Secondo il sottosegretario Mef Freni lo sconto sulle accise potrebbe tornare se si supera una soglia ben precisa. Mattarella, nel frattempo, ha firmato il decreto che alza le multe ai benzinai.
Si continua a parlare di prezzo del carburante. Il decreto-legge Trasparenza (il quindicesimo del governo Meloni in quasi tre mesi dall’insediamento: un record negli ultimi 15 anni) è stato firmato il 14 gennaio dal presidente Mattarella ed è atteso in Gazzetta Ufficiale. Il decreto prevede una serie di misure, tranne il rinnovo dello sconto sulle accise della benzina introdotto dal governo Draghi e pari a una riduzione di 18,3 centesimi al litro.
Al netto delle speculazioni, infatti, il problema principale è che senza lo sconto sulle accise il prezzo della benzina non scende. In base a quanto spiegato da Meloni, si tratta di una precisa scelta politica: coi soldi che servono per sterilizzare le accise sulla benzina hanno preferito finanziare altre misure. Il problema è che queste scelte vanno contro le promesse elettorali della destra in generale e di Fratelli d’Italia in particolare. I benzinai non ci stanno a prendersi a colpa del caro-benzina e gli automobilisti non dimenticano le promesse della campagna elettorale.
Per questo, a soli due giorni dal Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto Trasparenza, c’è stato un nuovo Consiglio dei ministri, che ha «messo una pezza» sulla questione delle accise, con Meloni in tv al Tg1 e al Tg5 per assicurarsi la massima esposizione mediatica, e poi con la dichiarazione del viceministro Mef Freni a Metropolis su un possibile ritorno dello sconto sulle accise del 13 gennaio. Il governo, insomma, corre ai ripari.
Sconto accise, quando potrebbe tornare?
Le novità sulle accise sono due. La prima, annunciata dal comunicato stampa del Cdm del 12 gennaio, è che in presenza di un aumento dei prezzi del greggio, e quindi di un maggiore incasso dell’Iva «in un quadrimestre di riferimento», il maggiore introito incassato dallo Stato può essere usato per ridurre il prezzo finale alla pompa.
Ma la retromarcia del governo sulle accise non finisce qui, almeno in base alle dichiarazioni del viceministro dell’Economia Freni a Metropolis: «nel momento in cui i prezzi dei carburanti dovessero salire oltre la soglia psicologica dei due euro come prezzo medio self in città, certamente si interverrà». Il governo, quindi, starebbe ragionando su nuove possibili azioni del governo dopo lo stop agli sconti che ha scatenato benzinai e consumatori.
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Nel frattempo, il decreto Trasparenza dispone che il prezzo medio dei carburanti, su base regionale, sarà pubblicato sul sito del ministero delle Imprese e del made in Italy. I dettagli operativi verranno definiti da un decreto del Mimit entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto. I benzinai poi avranno altri 15 giorni per adeguare la cartellonistica presso ogni punto vendita, anche autostradale.
Il provvedimento prevede anche che i gestori degli impianti che non espongono il doppio prezzo (quello del Mimit e quello a cui vendono loro i carburanti) vanno incontro a sanzioni da 500 a 6mila euro. Secondo le anticipazioni del Sole24Ore, dopo la terza violazione può essere disposta la sospensione dell’attività per un periodo non inferiore a sette giorni e non superiore a 90 giorni. I controlli sono affidati alla Guardia di Finanza e l’irrogazione delle sanzioni al Prefetto.
Il decreto prevede anche un nuovo bonus trasporti.
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