Sei compagnie energetiche multate dall’Antitrust per pratiche commerciali aggressive, vediamo quali sono e che importo hanno dovuto pagare per le stangate sulle bollette di luce e gas.
Coinvolte sei compagnie energetiche nelle maxi multe elevate per pratiche commerciali aggressive. Una vera e propria stangata per i clienti che erano stati condizionati ad accettare delle modifiche contrattuali che non facevano che peggiorare le condizioni. Aumenti dei prezzi, quindi, previsti aggirando il decreto Aiuti Bis.
Proprio grazie all’attuazione di queste pratiche commerciali aggressive, le sei compagnie, aggirando il decreto Aiuti bis, avevano condizionato i clienti ad accettare la modifica che, quindi, non era unilaterale, ma concordata con il cliente stesso. A intervenire l’Antitrust. Vediamo cosa è successo.
No alle modifiche unilaterali per aumentare i prezzi
Il decreto Aiuti Bis, all’articolo 3, prevede la sospensione delle modifiche unilaterali dei contratti nella definizione dei prezzi della materia. Le compagnie energetiche non potevano, quindi, modificare le condizioni contrattuali peggiorandole in modo unilaterale.
Alcune di queste, però, hanno pensato bene di contattare i propri clienti convincendoli ad accettare le modifiche contrattuali o con minacce o attuando gli aumenti unilaterali prima dell’entrata in vigore del divieto ma senza dare il giusto preavviso ai clienti. In alcuni casi, invece, il cliente non ha proprio ricevuto alcuna comunicazione in merito.
Le compagnie multate e il perchè
Coinvolte nelle maxi multe sei diverse compagnie che forniscono energia che hanno avuto, però sanzioni differenti e nello specifico:
- Enel Energia multa di 10 milioni di euro per modifica unilaterale dei prezzi approfittando delle clausole che permettono la modifica discrezionale del contratto e dei prezzi alla scadenza dell’offerta del cliente, ma la modifica è avvenuta con l’entrata in vigore della tutela del mercato da parte del Decreto Aiuti Bis e senza che i clienti abbiano ricevuto comunicazione;
- Eni Plenitude multa di 5 milioni di euro (si parla di impugnare il provvedimento) per modifica unilaterale dei prezzi approfittando delle clausole che permettono la modifica discrezionale del contratto e dei prezzi alla scadenza dell’offerta del cliente ma la modifica è avvenuta con l’entrata in vigore della tutela del mercato da parte del Decreto Aiuti Bis e senza che i clienti abbiano ricevuto comunicazione;
- Acea 560mila euro, per aver disposto una modifica unilaterale dei prezzi con comunicazione al cliente ed entrata in vigore dopo 10 giorni (violando i 90 giorni di preavviso canonico) prima dell’entrata in vigore l’entrata il decreto Aiuti;
- Dolomiti 50mila euro, per aver disposto una modifica unilaterale dei prezzi con comunicazione al cliente ed entrata in vigore dopo 10 giorni (violando i 90 giorni di preavviso canonico) prima dell’entrata in vigore l’entrata il decreto Aiuti;
- Ibedrola 25mila euro, per aver inviato, via missiva, una minaccia di risoluzione contrattuale ai clienti che non avessero accettato l’aumento dei prezzi per sopravvenuta eccessiva onerosità;
- Edison 5mila euro per avere applicato l’aumento dei prezzi prima della fine dell’offerta, ma in questo caso, avendo applicato dei ristori e avendo coinvolto pochi consumatori, la mula è stata contenuta.
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