La Russia ha fatto arrabbiare una delle potenze militari più forti del mondo: la strategia di Mosca potrebbe rivelarsi controproducente?
Le ripercussioni internazionali del conflitto in Ucraina si fanno sempre più estese e le nazioni fanno sempre più fatica a rimanere neutrali, trovando spazio per conflitti di interesse e rappresaglie che poco hanno a che fare con i paesi coinvolti nella guerra. La Russia ha fatto arrabbiare una delle potenze militari più forti del mondo e la sua partecipazione al vertice Nato, nonostante non faccia parte dell’alleanza, lo conferma.
Ovviamente si parla della Corea del Sud, che pur non avendo particolare coinvolgimento rispetto alla difesa dell’Ucraina è sempre più motivata a osteggiare Mosca. C’era da aspettarselo, dopo la visita del presidente Putin a Kim Jong-Un, che ha rafforzato il partenariato con la Corea del Nord. L’ostilità tra le Coree potrebbe così segnare il destino della guerra, spingendo Seul a unirsi al supporto dell’Ucraina.
Come la Russia ha fatto arrabbiare una delle potenze militari più forte del mondo
Della divisione della Corea, sopravvenuta soltanto dopo una guerra durata 3 anni, la Corea del Nord e la Corea del Sud sono rimaste in conflitto, con differenze inconciliabili e trascorsi storici all’insegna dell’ostilità.
A mantenere la calma c’è soltanto il fragile armistizio del 1953, mentre le provocazioni tra le due nazioni si fanno sempre più aspre. Negli ultimi decenni, peraltro, non sono mancati gli scontri armati per le reciproche rivendicazioni territoriali, sedati soltanto dal contenimento della comunità internazionale.
La Corea del Sud è notoriamente filo-occidentale e in particolare è legata agli Stati Uniti, con cui l’anno passato ha firmato un accordo di cooperazione insieme al Giappone. Ecco che per la Russia rafforzare la partnership con Pyongyang ha un duplice risultato: ottenere munizioni e lanciare un segnale a Washington.
Secondo gli esperti, gli accordi ruotano intorno al bisogno della Russia di armi, soprattutto proiettili di artiglieria a grosso calibro, e dal bisogno di liquidità della Corea del Nord. Per entrambi, però, la cooperazione serve principalmente come messaggio all’Occidente. L’incontro tra i leader non poteva che scatenare la preoccupazione della Corea del Sud, di certo non interessata a un rafforzamento tecnologico e militare di Pyongyang.
Anche se ovviamente la risposta sudcoreana sarà stata ponderata, forse anche ricercata, non è da escludere che non possa rivelarsi un passo falso per il Cremlino. D’altronde, anche l’invasione dell’Ucraina non sta proseguendo come era stato previsto e le tensioni tra Cina e Giappone non fanno che aumentare l’instabilità.
Non soltanto il Giappone coopera con la Corea del Sud mentre la Cina stringe accordi con la Corea del Nord, ma Tokyo è anche fortemente legata all’isola di Taiwan, con rapporti diplomatici fondamentali per la strategia di sicurezza nipponica.
Cosa potrebbe succedere?
Senza alcun dubbio la Corea del Sud è una delle potenze militari più forti del mondo, anche in ragione della continua pressione esercitata dalle tensioni con Pyongyang. Seul occupa un ruolo sempre più rilevante nel mercato internazionale delle armi, con prodotti e veicoli ad alta tecnologia, oltre a una produzione elevata anche in tempo di pace. Standard qualitativi che permetterebbero, eventualmente, di armare l’Ucraina e spostare l’ago della bilancia.
La Corea del Sud ha finora mantenuto una posizione neutrale, non inviando armi o munizioni ma limitandosi a collaborare con gli Stati Uniti nel rispetto dei patti conclusi e influendo soltanto indirettamente nella difesa ucraina. Il nuovo patto militare tra la Russia e la Corea del Nord, tuttavia, rischia di cambiare le carte in gioco. Aiutare l’Ucraina sarebbe ora per Seul il mezzo per osteggiare la Russia e privare Pyongyang del supporto di Putin.
Nonostante le impressionanti capacità militari della Corea del Sud, il suo eventuale appoggio non sarebbe comunque sufficiente da solo a segnare le sorti del conflitto, ma avrebbe comunque un notevole impatto.
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