TEMU accusata di sbloccare il telefono, leggere i messaggi e persino acquisire screenshot. Viola davvero la privacy degli utenti? Ecco cosa sappiamo.
TEMU è una nota applicazione applicazione per lo shopping, gestita dalla società cinese PDD Holdings, che raccoglie un elevato numero di prodotti di consumo a prezzi scontati. In poco tempo, complice il livello molto basso dei prezzi, è diventata una delle app più scaricate e utilizzate in Italia. Spesso al centro della polemica, dalle accuse di poca qualità nei prodotti alle inchieste sulla legalità della produzione e dei lavoratori, fino al rispetto della privacy degli utenti.
L’app TEMU è stata esaminata in diverse occasioni dagli esperti della privacy, che hanno evidenziato la preoccupante richiesta di autorizzazioni non inerenti al suo utilizzo. Pare che l’app sia perfino in grado di sbloccare il telefono, leggere i messaggi e acquisire screenshot per la profilazione. La società ha sempre smentito le accuse e proprio di recente c’è stata una novità in questo senso, che forse metterà una chiusura definitiva alla vicenda.
TEMU sblocca il telefono e legge i messaggi
Come anticipato, TEMU è una delle app che maggiormente è stata interessata dai controlli sulla privacy e sulle autorizzazioni richieste agli utenti, manifestando spesso regole dubbie sul trattamento dei dati personali degli utenti. Vincent Nys, esperto di tecnologia, ha evidenziato il problema nel corso del programma televisivo The Digital Dilemma per la Vrt belga, dichiarando che l’applicazione utilizza molte più informazioni di quelle normalmente richieste da un’app di e-commerce.
Oltre ai dati abitualmente richiesti dalla maggior parte delle applicazioni per funzionare e ottimizzare la personalizzazione dell’utente, pare che TEMU chiedesse l’accesso anche:
- alla fotocamera;
- ai contatti;
- alla rete WiFi;
- allo sblocco dello smartphone;
- alla registrazione di audio;
- all’installazione di software sul cellulare;
- all’acquisizione di screenshot.
- L’accusa è stata riportata anche da Thuiswinkel.org, in riferimento alla presunta concorrenza illecita rispetto alle applicazioni di negozi online olandesi, e dal portale d’informazione Radar, che ha ricevuto una risposta da TEMU. Quest’ultima ha negato la possibilità di acquisire screenshot, difeso la legittimità della raccolta dei dati e ricordato che gli utenti possono semplicemente negare le autorizzazioni, senza dover per questo rinunciare all’utilizzo dell’app.
Ciò è molto chiaro, ma pare che il problema fosse incentrato più che altro sulla poca chiarezza verso gli utenti e la facilità con cui questi ultimi acconsentissero ai permessi. TEMU ha anche fallito il controllo di sicurezza effettuato da Grizzly Research, società di ricerche di mercato statunitense, che ha evidenziato anche la possibile presenza di malware e spyware.
TEMU viola la privacy?
Nonostante i risultati evidenziati da alcuni studi, TEMU finora non ha ricevuto alcuna sanzione da parte degli organi competenti nei diversi paesi in cui è utilizzata. Soltanto un controllo da parte dell’autorità può dare una risposta certa in merito, ma per il momento non dovremmo allarmarci troppo. Impossibile dire quale fosse la politica di TEMU sul trattamento dei dati personali prima di quest’anno (i controlli e le accuse iniziano già dall’uscita dell’app e proseguono finora), ma l’applicazione ha recentemente ottenuto la certificazione Masa.
Quest’ultima è stata lanciata nel 2022 dalla App Defense Alliance (Ada) fondata da Google per certificare, previo controllo dell’organizzazione indipendente Dekra, il rispetto di rigide linee guida in materia di sicurezza, privacy e trattamento dei dati. Con la Mobile application security assessment, TEMU è ora annoverata fra le app più sicure del mondo, insieme a Google, YouTube e Walmart.
Non si può quindi dire che TEMU viola la privacy, anche solo per il fatto che i controlli in merito danno atto a esiti contrastanti. Ovviamente, ogni risultato è fatto per essere messo in dubbio, anche se precisiamo che Dekra è del tutto indipendente e peraltro molto autorevole, da futuri controlli e test. Non risultano esserci indagini ufficiali al momento.
In ogni caso, è sufficiente verificare dalle impostazioni di sicurezza del proprio smartphone le autorizzazioni richieste ed eventualmente negarle. Alla data di oggi, risultano esserci solo le autorizzazioni per notifiche e accesso alla posizione, entrambe disattivabili senza pregiudicare il funzionamento dell’app.
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