regno Unito è scesa allo 0,1% nel primo trimestre del 2018, molto al di sotto delle aspettative. Gli economisti proveranno a valutare quanto sarà convincente la BoE nello spiegare che la debolezza del primo trimestre è stata solo un caso.
Per l’economia del Regno Unito non ci sarà un rimbalzo completo secondo le nuove previsioni in arrivo dalle Camere di commercio britanniche (BCC). Il gruppo di imprese taglierà oggi le sue previsioni sul PIL britannico all’1,3% per l’intero 2018, un dato che renderebbe quest’anno il più debole dall’apice della crisi finanziaria globale.
Adam Marshall, direttore generale della BCC, ha dichiarato che il Governo deve fare tutto quanto è in suo potere per intensificare gli investimenti in un momento in cui l’incertezza sta causando il rallentamento di alcune imprese.
Secondo Marshall molte piccole società continuano a investire, ma tante di medie e grandi dimensioni hanno smesso, e le misure per incentivarle a farlo potrebbero includere modifiche alle quote di investimento di capitale utilizzate dalle imprese o spese per una migliore connettività Internet.
Le aziende britanniche soffrono di una sorta di “malattia della Brexit”, che mischia l’incertezza per il commercio futuro con la stanchezza del seguire il processo politico di abbandono dell’UE, mentre vorrebbero dare attenzione a tutt’altre questioni. La priorità è l’agenda delle persone “con lacune nelle competenze ad ogni livello”, che causano problemi alle imprese.
Il Governo guidato da Theresa May ha introdotto la “Apprenticeship Levy” - imposta commerciale utilizzata per finanziare la formazione durante il periodo di apprendistato - in parte per cercare di colmare le lacune nella formazione, ma il meccanismo resta problematico secondo Marshall. Le società hanno avuto difficoltà a richiedere i fondi utili per la formazione del personale e non possono trasmetterlo alle imprese nella loro catena di distribuzione, mentre in alcune zone mancano gli organismi addetti alla formazione a cui rivolgersi.
Intervistato in proposito da Money.it, Stefano Gianti di Swissquote ha inquadrato la situazione “molto particolare” della BoE in questa fase:
“Se fino allo scorso anno la Banca centrale inglese aveva crescita e una bassa inflazione, ora si è girato tutto. La crescita è quasi inesistente, più bassa di quella italiana. L’inflazione invece ha iniziato a crescere significativamente. Proprio per questo la BoE non toccherà la leva dei tassi nella prossima riunione, nonostante Carney avesse intenzione di toccarla. Alla luce anche della poca efficacia del Governo nella gestione dei negoziati con l’UE sui trattati della Brexit, che potrebbero impattare negativamente sull’economia del Regno Unito, nel medio periodo sono diverse le ombre che si stanno addensando all’orizzonte. Non solo questa settimana dunque, ma anche per i mesi a venire la Bank of England dovrà dunque mantenere una politica monetaria accomodante”.
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