Cessione del credito con limite di un solo passaggio, anche la versione in Gazzetta Ufficiale del decreto Sostegni ter conferma la novità.
Cessione del credito dei bonus fiscali una sola volta: il decreto Sostegni ter cambia le regole in ottica antifrode. Il nuovo limite entra in vigore dal 7 febbraio 2022 e riguarda superbonus 110%, bonus casa, ma anche bonus affitto, sanificazione e acquisto DPI. La stretta riguarda tutti quei bonus che potevano usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura.
Cosa cambia con questo stop per imprese e cittadini? Il primo obiettivo è quello di limitare frodi, riciclaggio e aumento smisurato dei prezzi delle materie prime per i lavori in casa, allo stesso tempo però si vanno a cambiare per l’ennesima volta le regole per la cessione dei crediti.
Il risultato sarebbe la ricontrattazione di tutti gli accordi presi finora tra imprese e cittadini, col rischio di bloccare tutto il mercato edilizio. Non si fa aspettare la risposta di ANCE, che definisce “uno schiaffo” a imprese e cittadini.
Cessione del credito una sola volta col decreto Sostegni ter: cosa cambia per i bonus fiscali?
Le regole per la cessione del credito e lo sconto in fattura cambiano ancora con le novità del decreto Sostegni ter, approvato dal CdM del 21 gennaio e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 gennaio.
A cambiare le carte in tavola è l’articolo 28 del provvedimento, Misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche, che sopprime la facoltà di ulteriore cessione del credito in seguito alla prima. Insomma, i crediti fiscali sarebbero cedibili una volta sola.
Viene prevista una fase transitoria, perché la novità entra in vigore dal 7 febbraio 2022.
I bonus interessati dalla stretta sulla cessione del credito sono:
- i bonus casa (superbonus 110%, ristrutturazione, ecobonus, facciate, abbattimento delle barriere architettoniche);
- il bonus sanificazione ambienti di lavoro;
- il bonus acquisto DPI;
- il bonus affitto.
Cosa cambia? In termini pratici, quei crediti che alla data del 7 febbraio sono stati già oggetto di una cessione del credito o dello sconto in fattura potranno essere ceduti solo un’altra volta ad altri soggetti, banche e intermediari finanziari compresi.
Inoltre, in caso di violazione delle nuove regole i contratti saranno dichiarati nulli.
Stop alla cessione del credito successiva alla prima: le famiglie bisognose saranno penalizzate
L’obiettivo di questo giro di vite sulle regole della cessione del credito è quella di arginare le frodi e il riciclaggio di milioni di euro in crediti d’imposta. Tuttavia, sottolinea l’ANCE, sarebbe l’ennesima modifica alla normativa. Il Presidente Buia dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili ha dichiarato che non è questo il sistema per frenare abusi e irregolarità:
“Contro le frodi, abbiamo chiesto da tempo regole chiare per evitare speculazioni, come l’introduzione di prezzari di riferimento per tutti i bonus e un sistema di qualificazione delle imprese, visto il recente proliferare di operatori improvvisati. Ma finora, al di là di qualche buon proposito non si è fatto nulla, mentre in questo modo si colpiscono le imprese serie.”
A pagarne le conseguenze, conclude Buia, saranno le famiglie più bisognose, perché per le imprese sarà più difficile cedere i crediti.
Con la pubblicazione del testo in GU non si è fatta attendere la risposta dell’ANCE, che nel comunicato del 27 gennaio scrive:
“Spiace vedere che all’interno di un decreto che si chiama ‘sostegni’ è stato inserito un provvedimento che di sostegno non ha proprio nulla sia per le imprese che per i cittadini. Nonostante le proteste di gran parte del mondo economico e le proposte sul tavolo di soluzioni alternative che noi per primi abbiamo suggerito, il Governo ha deciso di non ascoltare nessuno, mettendo così di fatto un’ipoteca sui cantieri del Superbonus 110%. I nuovi vincoli alla cessione dei crediti per gli interventi derivanti dai bonus edilizi, infatti, come segnalato da tutti gli operatori economici compresa l’Abi, avranno un impatto pesantissimo sui lavori in corso con il rischio di creare migliaia di contenziosi e di bloccare interventi già avviati con gravi ripercussioni sociali ed economiche per famiglie e imprese.”
Per il Presidente Buia le frodi si combattono in un altro modo: con la qualificazione delle imprese e la tracciabilità delle operazioni.
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