La scuola entra nella legge di Bilancio 2023 con una serie di misure che vanno dalla promozione delle competenze nelle materie scientifiche ai 150 milioni di euro per il rinnovo del contratto.
Ci sono anche misure per la scuola nella legge di Bilancio 2023, ancora in bozza, presentata qualche giorno fa dal governo Meloni e che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2022 pena l’esercizio provvisorio.
Dall’approvazione in Consiglio dei ministri lunedì 21 novembre siamo alla seconda bozza in circolazione della manovra che, con i suoi 156 articoli al momento, necessita ancora di ulteriori coperture economiche per alcune misure e infatti il testo definitivo pare non sia ancora stato trasmesso al parlamento.
Nella bozza della legge di Bilancio 2023, per esempio, ci sono solo 150 milioni di euro per il rinnovo del contratto della scuola 2019-2021, per l’aumento degli stipendi di insegnanti e personale Ata come da accordo del 10 novembre tra sindacati di categoria e ministero dell’Istruzione. Anief lamenta, però, che le risorse non siano sufficienti.
Tra le misure per la scuola nella legge di Bilancio troviamo anche la promozione delle competenze STEM nelle istituzioni scolastiche e un incremento delle risorse per i compensi dei commissari e dei segretari dei concorsi. Vediamolo nel dettaglio.
Scuola, misure legge di Bilancio 2023: 150 milioni per l’aumento degli stipendi
Partiamo dalla misura per la scuola in legge di Bilancio che sta facendo discutere, vale a dire i 150 milioni di euro per il rinnovo del contratto e quindi l’aumento degli stipendi del personale scolastico.
Il sindacato di categoria Anief tuttavia non si dice soddisfatto, chiede di più e ritiene che la cifra non vada a rispettare gli accordi dello scorso 10 novembre. Nelle fasi del rinnovo della parte economica infatti, è stato previsto che una parte delle risorse sarebbe arrivata dalla manovra.
Nella bozza della legge di Bilancio per le “Misure in materia di istruzione e merito” si legge che “per il triennio 2019-2021 gli oneri posti a carico del bilancio statale per la contrattazione collettiva nazionale per i miglioramenti economici del personale scolastico, comparto istruzione e ricerca, sono incrementati di 150 milioni di euro per il 2023.” Inizialmente si parlava di circa il doppio dei soldi e infatti Marcello Pacifico, presidente Anief, annuncia che saranno presentate diverse proposte di modifica del testo nel rispetto di quanto accordato in sede di rinnovo del contratto.
“Nella bozza della manovra di fine anno - ha commentato Pacifico - sono stati reperiti dal governo solamente 150 milioni, ma ne servono altri 250 per onorare l’accordo politico coi sindacati del 10 novembre scorso, sottoscritto dal ministro dell’Istruzione del merito Giuseppe Valditara per garantire dal 2022, aumento salario accessorio, in aggiunta ai 100 milioni stanziati una tantum con il decreto-legge 176/22 Aiuti quater, al fine di recuperare gli altri 150 milioni che sarebbero migrati dal MOF alla contrattazione per i docenti.”
E ha aggiunto il presidente Anief:
“Servono risorse anche per altre necessità impellenti: per aumentare i livelli e i profili professionali del personale Ata Dsga, poi da collocare nelle trattative all’Aran sul prossimo rinnovo contrattuale; come pure per confermare 40mila unità di organico aggiuntivo nelle scuole e per aumentare degli stipendi dei ricercatori degli enti non vigilati dal ministero dell’Università e Ricerca attualmente discriminati.”
Nella legge di Bilancio compaiono anche 13 milioni di euro che vanno a incrementare il Fondo di cui all’articolo 19 comma 1 del decreto legge n.59/2017. L’autorizzazione di spesa “è incrementata di 13 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 ed è destinata alla copertura degli oneri di organizzazione dei concorsi per il reclutamento del personale docente delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.”
Con un decreto del Miur con il Mef verranno poi fissati i compensi per i componenti e i segretari delle commissioni giudicatrici dei concorsi banditi negli anni 2023, 2024 e 2025.
Scuola, misure legge di Bilancio 2023: formazione STEM
Il Miur con un ulteriore articolo della legge di Bilancio 2023 in bozza si impegna “a promuovere specifiche iniziative d’integrazione di attività, metodologie e contenuti, volti a sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e d’innovazione.”
Il ministero dell’Istruzione più nello specifico, anche in coerenza con la Risoluzione del Parlamento europeo del 10 giugno 2021 sulla promozione della parità tra donne e uomini in materia di istruzione e occupazione nel campo STEM, promuove, si legge nella bozza della manovra, le seguenti misure:
- definizione di linee guida entro il 30 giugno 2023 per l’introduzione nel piano triennale dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo di istruzione e nella programmazione educativa dei servizi educativi per l’infanzia di azioni dedicate a rafforzare nei curricoli lo sviluppo delle competenze matematico-scientifico-tecnologiche legate agli specifici campi di esperienza e l’apprendimento delle discipline STEM;
- azioni di informazione, sensibilizzazione e formazione rivolte alle famiglie, in particolare in occasione della celebrazione nelle istituzioni scolastiche e educative della “Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza” per incoraggiare la partecipazione ai percorsi di studio STEM, principalmente delle alunne e delle studentesse, superando gli stereotipi di genere;
- creazione di reti di scuole e di alleanze educative per la promozione dello studio delle discipline STEM.
Non solo, un’altra misura per la scuola prevista dalla legge di Bilancio 2023 si concentra sulla riorganizzazione del sistema della rete scolastica. Si tratta di una misura contenuta nel Pnrr che tiene conto della denatalità che disegna lo scenario di una scuola con un numero sempre minore di alunni e quindi la necessità di ripensare il sistema scolastico.
Proprio per tale finalità “a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le Regioni, anche prevedendo forme di compensazione interregionale, sono definiti, su base triennale con eventuali aggiornamenti annuali, con decreto, avente natura non regolamentare, del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previo accordo in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, da adottare entro il 30 giugno di ogni anno.”
Le Regioni, sulla base dei parametri individuati dal decreto di cui sopra “provvedono autonomamente al dimensionamento della rete scolastica entro il 30 novembre di ogni anno, nei limiti del contingente annuale individuato dal medesimo decreto, ferma restando la necessità di salvaguardare le specificità derivanti dalle istituzioni presenti nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.”
Saranno gli uffici scolastici regionali, sentite le Regioni, a ripartire il contingente di dirigenti scolastici assegnato.
Per conferme e maggiori dettagli sulle misure per la scuola in manovra occorre attendere l’approvazione definitiva della legge di Bilancio 2023 e la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entro fine anno.
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