Le dichiarazioni rilasciate da Orcel sul prezzo offerto per la conquista di Banco BPM. Che per sfuggire a UniCredit guarderebbe ora anche alla soluzione MPS.
Fari puntati ancora sulle azioni di Banco BPM, dopo i commenti sul valore del titolo rilasciati dal CEO di UniCredit Andrea Orcel.
Le dichiarazioni di Orcel sono emerse dal documento relativo all’OPS sul Banco che UniCredit ha depositato presso la Consob venerdì scorso.
OPS UniCredit su Banco BPM, Orcel: offerta congrua
A dispetto del prezzo più alto, rispetto a quello offerto da UniCredit, che Piazza Affari sta chiedendo da giorni a Orcel, il banchiere ha tenuto il punto:
“Riteniamo che la nostra offerta agli azionisti di BPM sia congrua, in quanto portante un premio pari a circa il 15-20% rispetto al prezzo dell’azione BPM prima che fosse influenzato positivamente dall’offerta in corso su Anima e da ulteriori speculazioni riguardo a possibili operazioni di M&A”.
Orcel ha ribadito dunque che, a suo avviso, il prezzo è giusto.
Non solo: l’AD di UniCredit ha fatto notare anche che, sulla base del prezzo di chiusura di ieri sera (venerdì scorso, 13 dicembre), “le azioni di Banco BPM vengono scambiate con un premio di circa il 31% rispetto al consensus P/E 2025 di UniCredit e con un premio di circa il 44% su base consensus P/E 2026, nonostante la nostra convinzione che UniCredit abbia una resilienza e diversificazione di gran lunga superiore in vista di un anno sfidante e un total distribution yield due volte superiore ”. (praticamente, ora le azioni Banco BPM sarebbero anche sopravvalutate).
Piazza Gae Aulenti ha ricordato che il corrispettivo offerto esprime una valorizzazione monetaria pari a 6,657 (con arrotondamento alla terza cifra decimale) per ciascuna Azione BPM incorporando un premio pari a:
- 0,5% rispetto al prezzo ufficiale delle Azioni BPM rilevato al 22 novembre 2024 (di 6,626 euro);
- 14,8% rispetto al prezzo ufficiale delle Azioni BPM rilevato al 6 novembre 2024 (pari a 6,408 euro), prima dell’annuncio dell’offerta pubblica di acquisto di Banco BPM Vita S.p.A., in concerto con BPM, sulla totalità delle azioni ordinarie di Anima Holding.
Un messaggio che UniCredit ha lanciato non solo a Banco BPM, ma alla stessa Piazza Affari, che ha continuato in queste ultime sessioni a chiedere a Orcel un prezzo più alto.
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Orcel ha poi ripetuto quello che è diventato una sorta di mantra, reiterato più volte, ogni volta che in passato era stato interpellato sulle mire di acquisizione di UniCredit ovvero, la convinzione secondo la quale una qualsiasi operazione di M&A non deve essere un must quanto, piuttosto, un acceleratore di crescita: “ UniCredit resta impegnata a mantenere il proprio approccio disciplinato all’M&A, secondo il quale ogni operazione deve dimostrare di avere un fit strategico e soddisfare o superare i nostri parametri finanziari di riferimento: deve creare valore per i nostri azionisti ed essere una alternativa preferibile al riacquisto di azioni proprie. Questi parametri devono essere soddisfatti affinché qualsiasi operazione sia considerata di successo”.
Non è mancato un messaggio su quanto una operazione di M&A con UniCredit sarebbe conveniente per gli azionisti di Banco BPM, con Orcel stesso che ha sbandierato il ricco distribution yield che il matrimonio - che secondo il governo Meloni non s’ha fare - creerebbe: “La nostra offerta di scambio attribuisce agli azionisti di Banco BPM la possibilità di partecipare a una creazione di valore attraverso la realizzazione di efficienze e sinergie, beneficiando al contempo nel 2025 di un distribution yield due volte superiore, con la possibilità di incrementare tale differenziale in futuro”.
Il banchiere è tornato dunque a sponsorizzare la sua mossa, sventolando la prospettiva di dividendi più ghiotti, ricordando quanto gli azionisti di Banco BPM guadagnerebbero nel caso in cui l’istituto guidato dal CEO Giuseppe Castagna si lasciasse conquistare da UniCredit.
L’AD non poteva non tornare a tessere le lodi di UniCredit: una banca che, parole sue, “sovraperforma e ci aspettiamo continui a sovraperformare rispetto a tutti i suoi concorrenti, grazie a una forte diversificazione geografica verso paesi attrattivi, ricavi di alta qualità, una superiore efficienza operativa e del capitale, nonché capacità di investimento, una posizione patrimoniale senza pari e la capacità di affrontare contesti incerti meglio di qualsiasi altro competitor”. Tutto questo, grazie a “una strategia che ha prodotto risultati costanti per 15 trimestri”.
Ancora Orcel: “Le operazioni di M&A sono un potenziale acceleratore di crescita che aggiunge valore, ma solo se basate sui giusti parametri ”.
Sale l’appeal speculativo di Banco BPM e MPS
Venerdì scorso le azioni Banco BPM hanno chiuso in calo dello 0,18% a quota 7,846 euro, il titolo UniCredit ha ceduto lo 0,79% a 38,93 euro, mentre le azioni MPS sono salite ulteriormente, avanzando dell’1,37%, a 6,67 euro.
