Secondo Borrell, prima o poi l’Europa dovrà scegliere da che parte stare nel conflitto economico fra USA e Cina
Presto o tardi l’Unione europea dovrà scegliere fra Stati Uniti e Cina. Le tensioni fra le due potenze mondiali non si risolveranno, perciò il Vecchio Continente dovrà prendere una posizione, ha detto il vice presidente della Commissione con delega agli Affari esteri Josep Borrell.
Borrell: Ue dovrà scegliere fra USA e Cina
«Gli analisti hanno parlato a lungo della fine del sistema americano e dell’arrivo del secolo asiatico. Ciò sta avvenendo adesso davanti ai nostri occhi», ha detto Borrell lunedì davanti a un gruppo di diplomatici tedeschi, riporta il Guardian.
L’Alto Rappresentante dell’Ue ha aggiunto che la pandemia di coronavirus potrebbe essere vista come un punto di svolta e che «la pressione per prendere posizione sta crescendo».
L’Europa sarà costretta a scegliere fra Cina e Stati Uniti come proprio maggiore alleato, ha spiegato Borrell, per via del cambiamento degli equilibri geopolitici. Fino ad ora l’Ue è stata esitante a seguire il presidente USA Donald Trump nella sua guerra commerciale, ma presto servirà una strategia solida. Il blocco di 27 nazioni «dovrà perseguire i propri interessi e valori» ed evitare così di «essere strumentalizzato dall’una o dall’altra».
Il commento di Borrell rimarca le recenti parole di Margrethe Vestager, commissaria europea alla Competizione, che sottolineavano una certa mancanza di reciprocità: “Nella parte della Danimarca occidentale in cui sono cresciuta, ci insegnavano che quando inviti un ospite e lui non ti invita a sua volta, tu smetti di invitarlo”. L’Europa deve essere “più assertiva e sicura di sé”, ha detto Vestager.
Al momento i legami fra Eurozona e Cina sono piuttosto forti. Le importazioni giornaliere dalla Cina ammontano a beni per 1 miliardo di euro, ma il trend potrebbe cambiare presto. Sempre il Guardian riporta che diversi i governi nazionali, singolarmente, hanno già approvato alcune misure o hanno in qualche modo preso le distanze dallo strapotere cinese.
Il governo tedesco, ad esempio, ha varato leggi per prevenire scalate straniere di compagnie del settore medico. Il ministro delle Finanze francesi ha lasciato intendere che potrebbe emulare la mossa dei vicini.
Molto diversa la posizione dell’Italia. Nel corso della pandemia, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha più volte ringraziato la Cina, nonostante il sospetto dell’Ue sulla diffusione di fake news da parte di Pechino.
At a crucial moment in Europe’s history, we need to invest in an ambitious Europe. One that protects its people and its model: the best combination of political freedom, economic prosperity and social cohesion anywhere on earth.
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