Addio alla proroga per il superbonus. Il focus del lavoro del governo è sulla cessione del credito, il cui meccanismo e le continue modifiche hanno bloccato oltre 60 miliardi.
Il problema del superbonus non è la proroga, ma la cessione del credito. Queste, in sintesi, le parole di Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Non c’è spazio, quindi, per un rinvio indiscriminato del superbonus, nonostante le richieste dei parlamentari.
Il dl Aiuti quater, che contiene le ultime novità in materia di superbonus, è in fase di conversione in legge. Secondo quanto disposto dal provvedimento, il 25 novembre era l’ultimo giorno per poter presentare la Cila, comunicazione di inizio lavori, per poter usare il superbonus 110% anche nel 2023. Uno degli emendamenti presentati (e bocciati) puntava a prorogare la scadenza per la presentazione della Cilan al 31 dicembre 2022, così da allargare la platea di potenziali beneficiari del superbonus 110% nel 2023.
Le priorità, però, sono altre. Non ci sono margini per riaprire il termine del 25 novembre perché la priorità è sciogliere il nodo della cessione del credito, che blocca circa 60 miliardi di euro.
Addio alla proroga per il superbonus 110% nel 2023
Il superbonus non verrà prorogato perché «non è quello il problema. Il problema sono i crediti di imposta, stiamo tentando di trovare su questo una soluzione», ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari.
Fazzolari ha spiegato che «110% o 90% cambia che l’inquilino che deve fare 10mila euro di lavori prima non pagava niente e ora deve pagare 1000 euro, ma per chi è in difficoltà interveniamo con un apposito fondo. Si confondono i due temi che sono diversi».
Potrà usufruire del 110% anche nel 2023 solo chi ha presentato la Cila semplificata entro il 25 novembre 2022. Gli altri, invece, potranno usufruire del superbonus solo fino al 90%. Grazie all’abbassamento dell’aliquota di detrazione le villette (se sono prima casa) tornano a essere beneficiarie del superbonus. È stato però introdotto il requisito del reddito non superiore a 15mila euro. Il calcolo del reddito però non si baserà sull’Isee, ma sul quoziente familiare.
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Superbonus, nessun rinvio: priorità allo sblocco della cessione del credito
La priorità assoluta per il governo, invece, è il tema della cessione dei crediti. Ha detto Fazzolari: «Dobbiamo trovare un meccanismo per cui le banche possano prendersi questi crediti senza mandare all’aria i conti pubblici. Vale 60 miliardi, non può pagare lo Stato».
Tutte le soluzioni immaginate finora però non risolvono la situazione, perché comportano il rischio che i crediti di imposta possano essere conteggiati, in base ai criteri Eurostat, come debito pubblico. Il governo sta provando a seguire la strada per consentire alle banche di comprare di nuovi i crediti fiscali legati alle ristrutturazioni senza appesantire i bilanci dello Stato. I partiti e le associazioni di categoria hanno proposto di utilizzare gli F24 e far sì che gli istituti possano smaltire la mole dei crediti legati ai bonus edilizi.
Nel pomeriggio del 6 dicembre Intesa Sanpaolo ha siglato un contratto per la ri-cessione di crediti a Ludoil Energy dal valore di 1,3 miliardi di euro. La nuova cessione, spiega una nota, riguarda crediti acquistati dal 1° maggio 2022, identificati dal codice univoco introdotto dall’agenzia delle Entrate. Grazie all’accordo con l’azienda napoletana, Intesa Sanpaolo continuerà «a dare riscontro ai propri clienti che sono in attesa di poter cedere i loro crediti, assicurando gli adempimenti normativi e mantenendo la rigorosa attenzione nella verifica documentale condotta sinora», spiega la nota. Si tratta di una vendita record per questo tipo di asset.
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