Andrea Orcel, numero uno di UniCredit, mette il dito nella piaga della preda Banco BPM. Quella decisione che non lo convince per niente e che mette a rischio l’OPS.
Andrea Orcel, CEO di UniCredit , incassa la vittoria su tutti i fronti: gli azionisti dicono sì al suo maxi stipendio, a cui si erano di nuovo opposti i proxy advisor, e dicono sì anche all’aumento di capitale proposto dal CDA a servizio dell’OPS che Piazza Gae Aulenti ha lanciato alla fine di novembre su Banco BPM.
La grande incognita, tuttavia, rimane: quel matrimonio tra UniCredit e il Banco, dopo il doppio no che Piazza Meda è stata costretta a incassare, prima dalla BCE, poi dall’EBA, e dopo le stesse dichiarazioni che Orcel ha rilasciato nel suo intervento all’assemblea dei soci di ieri, si farà oppure no?
Orcel si gode la vittoria e ripete:prezzo OPS su Banco BPM con premio congruo
Per ora, Orcel si gode la vittoria.
La soddisfazione è palese, stando a quanto emerge dal comunicato con cui UniCredit ha snocciolato quanto emerso dall’assemblea degli azionisti di ieri, giovedì 27 marzo 2025.
Orcel, oltre a “rinfacciare” a Banco BPM quanto UniCredit avesse avuto ragione ad avanzare dubbi sulla capacità della sua preda di ottenere l’ok delle autorità all’utilizzo del Danish Compromise, nell’OPA promossa su Anima Holding, ha ribadito quanto aveva ripetuto per mesi interi: l’offerta messa sul piatto per inglobare Piazza Meda è a premio.
Per la precisione, “la posizione della BCE conferma la congruità del premio implicito nell’offerta di UniCredit per BPM e l’adeguatezza del riferimento ai prezzi di mercato precedenti all’annuncio dell’offerta Anima”.
Forte di quello che è stato un vero e proprio plebiscito dei soci alle proposte del CDA, il Ronaldo dei banchieri si è così espresso:
“Siamo riconoscenti per il supporto significativo dimostrato per la nostra offerta per Banco BPM, approvata
dal 99,88% degli azionisti, e ci impegniamo a eseguirla in coerenza con i parametri finanziari già
chiaramente comunicati”.
Orcel, stoccata a Castagna su fiducia in ok BCE a Danish Compromise. E quel “motivo di preoccupazione”
Riguardo al caso del no al Danish Compromise da parte della BCE, Orcel - che, già nel suo intervento di ieri aveva ricordato come la sua cautela ad alzare il prezzo dell’OPS su Banco BPM fosse stata avallata dai fatti - ha rincarato la dose: “ Nonostante le ripetute rassicurazioni e la fiducia espressa dall’amministratore delegato di Banco BPM, la BCE – per quanto risulta dall’estratto della sua comunicazione a Banco BPM, pubblicato ieri da quest’ultima su richiesta della Consob - ha indicato chiaramente che il c.d. Danish Compromise non sarà applicato all’acquisizione di azioni Anima da parte di Banco BPM”.
Le riflessioni di Orcel non si sono fermate qui:
“E’ ragionevole ritenere che questi sviluppi possano avere implicazioni negative per il rendimento del
capitale allocato da Banco BPM all’acquisto di azioni di Anima e per il capitale regolamentare - CET1 - della
stessa BPM, con possibili ripercussioni negative sulla sua futura crescita e sulle sue future distribuzioni”.
E a rischio sarebbe secondo il CR7 della finanza la stessa capacità attuale di Banco BPM di erogare prestiti a sostegno dell’economia. Sempre facendo riferimento ai recenti sviluppi, questi secondo il banchiere “presumibilmente, porterebbero altresì a una riduzione della capacità di Banco BPM di fornire credito all’economia reale nei prossimi anni”.
Di conseguenza, Orcel si è detto preoccupato riguardo alla decisione di Banco BPM di portare avanti l’OPA su Anima anche senza beneficiare del Danish Compromise, cosiddetto sconto danese, come annunciato ieri da Piazza Meda.
Per il numero uno di UniCredit, la“decisione recentemente annunciata da BPM di procedere a prescindere è motivo di preoccupazione ”.
Che succede ora all’OPS? Ancora dubbi Orcel su capitale BAMI post Anima
Ciò significa che “alla luce di questi sviluppi UniCredit valuterà con la dovuta attenzione e - dopo aver compreso le possibili misure di mitigazione e il loro costo, il risultato dell’Offerta Anima e ogni altra circostanza rilevante – deciderà se proseguire o meno nell’operazione, in linea con i termini della sua offerta ”.
Ancora, Orcel ha fatto notare la necessità di tenere in considerazione “gli impatti che l’eventuale acquisizione di azioni Anima da parte di Banco BPM avrebbe su redditività, solidità patrimoniale, capacità di crescita e distribuzioni pro-forma di Banco BPM al momento del closing, anche alla luce della tempistica, del rischio di esecuzione connesso e dell’entità delle eventuali azioni di mitigazione che il Consiglio di Amministrazione di Banco BPM dovesse adottare”.
Dunque, è stato l’appello di Orcel, “a questi fini UniCredit auspica che Banco BPM faccia chiarezza al più presto su tutti gli elementi necessari, inclusi gli aspetti sopra menzionati, al fine di dare un’informativa completa al mercato e a tutti gli stakeholder”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA