Elezioni politiche 2022, attenzione a non inserire la scheda elettorale nell’urna in completa autonomia: in sede di scrutinio si potrebbe risalire al vostro nome.
Anche le elezioni politiche 2022 non sono esenti da polemiche: a far riflettere è il fatto che a farle scaturire sia proprio il tagliando antifrode, ossia quello strumento introdotto per la prima volta nel 2018 per evitare la contraffazione delle schede elettorali, scongiurando così il rischio di un voto di scambio.
Questo strumento oltre a ritardare le operazioni di voto, tant’è che in diversi seggi si segnalano lunghe code, presenta un secondo problema: potrebbe far venir meno la segretezza del voto.
Con il tagliando antifrode che viene posto sulla scheda elettorale, infatti, si potrebbe risalire all’elettore qualora gli operatori incaricati al seggio, scrutatori o presidente, dimentichino di togliere il suddetto tagliando prima d’inserire la scheda nell’urna.
E per testimonianza diretta posso dire che nel mio caso specifico, come pure delle persone che hanno votato in mia compagnia, ciò non è stato fatto, in quanto ho inserito personalmente la scheda nell’urna (senza togliere preliminarmente il tagliando).
Cos’è il tagliando antifrode e come dovrebbe funzionare correttamente
Ogni scheda elettorale presenta, sotto al riquadro della firma dello scrutatore e al bollo della sezione, un apposito tagliando antifrode, il quale è stato applicato dal presidente di seggio e dagli scrutatori nella giornata di sabato.
Tagliando e bollino antifrode sono utili perché permettono di verificare che la scheda riconsegnata dall’elettore dopo il voto sia la stessa che gli era stata assegnata al suo arrivo. Si evita così la possibilità che l’elettore utilizzi una scheda contraffatta, già compilata in precedenza, rendendosi così colpevole di voto di scambio.
La procedura è semplice: al momento della consegna della scheda all’elettore lo scrutatore ricopia il codice del bollino accanto al nominativo del votante; dopodiché, una volta che questo uscirà dalla cabina elettorale, lo scrutatore andrà a controllare che il numero combacia, così da accertare che si tratta della stessa identica scheda. Dopodiché, e questo è molto importante, questo andrà a togliere il tagliando dalla scheda, per poi metterla dentro le urne e garantire l’anonimato di chi ha votato. Diversamente, infatti, al momento dello scrutinio si potrebbe risalire al votante, semplicemente guardando al numero del tagliando e facendo un incrocio dei dati.
Ragion per cui non è più l’elettore a dover inserire la scheda nell’urna, come invece si faceva prima del 2018, in quanto prima deve esserci il controllo preliminare dello scrutatore nonché la disapplicazione del tagliando.
Codice sulle schede elettorali: a rischio la segretezza del voto?
Quella sopra descritta è la procedura corretta; il problema è che in alcuni casi, probabilmente per la scarsa preparazione di alcuni degli scrutatori, spesso reclutati all’ultimo momento per mancanza di personale, non vengono effettuati tutti i passaggi.
Nel mio caso specifico, ad esempio, nessuno si è interessato di controllare la mia scheda elettorale dopo il voto, tant’è che l’ho inserita personalmente nell’urna. Lo stesso è successo a chi era con me, come pure a coloro che hanno votato nella mia stessa sezione. In barba al principio della segretezza del voto insomma.
E su Twitter e Facebook non mancano le testimonianze di chi come me racconta di aver posto la scheda nell’urla con ancora applicato il tagliando antifrode, tant’è che c’è già chi parla di complotto.
E c’è chi invece dichiara che il tagliando è stato tolto prima, impedendo quindi di verificare la correttezza della scheda.
Il problema è che votare sta diventando un’operazione sempre più complicata: anziché semplificare, d’altronde l’innovazione tecnologica dovrebbe aiutare in questo, si introducono sistemi che oltre a rallentare le operazioni rendono persino riconoscibile il proprio voto se non vengono seguite alla lettera.
La scheda con ancora il tagliando può essere annullata?
Ma cosa succede se la scheda viene inserita nell’urna con ancora il tagliando antifrode? È importante sapere che in ogni caso non si rischia scheda nulla. Lo precisa il manuale del ministero dell’Interno recante le “Istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione”, dove si legge che:
Inoltre, prima di completare lo scrutinio di tutte le schede contenute in ciascuna urna, prima per l’elezione del Senato e poi per l’elezione della Camera, cioè allorquando in ciascuna urna siano rimaste poche schede ancora da spogliare, il presidente verificherà che non ve ne siano alcune che rechino il tagliando antifrode. Tale tagliando, infatti, al momento della riconsegna delle schede da parte dell’elettore e per motivi a quest’ultimo non imputabili, potrebbe infatti non essere distaccato, per errore o distrazione del presidente (o vicepresidente) del seggio. Il presidente, pertanto, senza aprire la scheda, provvederà a distaccarne il tagliando antifrode e a reinserirla nell’urna, dopodiché mescolerà le schede residue contenute nell’urna e procederà a completare le operazioni di scrutinio.
Il mio voto, perlomeno, è salvo.
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