In Italia si avvicina la zona arancione a causa dell’aumento dei ricoveri: l’allarme riguarda soprattutto la pressione sugli ospedali. Per evitarla serve una “corsa contro il tempo” sulle terze dosi.
La zona arancione è più vicina di quel che sembra in Italia. A lanciare l’allarme è Guido Rasi, consulente scientifico del commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo. “Ci stiamo avvicinando” alla zona arancione, è l’avvertimento lanciato da Rasi.
A preoccupare è soprattutto la pressione sugli ospedali che è in aumento con il contestuale incremento dei contagi in tutta Italia e soprattutto in alcune Regioni. Anche il ministero della Salute ha avvertito le autorità sanitarie regionali temendo un ulteriore incremento dei ricoveri nelle prossime settimane.
Se la zona arancione si avvicina, come teme Rasi, intanto il governo prova ad arginare gli effetti dell’aumento dei casi convocando la cabina di regia del 23 dicembre che dovrà stabilire un’eventuale nuova stretta a partire dalla settimana di Capodanno. Difficilmente, però, queste misure potranno evitare la zona arancione, secondo il consulente di Figliuolo.
Corsa contro il tempo sulle terze dosi
La preoccupazione di Rasi sulla zona arancione in Italia è dettata dall’aumento dell’occupazione dei posti ospedalieri. Il consulente di Figliuolo parla di una corsa contro il tempo e invita la popolazione a ricevere la dose booster: “È fondamentale dunque fare subito le terze dosi. I vaccini ci sono e la campagna sta procedendo bene, ma è una corsa contro il tempo”.
Il vaccino e la variante Omicron
Il timore di Rasi riguarda anche la capacità della variante Omicron di bucare i vaccini. Se così dovesse essere ci troveremmo davanti “praticamente un altro virus e allora tutto può cambiare, anche questo green pass potrebbe non bastare più”, come spiega a Mezz’ora in più.
Rasi fa riferimento alle indicazioni finora provenienti dall’Imperial College di Londra secondo cui due dosi di vaccino “rendono al 20-50% di protezione per la malattia sintomatica da Omicron, mentre le tre dosi proteggono dal 50% al 70% per le forme sintomatiche, ma ancora non è chiara quale sarà la protezione dall’infezione”.
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Un altro problema che viene sollevata dal consulente del commissario straordinario è quello del sequenziamento del virus per individuare la diffusione di Omicron: in Italia lo fanno solo 70 laboratori, troppi pochi per Rasi.
Che spiega come vengano raccolti pochi dati e lentamente e per questo “rischiamo di sapere tardi la portata dell’andamento del virus, ritardando decisioni importanti”. Le decisione del governo nella cabina di regia del 23, intanto, verranno prese dopo la flash survey dell’Iss sulla variante Omicron, attesa nelle prossime ore.
L’allarme del ministero della Salute sulla tenuta degli ospedali
Un altro allarme è quello lanciato dal ministero della Salute che chiede alle Regioni di rafforzare le misure di assistenza in quella che viene definita come una “fase epidemica acuta”. Non nasconde la sua preoccupazione anche il ministro Roberto Speranza che riconosce che la situazione non è semplice e i numeri sono in crescita: questo aumento di casi - afferma a Che tempo che fa - “rischia di mettere in crisi le strutture sanitarie”.
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