Lagarde non nasconde di temere l’effetto Trump. Gli alert sull’inflazione e il numero che spaventa la presidente della BCE. Che fine fanno i tassi?
La presidente della BCE Christine Lagarde è tornata a parlare oggi di inflazione e di tassi, in un contesto in cui “ il livello di incertezza a cui facciamo fronte è eccezionalmente elevato ”.
Nel discorso “A robust strategy for a new era”, ovvero “Una strategia robusta per una nuova era”, proferito in occasione della 25esima edizione dell’evento “The ECB and its watchers” - organizzato dall’Istituto per la Stabilità monetaria e finanziaria dell’Università Goethe di Francoforte - Lagarde si è soffermata sulle caratteristiche che forgiano il nuovo Ordine mondiale, citando la frase proferita da Paul Valéry, poeta, filosofo e scrittore francese: “Il problema ai nostri tempi è che il futuro non è più come è sempre stato”.
BCE, Lagarde parla di certezze stravolte, l’inflazione stabile rimane la priorità
“ Le nostre aspettative sono state spazzate nel corso degli ultimi anni, in particolare nelle ultime settimane”, ha sottolineato Lagarde - “ Le certezze consolidate sull’ordine internazionale sono state stravolte. Alcune alleanze sono state spezzate, mentre altre si sono fatte più strette. Abbiamo assistito a decisioni politiche che, fino a qualche mese fa, sarebbero state impensabili”.
In questo contesto, la numero uno della Banca centrale europea ha rimarcato il mandato dell’istituzione: quello della stabilità dei prezzi.
La necessità, dunque, di mantenere fermo il punto: “Non possiamo essere sicuri che l’inflazione si attesterà sempre al livello del 2%, ma dobbiamo fare in modo che la politica (monetaria) converga verso il target ”.
In evidenza, per l’ennesima volta, l’effetto collaterale delle decisioni che i grandi del pianeta stanno prendendo sulle pressioni inflazionistiche: “In caso di grandi shock, cresce il rischio che l’inflazione diventi più persistente ”, ha avvertito Lagarde, aggiungendo che “ la frammentazione del commercio si tradurrà probabilmente in cambiamenti dei prezzi più significativi e più dirompenti”.
In questa situazione “ non possiamo fornire una forward guidance, ma dobbiamo essere chiari riguardo alla funzione di reazione ”.
“Il mio messaggio principale”, ha aggiunto la presidente della BCE, “è che in un contesto di incertezza, un forte impegno a mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine è più importante che mai ” e “questo impegno richiede agilità di risposta a nuovi shock, sebbene all’interno di un quadro ben definito che limita reazioni miope e una discrezionalità senza freni”.
Lagarde ha rimarcato il timore che l’inflazione dell’area euro torni a essere interessata da scossoni significativi, in un mondo già stravolto dai precedenti cigni neri della pandemia Covid-19 e dalla guerra in Ucraina.
Guerra commerciale con dazi Trump, la paura di Lagarde riassunta in una cifra
Inevitabile il riferimento a quelle dinamiche innescate dalla seconda amministrazione di Donald Trump, che ha concretizzato quanto promesso all’America durante la campagna elettorale, annunciando nelle ultime settimane una raffica di dazi, che ha reso il mondo ancora più frammentato, creando crepe nel commercio globale.
Tutta la paura di Christine Lagarde per le conseguenze delle guerre commerciali esplose dopo gli annunci dei vari dazi di Trump è riassunta in una cifra precisa, che la presidente della BCE ha presentato: “L’indice che misura l’incertezza delle politiche commerciali oscilla al momento vicino a quota 350, valore superiore di più di sei volte quello medio registrato dal 2021”.
Non solo: “gli indicatori che misurano il rischio geopolitico viaggiano a livelli record dalla Guerra Fredda, escludendo quelli riportati durante i periodi di guerra e in occasione dei principali attacchi terroristici”.
