Dopo quanti giorni le somme versate con assegno sono disponibili per l’incasso? Facciamo chiarezza.
Le tempistiche per l’accredito di un assegno possono variare a seconda delle circostanze. Così come per il bonifico, infatti, i soldi non arrivano nello stesso giorno di emissione, con l’eccezione di alcuni istituti bancari che riducono al minimo i tempi di accredito nel caso in cui l’assegno sia stato emesso dalla stessa filiale.
Chi aspetta un pagamento disposto con assegno, quindi, si starà sicuramente chiedendo quando arrivano i soldi, nonché quanti giorni passano prima di poter incassare la somma prevista.
Nel dettaglio, quando si parla di tempi di accredito di un assegno bisogna tener conto di due concetti: i giorni di valuta e i giorni di disponibilità.
Nel dettaglio, con giorni di valuta viene indicato il momento in cui gli importi versati con gli assegni cominciano a maturare interessi. Ci sono poi i giorni di disponibilità, con i quali invece si misura il tempo in cui la somma versata con assegno è concretamente a disposizione del beneficiario.
Giorni di valuta e di disponibilità non sempre coincidono, quindi è bene tener entrambi in considerazione quando si vuole sapere quanto tempo passa dall’emissione all’accredito di un assegno. A tal proposito in questo articolo faremo chiarezza su entrambi, così da rispondere alla vostra domanda su quanto tempo ci vuole per l’effettiva contabilizzazione dell’assegno.
I giorni di valuta
Nelle operazioni bancarie attive e passive la valuta rappresenta quindi l’intervallo di tempo che intercorre fra l’addebito di un assegno e la data a partire dalla quale è visibile nell’estratto conto e cominciano a calcolarsi gli interessi attivi sul deposito.
Il tempo di valuta è necessario alla banca perché prima di dare il via all’accettazione del titolo la stessa dovrà verificare la copertura degli importi e controllare i dati ai fini di antiriciclaggio e contro il finanziamento di organizzazioni terroristiche.
Il calcolo della valuta parte dalla data in cui gli importi versati mediante assegno cominciano a maturare interessi. Sussiste una differenza per i due tipi principali di assegno: quello bancario e quello circolare. In particolare i giorni per la valuta d’accredito hanno un limite di:
- 3 giorni lavorativi per l’assegno bancario;
- 1 giorno lavorativo per l’assegno circolare.
Per gli assegni versati nello stesso istituto di credito in cui l’interessato ha il conto vale un’eccezione: per questi emittenti la valuta è rappresentata dalla stessa data di versamento.
I giorni di disponibilità
Trascorso il tempo stabilito per i giorni di valuta bisognerà attendere ulteriormente per quanto riguarda i cosiddetti giorni di disponibilità che misurano appunto la data dalla quale è concretamente possibile disporre degli importi versati attraverso l’assegno bancario.
In questo caso i tempi si allungano: i giorni lavorativi per i tempi di disponibilità sono fissati a:
- massimo 5 giorni lavorativi per gli assegni bancari;
- massimo 4 giorni lavorativi per gli assegni circolari.
Sarà bene precisare che i tempi suddetti rappresentano un periodo massimo entro il quale l’operazione della banca può essere valida; ma nulla vieta alle banche di stabilire dei giorni di valuta e di disponibilità inferiori a tali soglie. Come anticipato, ad esempio, quando l’assegno è destinato alla stessa filiale di emissione, i tempi possono essere molto brevi tanto che in alcuni istituti di credito il bonifico è disponibile dopo appena 1 giorno.
Importanza della valuta
Seppure questi concetti potrebbero apparire alle volte astratti in realtà non lo sono affatto: il calcolo dei giorni di valuta infatti ci aiuta a capire meglio quali siano gli interessi attivi maturati sul conto corrente su cui abbiamo accreditato uno o più assegni.
Altro concetto utile da tenere in considerazione è quello di disponibilità: può capitare infatti di essere convinti di avere a disposizione una data somma di denaro, quando invece a causa di un errore di calcolo sulla valuta ci si ritrova a possedere meno soldi del previsto.
È molto importante quindi comprendere questi concetti per gestire nel modo più corretto possibile le somme presenti sul proprio conto corrente e per evitare di avere brutte sorprese alla fine del trimestre o dell’anno: infatti usare una somma di denaro versata con assegno bancario per la quale non è ancora maturata la valuta genera un problema tecnico ed economico per il quale è previsto l’addebito di oneri al momento della prima rendicontazione.
Per maggiore precisione è possibile controllare sulla ricevuta dell’operazione la data di valuta di fianco all’importo versato: la ricevuta con la relativa data potrà essere tenuta da parte in caso di necessità e per una pianificazione più dettagliata delle spese.
Entro quando va incassato l’assegno?
Così come ci sono delle tempistiche di arrivo, bisogna anche rispettare delle scadenze per quanto riguarda l’incasso. Nel dettaglio, chi riceve l’assegno deve presentarlo per l’incasso entro:
8 giorni dalla data di emissione quando il comune di emissione è lo stesso di quello di pagamento;
15 giorni quando invece è pagabile “fuori piazza”, quindi in un comune differente da quello di emissione.
Trascorso questo termine, l’emittente può comunicare alla banca di non effettuarne più il pagamento. E in tal caso vengono meno anche le tutele solitamente riconosciute a protezione del beneficiario dell’assegno, come ad esempio il protesto ossia quello strumento che consente di agire per via giudiziaria per ottenere la somma spettante.
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