Superbonus 110%, pronto il taglio del governo Meloni: le novità su aliquote e villette

Giacomo Andreoli

02/11/2022

Il ministero dell’Economia lavora sul Superbonus 110%: da un possibile taglio della misura si ricaverebbero risorse per taglio di bollette e cuneo fiscale nella prossima legge di Bilancio.

Superbonus 110%, pronto il taglio del governo Meloni: le novità su aliquote e villette

Una possibile rimodulazione del Superbonus 110%. Se ne parla da tempo, ma ora il governo Meloni, in una vera e propria corsa contro il tempo per scrivere e presentare la legge di Bilancio a Bruxelles, ci sta lavorando davvero. L’obiettivo, tramite una riformulazione forse di più bonus casa è provare a ridurre i costi e possibilmente recuperare risorse utili per combattere il caro-bollette e il caro-vita nella manovra, con nuovi interventi straordinari al livello nazionale su luce, gas e stipendi (tramite il taglio del cuneo fiscale).

Contro il caro-energia si userà deficit aggiuntivo, ma potrebbe non bastare. Al piano taglia-bonus lavora il ministero dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti, forse l’esponente più draghiano dell’ex esecutivo.

Governo precedente il cui numero uno, Mario Draghi, voleva riformare profondamente gli aiuti statali per i lavori di efficientamento energetico in casa, ritenendola una spesa esagerata per provvedimenti che, così scritti, in qualche modo drogherebbero il mercato, facendo salire ancora di più i prezzi in edilizia. Come potrebbe cambiare quindi il Superbonus 110%? Vediamo le ipotesi in campo.

Come funziona oggi il Superbonus 110%

Il Superbonus 110% è un incentivo che consiste in una detrazione del 110% per lavori di efficientamento energetico nelle abitazioni, condominiali o singole (le cosiddette villette). Per accedervi bisogna fare lavori trainanti (i più impegnativi) e trainati (accessori), utilizzando anche sconto in fattura o cessione del credito (alle banche).

Secondo la normativa attualmente in vigore l’aliquota al 110% rimane fino al 2023, per poi scalare al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Per le villette, cioè gli edifici unifamiliari, la scadenza è il 31 dicembre di quest’anno. Ad oggi sono stati ammessi a detrazione lavori per oltre 51 miliardi di euro. Per il periodo 2023-2028 il bilancio pubblico ne mette a disposizione circa 20 in meno.

Superbonus 110%, cosa prevede il piano Meloni

La riforma del governo Meloni potrebbe far scendere l’incentivo al 100%, ma contemporaneamente riaprire le porte alle villette o case unifamiliari, se usate come prima casa da proprietari entro una certa soglia di reddito. Per chi ha redditi medio-alti, invece, il bonus potrebbe scendere all’80%.

Ci potrebbe poi essere un nuovo intervento per rilanciare il mercato delle cessioni dei crediti. Nonostante i correttivi del decreto Aiuti-bis, infatti, restano varie difficoltà. Soprattutto sul meccanismo della responsabilità. Le ultime sentenze ribadiscono che il sequestro del credito falso è legittimo anche se i concessionari non hanno partecipato ad alcuna frode.

La circolare dell’Agenzia delle Entrate di inizio ottobre sembrava aver sbloccato la cessione del credito da parte delle banche. Questa chiariva che responsabilità in solido tra cedente e cessionario del credito che è stato maturato è limitata ai casi di dolo e colpa grave. Tuttavia i tempi per gestione e lavorazione delle pratiche sono più lunghi che mai, perché come ribadito servono verifiche e controlli accurati sulle operazioni, con documenti aggiuntivi e prove per vedere che i lavori siano reali. Questo comporta anche che i costi sono aumentati e così diversi istituti di credito non hanno ripreso gli acquisti, mentre le offerte presenti sono meno vantaggiose del passato.

L’aumento dei costi per i cittadini

I costi, a catena, aumentano anche per i cittadini. Con le cessioni del credito di oggi è praticamente impossibile realizzare lavori quasi gratis, come accadeva all’inizio. La remunerazione, per vari cavilli e problemi, è limitata e viene spesso chiesto un visto di conformità che costa centinaia di euro. Tuttavia nei prossimi mesi le banche potrebbero cedere i crediti a clienti professionisti o con partita Iva, liberando spazio per nuove acquisizioni. In queste settimane, ad esempio, lo sta facendo Intesa Sanpaolo.

La riforma di medio periodo sui bonus casa

Più avanti, poi, il governo Meloni punta a una rimodulazione più profonda dei bonus casa. Come spiegato a Money.it durante al campagna elettorale dall’attuale viceministro dell’Economia Maurizio Leo, Fratelli d’Italia vorrebbe accorpare i vari sostegni e inserire un’aliquota il più possibile uniformata attorno all’80%. Quanto al Superbonus, però, per le seconde case si potrebbe arrivare anche a una percentuale dimezzata: tra il 50% e il 65% (come l’attuale ecobonus ordinario).

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