Gli Usa a breve daranno il permesso all’Ucraina di colpire il territorio russo, mentre la Cina ha circondato con navi e aerei Taiwan: siamo all’inizio della terza guerra mondiale?
La terza guerra mondiale a “pezzetti” evocata qualche tempo fa da Papa Francesco si starebbe tristemente materializzando, con neanche lo spauracchio nucleare che sembrerebbe essere capace di fermare un’escalation che, da verbale, sta diventando sempre più de facto.
Dall’Europa al Medio Oriente fino all’Asia Orientale e all’immancabile Africa, vecchie e nuove guerre insieme a tensioni mai sopite presto potrebbero unirsi in un tragico conflitto di proporzioni mondiali: in ballo c’è il controllo dell’ordine mondiale, da sempre in mano all’Occidente - ovvero agli Stati Uniti - e ora bramato dalle potenze emergenti guidate dalla Cina.
Il tetro percorso che ci potrebbe portare verso una terza guerra mondiale da tempo è stato tracciato: l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha rotto tutti gli equilibri che per decenni hanno caratterizzato i rapporti tra i due blocchi, ora manca soltanto la miccia capace di innescare a mo’ effetto domino un conflitto di proporzioni globali.
I fatti sono noti. La Russia sta per vincere la guerra contro l’Ucraina e la Nato può impedirlo in un solo modo visto che non considera l’opzione diplomatica nonostante le recenti aperture - forse di facciata, ma poteva valere la pena cercare perlomeno di capire se si trattasse di un bluff - da parte di Mosca: unirsi alle coriacee truppe ucraine che da sole non potrebbero vincere anche con tutte le armi del mondo.
Per cercare di salvare le apparenze ecco che da tempo i leader occidentali sono alle prese con autentiche capriole, mezze fughe in avanti e imbarazzanti silenzi: ora la discussione è sul permettere all’Ucraina di colpire il territorio russo con le armi fornite dalla Nato, domani sarà sull’inviare soldati al fronte dando il via ufficialmente alla terza guerra mondiale.
Nel frattempo Israele sta continuando la sua mattanza nella Striscia di Gaza con un occhio sempre ben puntato sull’Iran, mentre la Cina dopo le esercitazioni dei giorni scorsi adesso ha circondato l’isola ribelle di Taiwan con 38 aerei e 7 navi da guerra.
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Come stanno costruendo la terza guerra mondiale
Di recente si è parlato del rischio di una terza guerra mondiale legato alla possibilità che l’Ucraina colpisca il territorio russo con missili occidentali. In seno alla Nato finora il grande oppositore a questo scenario è stato Joe Biden, come se un segretario generale in scadenza come Jens Stoltenberg potesse fare esternazioni del genere senza il disco verde da parte di Washington.
Magicamente da Oltreoceano adesso ci fanno sapere che il presidente statunitense, fortemente pressato da più parti, starebbe considerando se revocare il divieto di sparare con armi a stelle e strisce in territorio russo.
“Ha resistito a lungo all’autorizzazione dell’Ucraina a utilizzare armi statunitensi all’interno della Russia a causa della preoccupazione che potesse degenerare in uno scontro diretto americano con un avversario dotato di armi nucleari - si legge sul New York Times -. Ora, dopo mesi di lamentele sulle restrizioni da parte del presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyj, la Casa Bianca ha avviato una rivalutazione formale e apparentemente rapida sull’opportunità di correre il rischio. Approvare ulteriori usi delle armi statunitensi darebbe a Kiev la possibilità di condurre contrattacchi contro i siti di artiglieria e missilistici che ora godono di una sorta di rifugio sicuro proprio all’interno della Russia”.
Come andrà a finire appare scontato. Quando anche gli Stati Uniti daranno il loro assenso ci sarà da capire cosa farà l’Italia che finora si è mostrata contraria. Per Giorgia Meloni infatti sarebbe “meglio rafforzare le difese anti-aeree di Kiev”, ma da quando c’è la guerra il nostro governo si è sempre allineato alle decisioni prese dalla Casa Bianca.
A breve così potrebbe essere compiuto un ulteriore passo verso la terza guerra mondiale, con lo step successivo che dovrebbe essere quello di inviare soldati formatori americani in Ucraina, con lo stesso che potrebbero fare anche Francia e Regno Unito.
Sulle colonne della Stampa, Domenico Quirico ha ricordato di come “in Vietnam fu così, quando Kennedy fu ucciso ‘gli istruttori’ erano già sedicimila; settanta erano morti, la guerra era diventata infinita ed era già persa”.
“Quando il primo ‘consigliere’ sarà ucciso, perché avverrà, allora ogni soldato morto occidentale - ha spiegato Quirico - finirà per diventare una ragione in più perché altri ne muoiano in Ucraina”. Se non verrà fermata questa macchina che da tempo è stata messa in moto, parlare di terza guerra mondiale non sarà più un esercizio di mero allarmismo come Meloni dixit.
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