Stati Uniti e Russia si provocano, avvicinandosi alla linea sottile che li separa dallo scontro. Almeno a parole i due paesi tornano a minacciare l’allargamento della guerra.
Tra Russia e Stati Uniti non scorre buon sangue, in particolare dall’inizio del conflitto in Ucraina. Eppure mai come in questi giorni le dichiarazioni sono tornate a essere così provocatorie da far sembrare i due paesi sul punto di entrare in conflitto diretto.
Da tempo i toni tra due Paesi si erano raffreddati, anche se mai messi davvero in pausa, ma dopo l’ennesimo stanziamento in fornitura militare da parte degli Stati Uniti, la Russia ha ripreso la propaganda fatta di minacce e possibili ritorsioni. Il viceministro degli Esteri russo, Serghej Ryabkov, ha messo in guardia gli Stati Uniti dal fare passi provocatori come fornire armi all’Ucraina, in particolare quelle di lunga gittata e distruttive che potrebbero mettere in difficoltà l’esercito russo.
Da un lato e dall’altro i due paesi si avvicinano sempre di più, almeno a parole, alla linea sottile che li separa da un coinvolgimento diretto. L’allargamento del conflitto torna, alla luce delle nuove minacce, a preoccupare la stabilità internazionale. Anche l’Europa ha avuto la sua buona dose di minacce in seguito a una più aperta posizione verso il price cap sul petrolio. Mosca infatti ha dichiarato non solo che venderà altrove e che non interagire più con i paesi che tenteranno di imporre un tetto ai prezzi, ma è stato minacciato uno stop completo del gas russo in Europa se tale posizione dovesse proseguire.
Nuove minacce tra Russia e Stati Uniti: no alle armi o ci saranno ripercussioni
Dopo un periodo di relativa calma rispetto alle minacce tra le due grandi potenze, Russia e Stati Uniti hanno ripreso con le provocazioni. La stessa presenza dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica a Zaporizhzhia ha causato degli attriti. Mentre due esperti resteranno permanentemente nella base per evitare speculazioni, un passo che è stato apprezzato dalla Russia, non sono mancate accuse nei confronti delle forze militari ucraine. Secondo Serghei Shoigu sono stati gli ucraini a bombardare regolarmente la centrale e a creare un rischio reale di disastro nucleare in Europa. Inoltre ha affermato che i bombardamenti si sono bloccati solo con l’arrivo del personale straniero per conoscere le condizioni della centrale nucleare.
Le armi utilizzate dall’esercito ucraino sono armi accidentali e per questo il ministro della Difesa russo ha accusato i bombardamenti occidentali. Il viceministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov si è quindi espresso contro gli Stati Uniti per mettere in guardia questi dal fare ulteriori passi provocatori, come fornire all’Ucraina armi, soprattutto di lunga gittata e più distruttive di quelle già inviate.
Nuove provocazioni: il price cap e la minaccia del blocco del gas
La decisione dell’Europa di aprire il confronto per il tetto del prezzo sul petrolio ha scatenato una nuova reazione da parte russa, che si aggiunge alle precedenti citate. Mentre Vladimir Putin è in viaggio verso le zone più ad est per partecipare a incontri economici (come quello con l’Ungheria) e per supervisionare le esercitazioni militari con Pechino, in Europa si apre la possibilità del tetto del prezzo al gas. La Russia però non è stata a guardare e ha risposto con una minaccia di interruzione completa e duratura dell’approvvigionamento di gas.
Le minacce non hanno comunque impedito posizioni sia in Europa che negli Stati Uniti dove il presidente Joe Biden ha annunciato la possibilità di nuovi aiuti all’Ucraina. Nei fondi richiesti al Congresso, circa 2 miliardi di dollari saranno stanziati per limitare l’impatto della guerra sulle forniture energetiche americane.
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