Il rendimento dei Treasury a 20 anni è salito di 40 punti base in pochi giorni. Non è solo paura: i mercati temono che il peggio debba ancora venire. Ecco i segnali.
Il mercato obbligazionario statunitense è il pilastro del sistema finanziario globale. Con 28.600 miliardi di dollari in circolazione, è l’infrastruttura invisibile su cui si reggono banche centrali, istituzioni private e flussi di denaro di tutto il mondo. Ma oggi, quella stessa struttura mostra segni di tensione preoccupanti. E questa volta non si tratta di fattori esogeni, ma di una crisi innescata direttamente dalle scelte politiche della Casa Bianca.
La miccia è scattata con l’annuncio dei nuovi dazi del 2 aprile. La risposta del mercato è stata brutale: fuga dagli asset rischiosi, balzo dei rendimenti dei Treasury a 10 anni (+30 punti base in pochi giorni), vendite forzate da parte degli hedge fund e un rapido deterioramento della liquidità.
La situazione è peggiorata al punto da costringere l’amministrazione a fare marcia indietro: i dazi sono stati sospesi il 9 aprile, a meno di una settimana dall’annuncio. Ma il segnale inviato agli investitori è stato chiaro. Il rischio di crisi non è sventato, è solo stato rimandato. [...]
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