«La Russia ha il diritto di usare le armi nucleari» è la minaccia di Medvedev: cosa sta succedendo in Russia

Rosaria Imparato

27/09/2022

Ultimo giorno di referendum per annettere alla Russia quattro regioni ucraine. Medvedev ha detto che è nel loro diritto usare armi nucleari: ecco cosa sta succedendo.

«La Russia ha il diritto di usare le armi nucleari» è la minaccia di Medvedev: cosa sta succedendo in Russia

La Russia è sempre più isolata: ora anche il Kazakhstan ha annunciato che proteggerà le centinaia di migliaia di russi in fuga dal reclutamento. Oggi 27 settembre è l’ultimo giorno dei referendum farsa indetti da Putin per l’annessione di quattro regioni ucraine, Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson.

La guerra, nel frattempo, continua ad andare avanti. Doveva essere un’invasione veloce, e invece Putin si è trovato di fronte alla controffensiva ucraina, che non ha nessuna intenzione di arretrare. Ed ecco che siamo arrivato al giorno 216 del conflitto.

Poi ci sono i danni al gasdotto russo Nord Stream, che ora la Nato sta monitorando. Ecco cosa sta succedendo in Russia, sia sul fronte interno che su quello internazionale.

«La Russia ha il diritto di usare le armi nucleari» è la minaccia di Medvedev

Dmitry Medvedev, ex presidente della Federazione e vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, ha affermato che «la Russia ha il diritto di utilizzare armi nucleari, se necessario, in base alla dottrina nucleare», secondo quanto riportato dalla Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa. E poi ha continuato: «Questo non è un bluff». Inoltre, “la Russia farà tutto il possibile per impedire ai vicini ostili, come l’Ucraina, di acquistare armi nucleari.”

Nel frattempo, le autorità ucraine hanno denunciato nuovi attacchi russi durante le ultime 24 ore a Kryvyi Rih, che si trova nell’Ucraina meridionale. I russi sostengono che l’esercito ucraino ha bombardato nove insediamenti nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk nelle prime ore di oggi.

Donetsk è una delle quattro regioni, insieme a Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, in cui si stanno svolgendo i referendum per l’annessione alla Russia. Oggi 27 settembre è stato l’ultimo giorno per votare, e anche se secondo i dati della Tass oltre il 95% dei votanti si è espresso per l’annessione a Mosca, i referendum non sono riconosciuti dalla stragrande maggioranza della comunità internazionale.

Questo per una serie di ragioni. Innanzitutto, i primi giorni di referendum (iniziati il 23 settembre) i funzionari russi e filorussi si presentavano a casa delle persone per farli votare a domicilio, accompagnati da soldati armati. Poi sono stati aperti dei veri seggi elettorali in varie zone delle regioni occupate, ma non è che si tratti di un «attacco di democrazia»: la scheda su cui si vota va messa aperta in un contenitore di vetro. In questo modo chi è presente sa benissimo cosa è stato votato, e i votanti sanno bene la portata delle ritorsioni in caso di voto non favorevole alla Russia. Non è garantito, quindi, nemmeno lo standard minimo per la regolarità di un processo elettorale, oltre al fatto che i referendum si stanno svolgendo in territori militarmente occupati. Sia gli Stati Uniti e che l’Unione Europea si sono detti pronti a imporre ulteriori sanzioni economiche alla Russia per aver organizzato questi referendum.

Secondo quanto reso noto dalla presidente della Camera alta del Parlamento, Valentina Matviyenko, il Consiglio della Federazione in Russia potrebbe considerare la questione dell’annessione delle repubbliche di Donetsk e Luhansk, di Kherson e di Zaporizhzhia nella sua prossima seduta in programma il 4 ottobre.

Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino, ha dichiarato che i referendum “non avranno alcuna influenza sulle politiche, sulla diplomazia e sulle azioni dell’Ucraina sul campo di battaglia”.

Russia, cosa sta succedendo con il gasdotto Nord Stream

Il gas fuoriuscito dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 sta ribollendo in superficie nel mar Baltico, agitando aree di mare che vanno dai 200 ai 1.000 metri di diametro. «Non c’è dubbio che si tratti di esplosioni», ha affermato Björn Lund, docente di sismologia presso la Swedish National Seismic Network. Anche la premier danese Mette Frederiksen ha dichiarato ai media che «Non è consueto vedere tre fughe di gas a breve distanza l’una dall’altra. Di conseguenza è difficile immaginare che siano accidentali», aggiungendo che non è escluso un sabotaggio.

Quali sono le conseguenze per l’Italia? In realtà gli esiti si ripercuotono su tutta l’Europa: tornano i problemi di approvvigionamento, ma salgono di nuovo anche le quotazioni del gas sul mercato di Amsterdam. Tutto ciò si traduce in aumenti in bolletta, tra l’altro già anticipati dall’Arera stessa.

Un funzionario dell’Alleanza Atlantica sentito dall’Ansa ha detto che la Nato sta monitorando la situazione nel Mar Baltico, coinvolgendo nello scambio di informazioni anche Finlandia e Svezia.

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