Nel ricordare il rischio che il trend dei prezzi dell’Eurozona torni ad accendersi, Lagarde ha fatto notare che “la frammentazione del commercio e le spese per la difesa più alte in un settore caratterizzato da restrizioni dal lato dell’offerta potrebbero in linea di principio far salire l’inflazione”.
La presidente della Banca centrale europea ha ricordato però anche che l’impatto dei dazi di Trump potrebbe invece deprimerla: “ Le tariffe potrebbero anche abbassare la domanda per le esportazioni UE, dirottando la capacità in eccesso dalla Cina in Europa, fenomeno che farebbe scendere invece l’inflazione”. Tutto questo, in un contesto in cui i “probabilmente i rischi geopolitici provocheranno una maggiore volatilità nei mercati dei rapporti di cambio e dei prezzi delle materie prime, come abbiamo visto nelle ultime settimane”.
Esiste inoltre il rischio che, “nel caso in cui gli shock si facessero più significativi, la persistenza dell’inflazione in alcune circostanze potrebbe rivelarsi più significativa ”.
In questa situazione di continua incertezza, Lagarde ha detto di essere arrivata a una conclusione generale: “Quando la dimensione e la distribuzione degli shock diventano molto incerte, non possiamo garantire alcuna certezza impegnandoci a seguire un percorso dei tassi particolare ”.
In poche parole, la forward guidance non riesce a essere efficace in contesti in cui “aumenta l’incertezza sulla natura degli shock, in quanto in questi casi la sua adozione potrebbe frenare l’agilità con cui la BCE dovrebbe intervenire per far fronte ai bruschi cambiamenti che interessano il contesto di inflazione”.
Lagarde conclude il discorso citando Thomas Jefferson
Lagarde ha terminato il suo intervento citando la frase del terzo presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson: “ Il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza ”.
La stessa cosa, ha aggiunto la presidente della BCE, si può dire della stabilità: “ Assicurare la stabilità in una nuova era sarà un compito formidabile. Richiederà un impegno assoluto a rispettare il nostro target di inflazione, l’abilità di individuare i tipi di shock che richiederanno una reazione monetaria e l’agilità con cui reagire in modo appropriato”.
In sostanza, “la nostra risposta ai recenti episodi di inflazione dovrebbe instillare nel pubblico la fiducia che faremo sempre quanto sarà necessario per assicurare la stabilità dei prezzi, e che il nostro quadro normativo di politica monetaria potrà adattarsi alle nuove circostanze”.
Lagarde parla post sesto taglio tassi di interesse. Ad aprile altro taglio o pausa
Le dichiarazioni di Christine Lagarde, arrivate proprio nel giorno - oggi, mercoledì 12 marzo 2025 - in cui l’Unione europea ha risposto ai dazi sferrati dalla seconda amministrazione di Donald Trump, e all’indomani dello scontro tra gli Stati Uniti e il Canada sulle tariffe - sono state rilasciate a una settimana circa dal BCE Day di giovedì scorso, quando la Banca centrale europea ha proceduto al sesto taglio dei tassi di interesse dell’area euro dal 6 giugno 2024.
Con quella sesta sforbiciata la BCE ha portato i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale a scendere al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%. Occhio alla data del prossimo meeting della Banca centrale europea.
A fronte delle forti incognite che pendono sullo scacchiere geopolitico mondiale e ora, con Donald
Trump, anche su quello commerciale, Lagarde ha ammesso già la scorsa settimana di non poter dare alcuna certezza sulla direzione futura dei tassi, non escludendo a priori la possibilità di una pausa nel ciclo dei tagli avviato.
Il bisogno di non impegnarsi a un percorso predeterminato dei tassi è stato rimarcato oggi anche da Gediminas Šimkus, esponente del Consiglio direttivo dell’Eurotower e governatore della Banca nazionale della Lituania, che ha affermato che, riguardo alla prossima riunione di aprile, “vedremo se taglieremo i tassi o se faremo una pausa”, aggiungendo che “è irrazionale impegnarsi a future decisioni sui tassi ”.
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