L’ultimo missile lanciato da Kim è un avvertimento agli Stati Uniti. Ma qual è la vera strategia di Pyongyang? Prendere tempo in attesa dello sprint militare finale.
Lo scorso 18 dicembre, mentre il missile balistico intercontinentale Hwasong-18 lanciato dalla Corea del Nord atterrava a ovest dell’Hokkaido, in Giappone, dopo un volo durato oltre 70 minuti, il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, accoglieva a Pechino un alto funzionario di Pyongyang.
In quegli stessi istanti, una delegazione nordcoreana guidata da Pak Myong-ho, vice ministro degli Affari Esteri di Kim Jong-un, era da poco arrivata in Cina al termine di un raro viaggio diplomatico. Con l’intenzione, si legge in un comunicato diramato dalle autorità cinesi, di rafforzare i legami con il gigante asiatico “in una prospettiva strategica e a lungo termine”.
Non sono filtrate notizie in merito ai temi affrontati tra le parti. Secondo quanto riferito dall’agenzia statale nordcoreana, Kcna, Wang e Pak hanno avuto un non meglio specificato scambio di opinioni su questioni di “preoccupazione comune” in un’atmosfera amichevole. [...]
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