Tramite un emendamento al Dl Aiuti bis, voluto dal ministro Andrea Orlando, verrà prorogato il lavoro agile fino a fine anno per i lavoratori fragili e per i genitori dei figli under 14.
Le regole sullo smart working non torneranno all’era pre-Covid a partire dal prossimo 1 settembre 2022. A sorpresa, infatti, arriva la proroga last minute per alcune categorie di persone, grazie all’intervento del ministro Andrea Orlando e tramite un emendamento al decreto Aiuti bis, in fase di conversione in legge in Parlamento.
Fino ad ora la strada era segnata, con il ritorno alla normativa originaria, cioè alla legge n. 81 del 2017, che stabilisce che per ricorrere allo smart working è necessario un accordo individuale tra azienda e lavoratore, anche quando tale possibilità è espressamente prevista da policy e accordi quadro a livello aziendale.
Ora, invece, migliaia di italiani potranno continuare ad usufruire dei vantaggi del lavoro agile per motivi legati al Covid. Vantaggi che proseguiranno fino al prossimo 31 dicembre, nonostante la fase più dura della pandemia sia oramai alle spalle, tra diverse dosi di vaccino fatte o da fare e varianti meno pericolose.
Smart working, per chi vale la proroga fino a dicembre
L’emendamento prevede il rinnovo dello smart working causa Covid per i lavoratori fragili e per i genitori con figli under 14. Secondo l’Ansa il testo è stato presentato ieri a Palazzo Chigi e la proroga sarebbe fino al prossimo 31 dicembre.
Come annunciato dal ministro, quindi, l’emendamento sarà presentato in sede di conversione del dl Aiuti bis al Senato e la relativa copertura per i lavoratori del settore pubblico sarebbe stata reperita con fondi propri del dicastero del Lavoro.
Smart working, le regole per le altre categorie
Per tutti gli altri, come previsto dal decreto Semplificazioni, resiste la possibilità per il datore di lavoro di comunicare gli estremi dei dipendenti che lavorano in modalità agile, senza che sia necessario inviare la copia di ogni singolo accordo individuale.
Dall’1 settembre, però, come detto per il datore di lavoro ritorna l’obbligo di stipulare un accordo individuale con il dipendente impiegato in smart working. Nel decreto ministeriale è allegato anche il modulo per la trasmissione dei dati.
Lavoro agile, in Italia meno che in Europa
Ma quanto viene utilizzato oggi lo smart working nel nostro Paese? Secondo l’Istat in Italia la diffusione del lavoro agile è ferma al 13%, rispetto alla media europea del 20%. E il nostro Paese si colloca nelle ultime posizioni anche per quello che viene conosciuto come smart working intensivo, ossia per quei lavoratori impiegati nel lavoro agile per almeno metà dell’orario di lavoro: siamo sotto la media europea di 5 punti percentuali e il trend è in calo (mentre gli altri Paesi europei accelerano).
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