Firmato il decreto che taglia di un terzo le tariffe Inail: soddisfatta la Confcommercio, mentre il CIV polemizza per la riduzione dei fondi per la prevenzione.
La riduzione delle tariffe Inail è realtà: come annunciato da Luigi Di Maio, infatti, è stata posta la firma sul decreto interministeriale - realizzato di concerto dal Ministero del Lavoro e dal MEF - che lo prevede.
Con il taglio - primo passo verso l’abbassamento del cuneo fiscale per le imprese - le tariffe Inail sono state ridotte di un terzo generando, complessivamente, un risparmio di 1,7 miliardi di euro in tre anni. Nel dettaglio, la revisione delle tariffe dei premi ha riguardato l’aggiornamento del nomenclatore, il ricalcolo dei tassi medi e il meccanismo di oscillazione del tasso per andamento infortunistico.
Il Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ha accolto con soddisfazione la firma sul decreto, riconoscendolo come una vittoria per gli imprenditori che lo rivendicano da anni. Particolarmente soddisfatto anche il sottosegretario al Lavoro - Claudio Durigon - secondo cui questo è “un passo concreto che va a migliorare uno degli aspetti più difficili del nostro Paese: il costo del lavoro troppo elevato”. Le stesse imprese hanno applaudito il Governo per quanto fatto con la riduzione delle tariffe Irpef; a tal proposito, infatti, Confcommercio ha commentato dicendo che questa novità comporta “per la gestione del terziario una riduzione del tasso medio che sfiora il 50%”.
Non sono mancate però le polemiche, specialmente da parte del CIV (Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail) il quale - pur definendo “giusto il taglio delle tariffe” - si è detto preoccupato per il taglio di 100 milioni di euro effettuato agli incentivi alla prevenzione e di quello di 50 milioni che invece ha riguardato le imprese virtuose, penalizzando così coloro che in questi anni hanno investito nella sicurezza.
Riduzione tariffe Inail: le novità del decreto
Come anticipato, una delle novità più importanti contenute dal decreto interministeriale Lavoro/MEF riguarda la determinazione dei tassi medi nazionali calcolati per ciascun tipo di lavorazione. Il taglio è avvenuto tenendo conto dei dati relativi all’andamento infortunistico e tecnopatico nel triennio 2013-2015, nonché delle retribuzioni soggette a contribuzione (nello stesso periodo).
Ciò ha portato ad una riduzione del 32,72% dei tassi medi per le aziende (dal 26,53 per mille del 2000 al 17,85 per mille). In ogni caso i nuovi tassi di premio - con il valore che viene determinato in base alla specifica rischiosità in termini di oneri assicurativi sostenuti per garantire la tutela agli infortunati - non superano mai la Tariffa 2000. In molti casi sono persino più bassi di quest’ultima: ad esempio, per le lavorazioni particolarmente rischiose è stato mantenuto un parametro del 110 per mille (mentre per la Tariffa 2000 è pari al 130 per mille).
Il testo del decreto introduce anche altre novità, come l’inserimento di tariffe per le nuove attività sviluppate negli ultimi anni, quali ad esempio quelle legate alle nanotecnologie e ai rider. Inoltre, all’interno del nomenclatore viene chiaramente esplicitato l’intero ciclo dei rifiuti e la previsione delle attività di consegna merci svolte in ambito urbano con l’ausilio di veicoli a due ruote.
C’è stato poi un generale sfoltimento delle voci tariffarie - passate da 739 a 595 - con l’eliminazione di quelle particolarmente obsolete perché riferite ad un contesto produttivo ormai superato.
Le polemiche
Oltre a generare entusiasmo per l’abbassamento dei costi per le imprese, il decreto con il quale sono state ridotte le tariffe Irpef apre anche una polemica - sollevata dal CIV - sui fondi per la prevenzione e la sicurezza.
Come spiegato dal Presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza Inail, Giovanni Luciano, infatti il testo del decreto presenta diverse criticità, uno su tutti il taglio di 150 milioni di euro l’anno alla prevenzione. Nel dettaglio, 100 milioni di euro sono stati tolti dagli incentivi alla prevenzione, mentre altri 50 milioni dai premi riconosciuti alle aziende virtuose.
Per questo motivo Luciano ha invocato un ravvedimento operoso da parte del Governo al fine di cambiare la norma che taglia le risorse alla prevenzione; in caso contrario - sottolinea il Presidente del CIV - si continuerà ad avere una media di tre morti al giorno, oltre che “dichiarazioni di circostanza sempre più stucchevoli”.
Tutto questo nonostante nel bilancio per il 2018 si rischia di sforare un utile (ma allo stesso tempo “inutile” visto che non viene utilizzato come dovrebbe) di 2 miliardi di euro; insomma, le risorse per compensare la riduzione delle tariffe già c’erano, quindi non era necessario - sempre secondo il Presidente del CIV - mettere mano ai fondi per la prevenzione.
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