Terza guerra mondiale vicina: l’allarme lanciato dall’ex segretario di Stato Usa

Luna Luciano

15/08/2022

Gli Stati Uniti vicini alla terza guerra mondiale con Russia e Cina. L’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger lancia l’allarme, dello stesso avviso anche Caracciolo, direttore di Limes.

Terza guerra mondiale vicina: l’allarme lanciato dall’ex segretario di Stato Usa

Il pericolo di una possibile guerra tra Stati Uniti, Cina e Russia, sembra essere sempre più concreto secondo l’ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger. Il conflitto potrebbe sfociare in una terza guerra mondiale.

Secondo quanto dichiarato dall’ex segretario statunitense al Wall Street Journal le ragioni di una guerra sarebbero da imputare a questioni in parte create dagli stessi Stati Uniti «senza alcuna idea di come andrà a finire o a cosa dovrebbe portare». Sarebbe il fallimento di una diplomazia incapace di disinnescare dissapori, creando nuove opzioni.

La leadership statunitense, ha proseguito Kissinger, sarebbe concentrata sulla condanna delle idee con cui non è d’accordo, invece di fermarsi a negoziare e affrontare il pensiero degli avversari. Il risultato di questa linea diplomatica sarebbe ora quanto mai evidente, con una progressiva perdita di equilibrio tra le tre potenze mondiali Stati Uniti Russia e Cina. La riflessione dell’ex capo della diplomazia americana arriva a poco più di dieci giorni dalla visita a Taiwan della speaker della Camera americana, Nancy Pelosi, che ha scatenato l’ira di Pechino. Subito dopo il viaggio, infatti, la Cina ha avviato delle esercitazioni militari attorno all‘isola dal 4 al 7 agosto.

Ma Kissinger non è l’unico a essere preoccupato per gli equilibri geopolitici: l’esperto Lucio Caracciolo, direttore della scuola e della rivista Limes, ha analizzato in un’editoriale per La Stampa l’incrinarsi dei rapporti Usa-Cina, reputando più che concreto il rischio di un nuovo conflitto. In tal caso è opportuno analizzare quali sono i rapporti degli Stati Uniti con le altre due super potenze.

Terza guerra mondiale vicina: i rapporti incrinati con la Russia

L’ombra di una terza guerra mondiale si è estesa dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, e benché sul campo ci siano solo due eserciti, la Nato e l’Europa hanno preso parte indirettamente al conflitto, inviando armi e infliggendo sanzioni alla Russia. Eppure le azioni delle forze militari russe si fanno sempre più ardite, non per ultimo poche settimane fa la Russia ha bloccato il mar Adriatico e i movimenti della portaerei americana Truman, provocando un pericoloso avvicinamento tra l’incrociatore russo e l’omologo americano. Segno evidente di dimostrazioni di prove di forza reciproche e di rapporti sempre più tesi.

Kissinger inoltre si è detto preoccupato per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, bersaglio di bombardamenti, con il rischio di un disastro nucleare, mentre Kiev e Mosca si accusano vicendevolmente degli attacchi. Una situazione incandescente, che la diplomazia americana, sempre più «sensibile all’emozione del momento», non sembra riuscire gestire instaurando un vero dialogo, utilizzando la tipica e sterile retorica di deterrenza.

Cina e Stati Uniti: il rischio di una terza guerra mondiale è alto

E se i rapporti di Stati Uniti e Russia sono alquanto preoccupanti, non da meno sono quelli con la Cina. E a dirlo questa volta non è solo Kissinger ma anche Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes. «Cina e Stati Uniti sono su un piano inclinato che porta alla guerra». Queste le parole dell’esperto di geopolitica, secondo il quale si tratterebbe ormai di una questione di tempi e di modi.

L’ira di Xi Jinping e di Pechino, presidente della Repubblica Popolare cinese, scatenata dalla visita lampo a Taiwan di Nancy Pelosi, presidente della Camera americana, ha visto una serie di «operazioni militari mirate» che hanno accerchiato l’isola dal 4 al 7 agosto. Un linguaggio che, come ha scritto Caracciolo, rievoca sinistramente «l’operazione militare speciale” della Russia contro l’Ucraina».

E se né Washington, né Pechino sembrano oggi disposte allo scontro, il rischio di un conflitto per incidente è comunque palpabile, data la robusta presenza aeronavale americana nell’area. Inoltre bisogna considerare gli interessi delle due potenze. Gli Stati Uniti desiderano la «fine del regime comunista», favorita dalla nascita di più “Cine” più o meno indipendenti per conservare il primato mondiale di superpotenza. Così come la Cina non ha alcun interesse in una guerra in quanto comprometterebbe l’ascesa economica.

Ma come ricorda Caracciolo, benché non voglia una guerra, la Cina ha fissato l’obiettivo di riassorbire Taiwan entro il 2049, e gli Stati Uniti sarebbero pronti a combattere se Pechino attaccasse Taiwan: «Non può non farlo. Perché se rinunciasse a difendere la “sua” Cina consegnerebbe all’altra Cina lo scettro di Numero Uno planetario». L’unica via per impedire una terza guerra mondiale è che gli Stati (Usa, Cina e Russia) riconoscano il pericolo e accettino di regolare tramite negoziazioni le loro dispute, ma come sostenuto dall’esperto: «Ne siamo più lontani che mai».

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