La controffensiva dell’Ucraina è esaurita e ora è la Russia a guadagnare terreno: Putin sta vincendo la guerra - a caro prezzo - e la Nato sta perseverando nei propri errori.
Che fine ha fatto la guerra in Ucraina? Quasi 630 giorni dopo l’invasione da parte della Russia, di questo conflitto così delicato, importante e cruento, se ne parla sempre meno da quando lo scorso 7 ottobre Hamas ha attaccato Israele scatenando la durissima reazione dello Stato ebraico.
Cinicamente si potrebbe dire che il caos in Terra Santa abbia fatto un bel favore all’Occidente, che ora può depennare dall’agenda setting la guerra in Ucraina che di colpo è sparita dalle notizie principali dei media nostrani.
Pagando un carissimo prezzo in termini di vite umane Vladimir Putin sta vincendo questa guerra, con la Russia che sarebbe passata ora all’attacco dopo aver retto nei mesi estivi l’urto della controffensiva ucraina.
Stando alle notizie che arrivano dal fronte, l’esercito russo starebbe avanzando intorno alle città di Bakhmut - in pratica riprendendo il possesso di tutte le postazioni finite in mano a Kiev durante la controffensiva - e di Avdiivka.
Lentamente Putin così starebbe continuando a fare dei - piccoli - passi in avanti nel Donbass: una volta preso il possesso di tutta la Regione, la Russia potrebbe aver raggiunto il suo scopo in questa guerra e fermare l’offensiva.
Guerra in Ucraina: la Caporetto della Nato?
Jens Stoltenberg dopo aver dichiarato in passato che “l’Ucraina può vincere questa guerra”, adesso di colpo si è reso conto che “la situazione sul campo di battaglia è difficile”. Meglio tardi che mai.
Questa situazione per il segretario generale della Nato però “ci deve spingere ancora di più ad aiutare l’Ucraina”, ovvero mandare più armi probabilmente ignorando le difficoltà a riguardo dell’Occidente e la sostanziale inutilità della cosa: Kiev può vincere la guerra solo se l’Alleanza atlantica dovesse decidere di intervenire militarmente contro la Russia, ma questo significherebbe dare il via a un conflitto mondiale potenzialmente anche nucleare.
In contemporanea alle dichiarazioni di Jens Stoltenberg, sempre da Bruxelles l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue Josep Borrell ha ammesso che l’Europa - come già vi avevamo scritto tempo fa - non riuscirà a fornire 1 milione di munizioni all’Ucraina entro marzo 2024: finora sono stati consegnati solo 300.000 proiettili.
Il problema di fondo di questa promessa fallita però non sarebbe la difficoltà dell’industria bellica nel produrre i proiettili, ma il fatto che le munizioni poi una volta pronte vengono vendute ad altri Paesi invece che essere inviate in Ucraina.
La Russia invece in poche settimane è riuscita a ottenere dalla Corea del Nord 1 milione di munizioni con cui riprendere a bersagliare le postazioni nemiche.
Se di mezzo non ci fossero morti, feriti e indicibili sofferenze, si potrebbe parlare di una notizia farsesca oltre che grottesca. Dall’altra parte dell’Oceano le cose non vanno molto meglio, con la Casa Bianca che non riesce a far approvare dal Congresso ulteriori stanziamenti per Kiev.
Joe Biden in crisi nei sondaggi poi deve fronteggiare in vista delle elezioni presidenziali la crescente disaffezione degli americani per la causa ucraina: in questo scenario il numero uno della Nato Jens Stoltenberg sta continuando a invocare più armi, come se qualche jet in più potesse invertire la sorte di una guerra che vede impegnata, dall’altra parte, la maggiore potenza nucleare al mondo.
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