Durante il vertice Nato verrà stabilita una data per l’ingresso dell’Ucraina: una guerra mondiale così appare inevitabile anche se Trump dovesse vincere le elezioni.
Quando la terza guerra mondiale sarà argomento dei libri di storia, ai futuri studenti verrà spiegato come il vertice Nato attualmente in corso a Washington sia stato una delle cause dello scoppio di un conflitto di tale proporzioni per giunta tra potenze nucleari.
Prima del vertice tutte le agenzie di stampa sono state concordi solo su una cosa: anche dopo il terribile attacco russo su Kiev - colpito un ospedale pediatrico con il bilancio che è di oltre 40 morti, praticamente quello che succede ogni giorno a Gaza senza generare però la sacrosanta indignazione -, l’unico punto fermo della Nato è quello del dire no al momento a un ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza atlantica.
Del resto la guerra in Ucraina è scoppiata proprio perché la Russia ha voluto in qualche modo anticipare l’ingresso di Kiev nella Nato, un’adesione de facto congelata dall’inizio dell’invasione.
Se l’Ucraina dovesse entrare nella Nato tutti gli altri trentadue Paesi membri - Italia compresa - sarebbero chiamati a correre in suo soccorso militare al primo proiettile russo caduto sul territorio ucraino.
“Nella dichiarazione finale del vertice - ha riportato l’Ansa citando due funzionari che si sono confidati con Politico - la Nato userà il termine ‘irreversibile’ per definire il percorso di Kiev verso l’adesione, stabilendo questa volta nero su bianco una scadenza”.
L’Ucraina così entrerà a far parte dell’Alleanza atlantica “una volta attuate tutte le riforme democratiche”, ma la situazione potrebbe degenerare prima con l’Occidente che da tempo si sta preparando a una guerra mondiale contro la Russia e i suoi potenziali alleati.
Ucraina nella Nato vuol dire terza guerra mondiale
Questo vertice Nato che potrebbe - tristemente - passare alla storia come una sorta di pistola di Sarajevo della terza guerra mondiale, andrà a prendere anche altre due decisioni molto importanti.
All’Ucraina verranno forniti nuovi Patriot e F16, con i secondi che decolleranno con ogni probabilità dalle basi Nato di stanza in Romania mentre la Polonia dovrebbe aiutare Kiev nel coordinare i sistemi di difesa antimissilistica: l’Occidente di fatto è già parte attiva di questa guerra e presto potrebbe inviare anche degli addestratori nelle retrovie ucraine.
L’altra decisione importante è quella della creazione di un comando Nato a Wiesbaden, in Germania, per coordinare aiuti, addestramento e logistica per le forze ucraine, con il presidente Zelensky che potrà contare anche su un flusso stabilito di finanziamenti.
Tutte mosse queste che servono soprattutto a mettere a riparo la Nato dai probabili ripensamenti di Donald Trump, il grande favorito per la vittoria alle elezioni Usa di novembre: l’obiettivo è blindare la certezza dell’adesione dell’Ucraina, garantire soldi e armi sine die oltre a una catena di comando più indipendente dai dettami di Washington.
Se Vladimir Putin attese la fine delle Olimpiadi invernali in Cina per invadere l’Ucraina, adesso sono i Giochi di Parigi il possibile evento da dover concludere prima di scatenare la terza guerra mondiale, un incubo che sembrerebbe spaventare tutti tranne che i leader mondiali e le grandi corporation.
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