Subito salari più alti e dal 2023 taglio del cuneo fiscale: il piano del governo per contrastare l’inflazione

Stefano Rizzuti

08/06/2022

Il governo Draghi sta pensando di aumentare subito i salari più bassi per poi tagliare le tasse sul lavoro dal 2023: ecco il piano dell’esecutivo spiegato dal ministro del Lavoro Andrea Orlando.

Subito salari più alti e dal 2023 taglio del cuneo fiscale: il piano del governo per contrastare l’inflazione

L’Ue ha raggiunto l’intesa sulla direttiva per il salario minimo e in Italia la discussione sugli stipendi dei lavoratori torna a farla da padrona. Il governo sta già pensando a come agire per contrastare l’inflazione e aiutare le famiglie italiane in questo periodo di rialzi dei costi dell’energia e delle materie prime.

Il piano dell’esecutivo viene in parte svelato dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in un’intervista a la Repubblica. L’intervento si dividerà in tre fasi, secondo la volontà del governo: prima ci dovrà essere un intervento immediato, magari già entro l’estate, sul lavoro povero, per alzare i salari.

Poi l’azione del governo si concentrerà sulla contrattazione collettiva. E, infine, si punta a un taglio del cuneo fiscale su base pluriennale. Entriamo nel dettaglio e vediamo cosa propone Orlando sul fronte lavoro e a che punto è la discussione sul salario minimo.

Il piano del governo su stipendi e cuneo fiscale

Come spiega il ministro del Lavoro il governo si è posto un obiettivo nell’immediato: “Dare fiato ai salari più bassi con un intervento sul lavoro povero”. Poi si passerà alla fase successiva, con l’obiettivo di mettere in campo un’azione sistematica sulla contrattazione per garantire il rinnovo tempestivo dei contratti sulla base di meccanismi che considerino l’inflazione, anche se non introducendo degli automatismi.

La terza fase dovrebbe arrivare nel giro di qualche mese: secondo le speranze di Orlando il governo potrebbe intervenire con la prossima manovra (quindi tra autunno e inverno) con un taglio delle tasse sul lavoro. Un’azione pluriennale per ridurre il cuneo fiscale.

Salari bassi, l’intervento del governo contro il lavoro povero

Il primo intervento del governo dovrebbe quindi essere quello contro il lavoro povero. Orlando ha già avanzato una proposta informale alle parti sociali: l’idea è quella di prendere come salario minimo il Trattamento economico complessivo dei contratti più rappresentativi per ogni settore.

Servirebbe quindi una norma di recepimento di questo principio per alzare i salari più bassi: secondo il ministro del Lavoro si può arrivare a condividere con le parti sociali alcuni punti - anche quelli più critici - prima della pausa estiva. Ma questo meccanismo sembra non piacere particolarmente a Confindustria, quindi la sua applicazione è tutt’altro che certa.

Salario minimo, discussione sui 9 euro l’ora

Secondo Orlando la direttiva Ue può aiutare l’Italia a trovare un “equilibrio tra contrattazione e salario minimo”. Ma secondo il ministro una decisione verrà presa solo più avanti: per il momento la direttiva comunitaria servirà comunque per fare subito dei passi avanti, a giudizio di Orlando.

Il disegno di legge sul salario minimo, intanto, è fermo al Senato. L’obiettivo di M5s e Pd è quello di votarlo entro luglio in commissione Lavoro, per arrivare così all’ok in Aula entro agosto. Ma ancora non c’è l’accordo neanche sulla cifra del salario minimo.

I 5 Stelle puntano sui 9 euro lordi l’ora, come previsto dalla loro proposta di legge. Per il Pd, invece, la norma da introdurre è diversa e punterebbe ad arrivare implicitamente a quella cifra, facendo valere solo i contratti firmati dalle sigle più rappresentative ed evitando i contratti pirata, ma senza un riferimento ai 9 euro l’ora. Per il momento, però, l’accordo ancora non c’è e il testo resta bloccato in commissione.

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