Dopo quanto tempo scade il testamento? Ecco cosa stabilisce la legge a riguardo, cosa cambia per i testamenti speciali e come funziona la revoca tacita.
Il testamento è l’unico atto con cui è possibile disporre del patrimonio dopo la morte e per essere valido ed efficace richiede il rispetto di precisi requisiti. Ad oggi, le persone che fanno testamento sono molte meno rispetto al passato, anche se negli ultimi anni si è registrato un lieve aumento dei lasciti testamentari. Un’indagine condotta dal Comitato testamento solidale nel 2021 mostra che dietro questa reticenza c’è spesso una mancata conoscenza del funzionamento del testamento e della sua utilità, soprattutto per chi non è considerato ricco o abbiente.
Molto spesso, anche chi vorrebbe fare il testamento rimanda continuamente la sua scrittura, non tanto per scaramanzia ma perché non lo ritiene necessario nell’immediato. Non è un caso, se molti si preoccupano della scadenza del testamento, magari dopo aver ascoltato notizie su testamenti impugnati e testamenti più recenti in favore dei più datati. Facciamo chiarezza.
Quando scade il testamento
È bene eliminare subito il dubbio: il testamento non scade, ha piena validità finché il testatore non lo revoca. È irrilevante quanti anni prima rispetto alla morte siano state scritte le disposizioni, il testamento non scade nemmeno dopo più di 50 anni.
Questo vale per il testamento olografo, quello pubblico e quello segreto, purché rispettino i requisiti di legge. Il testamento, infatti, può essere nullo o annullabile a prescindere dalla sua data ma per il mancato rispetto delle previsioni di legge a riguardo.
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I testamenti speciali
Le leggi sui testamenti contengono un’importante eccezione, appunto quella dei testamenti speciali. Si tratta di disposizioni testamentarie che seguono regole particolari, dovute alle altrettanto particolari esigenze del testatore. Fa eccezione anche la scadenza del testamento.
I testamenti speciali sono riservati a chi si trova in pericolo di morte e impossibilitato n modo persistente a seguire le regole ordinarie e pertanto è derogato dal rispetto dei requisiti più stringenti, come le caratteristiche dei testimoni e il soggetto che riceve le disposizioni. Ad esempio, è ammesso il testamento speciale in situazione di guerra e calamità naturali.
In ogni caso, i testamenti speciali hanno una validità di 3 mesi dal ritorno alla situazione normale, quando il testatore ha la possibilità di testare nella maniera ordinaria. Si tratta dell’unica ipotesi in cui il testamento scade, in favore della succesione legittima o di eventuali altri testamenti del defunto.
Quanto dura il testamento, la revoca tacita
Ciò che spesso si interpreta come scadenza del testamento è il meccanismo della revoca tacita, con cui il testatore dispone l’annullamento del testamento in questione senza dichiarare la sua volontà in un atto pubblico.
Questo può avvenire con la scrittura di un nuovo testamento, in particolare l’articolo 682 del Codice civile stabilisce che il testamento più recente revoca il precedente per quanto concerne le disposizioni incompatibili con le volontà espresse, a meno che il testatore non specifichi altro. Si parla in questo caso di “testamento posteriore incompatibile con quello anteriore.
Quando si fa un nuovo testamento, purché sia valido, si ha la scadenza del precedente, che non ha più alcun valore. La revoca tacita, tuttavia, può concretizzarsi anche in altri atti e comportamenti del testatore incompatibili con le disposizioni testamentaria.
Ad esempio, è ciò che accade quando il testamento lascia alcuni beni a un erede ma prima della morte il testatore li vende oppure li dona ad altri. Nel dettaglio, l’articolo 686 del Codice civile annovera tra le modalità di revoca tacita “l’alienazione e la trasformazione della cosa legata”.
Infine, la revoca tacita del testamento avviene anche con la distruzione del testamento olografo e il ritiro del testamento segreto che difetta dei requisiti del testamento olografo. In ogni ipotesi di revoca del testamento, acquista valore il testamento precedentemente redatto (purché ci sia e sia valido), ecco perché talvolta si scambia questo principio con una “scadenza”.
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