Oggi il titolo Banco BPM riprende la corsa, confermandosi tra le azioni migliori del Ftse Mib di Piazza Affari, salendo di oltre il 2%, e così agguantando anche la soglia di 8 euro, al record di sempre.
Evidentemente, anche se Orcel ha definito l’offerta “congrua”, il mercato continua a scommettere sul rilancio da parte di UniCredit.
Focus anche sulle azioni MPS-Banca Monte dei Paschi di Siena, che venerdì scorso hanno beneficiato di alcuni rumor riportati da Bloomberg, secondo cui il Banco starebbe riflettendo su due opzioni per difendersi dalle mire di Piazza Gae Aulenti, guardando ora con favore anche alla possibilità di un matrimonio con l’istituto senese: ipotesi che sarebbe tra l’altro spalleggiata dal governo Meloni, che ha strepitato più volte da quando UniCredit ha lanciato la sua OPS da 10,1 miliardi di euro su Banco BPM in quanto secondo il suo piano, volto alla creazione di un terzo polo bancario in Italia, il ruolo della banca guidata da Giuseppe Castagna sarebbe piuttosto quello di rilevare il Monte dei Paschi, dopo averne acquisito una quota del 5% (che salirebbe al 9% in caso in cui l’OPA lanciata sul gioiello italiano del risparmio gestito Anima andasse a buon fine).
I rumor su un matrimonio tra MPS e Banco BPM (con tanto di tesoretto rappresentato anche in questo caso dai dividendi) premiano le azioni del Monte, che tornano a salire anche nella sessione odierna, riportando un progresso del’1,5%, a quota 6,774 euro. Bene in Borsa anche UniCredit, che avanza di oltre l’1%, a quota 39,335 euro.
Anche Banco BPM gioca la carta dei dividendi
L’altra opzione di Piazza Meda, ha riportato Bloomberg venerdì scorso, sarebbe quella di continuare a ballare da sola, alzando tuttavia il target sugli utili e promettendo ancora più dividendi ai suoi azionisti, a conferma di come anche Banco BPM sia intenzionata a giocare la carta dei dividendi, per evitare che questi ultimi cedano al canto delle sirene di UniCredit.
Canto delle sirene che tuttavia, secondo diversi analisti, non sarebbe sufficiente a far cadere gli stakeholders di BAMI nella rete di Piazza Gae Aulenti, per un motivo ben semplice: contrariamente a quanto è stato rimarcato da Orcel nella nota con cui UniCredit ha reso noto di aver depositato alla Consob il documento relativo all’OPS, il prezzo offerto non è giusto.
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Lo ha fatto notare più volte Piazza Affari e lo hanno detto anche diversi analisti.
Agli inizi di dicembre si era messa in evidenza a tal proposito la riflessione degli analisti di Intermonte che hanno scritto in una nota che l’offerta di UniCredit, a loro avviso, dovrebbe essere arricchita di una componente in contanti, individuando in 3,7 miliardi di euro il valore del rilancio che Orcel dovrebbe aggiungere ai 10,1 miliardi di euro circa finora proposti.
Non per niente la divisione di ricerca di Intermonte ha alzato agli inizi di dicembre il target price di Banco BPM a 8,45 euro, rimarcando la necessità che Piazza Gae Aulenti mettesse sul piatto un premio più ricco per le azioni di Piazza Meda.
In queste ultime sessioni di Piazza Affari, alcune fonti hanno parlato di un prezzo giusto che dovrebbe essere pari addirittura a 16 miliardi di euro.
Adesso bisognerà vedere come si muoverà Orcel dopo aver appreso le informazioni clou che lui stesso ha detto essere necessarie per valutare una eventuale nuova manovra: informazioni clou sul Banco che arriveranno tuttavia soltanto agli inizi di febbraio, per la precisione il prossimo 7 febbraio, quando BAMI pubblicherà i risultati di bilancio.
Per ora, Banco BPM ha respinto l’OPS di UniCredit, adducendo tra i motivi anche il drammatico impatto che le nozze tra i due istituti avrebbero sulla propria forza lavoro.
La cifra annunciata dal CEO Giuseppe Castagna è alquanto spaventosa, indicando il rischio di tagli per ben 6.000 dipendenti di BAMI. L’offerta di Orcel è stata inoltre definita dall’istituto “ostile.”
Naturale dunque la mossa del maggiore azionista di Piazza Meda, ovvero dei francesi di Crédit Agricole, che sono saliti nel capitale di Banco BPM portando la loro partecipazione al 15%, bussando anche alla porta della BCE per avere di più. Tutto, a quanto pare, con il sostegno del governo Meloni, disposto a fare di tutto, a quanto pare, per non farsi strappare da UniCredit quella che è una pedina chiave per chiudere il dossier MPS.
C’è poi chi ha fatto notare in queste ultime sessioni che la vera preda di tutti, più che Banco BPM, è la SGR Anima, che farebbe gola a tutti, in primis a UniCredit e a Banco BPM. Ma anche, a quanto pare, all’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone, che tra l’altro ha fatto almeno due volte shopping delle azioni del Monte dei Paschi.
Oggi le azioni del gruppo del risparmio gestito sono tuttavia piatte, segnando un calo appena sotto alla parità, che le porta a essere scambiate a quota 6,65 euro, dopo che, lo scorso giovedì, è arrivato il via libera “incondizionato” dell’Antitrust all’acquisizione di Anima da parte di Banco BPM. Che tuttavia, con la mossa di Orcel, rimane congelata.
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