Gli Usa stanno addensando in Medio Oriente truppe, navi e aerei pronti a dare il via anche una guerra nucleare: se Iran o Libano attaccano Israele, può scatenarsi l’inferno.
Di una possibile guerra nucleare ormai ne sentiamo parlare da mesi, ovvero da quando oltre un anno e mezzo fa la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina dando il via a una “operazione speciale” come è stata rinominata da Vladimir Putin.
Del conflitto in Ucraina però non sentiamo parlare da dieci giorni - piccolo spoiler, si continua a combattere duramente con i russi che ora stanno attaccando nel Donbass -, visto che in Israele è scoppiata un’altra guerra a seguito dell’attacco senza precedenti di Hamas allo Stato ebraico.
I timori di una guerra nucleare in Terra Santa - o peggio in tutto il Medio Oriente - sono dovuti a due fattori: Israele pur non avendolo mai ammesso sarebbe in possesso di armi atomiche e il grande attivismo militare degli Usa nell’area.
Se lo scontro armato dovesse restare limitato a Israele e Hamas, una guerra nucleare sarebbe un’ipotesi assai remota visto che l’esercito israeliano ha la forza per annientare i miliziani palestinesi.
Nel caso però di una escalation bellica, ipotesi ora più probabile dopo il bombardamento dell’ospedale di Gaza, a quel punto potrebbero entrare in gioco altri attori tra cui gli Stati Uniti che stanno radunando un numero impressionante di mezzi e uomini nella zona del conflitto.
Gli Usa e una guerra nucleare in Medio Oriente
In Ucraina spesso si è parlato di una possibile guerra nucleare nel caso in cui Vladimir Putin, a seguito di un tracollo delle sue truppe, dovesse ritrovarsi in una situazione di disperazione tanto da pigiare l’apocalittico pulsante rosso.
In Israele invece spaventa a riguardo l’attivismo militare americano, con Washington che ha dichiarato di essere pronto a sostenere militarmente l’amico di sempre nel caso in cui la guerra dovesse diventare una faccenda regionale.
Come riporta il Daily Mail, nel Mediterraneo orientale è arrivata la portaerei più grande al mondo, l’americana USS Gerald R. Ford. “Ha un equipaggio di 5.000 persone e trasporta 90 aerei da guerra, tra cui i jet F-18 Super Hornet, i caccia d’assalto F-35 e i cacciabombardieri A-10 - si legge -. La portaerei, che dispone di un reattore nucleare, è dotata di un arsenale di armi come i missili Sea Sparrow e il sistema d’arma ravvicinata Mk-15 Phalanx, utilizzato per sparare proiettili perforanti. Cinque navi di supporto, tra cui cacciatorpedinieri, sono armate con missili da crociera Tomahawk e bombe a guida laser previsionale, armi terra-aria, superficie-superficie e antisommergibile”.
Ecco appunto i missili Tomahawk, che hanno una gittata di 1.600 chilometri e possono montare anche testate nucleari. Restando nell’argomento, gli Usa hanno delle bombe atomiche stoccate pure nelle loro basi in Turchia.
Ma non è tutto. In zona sta arrivando una seconda portaerei - la Dwight D. Eisenhower con i suoi 5.000 uomini - e “circa 2.000 Marines statunitensi addestrati alle operazioni speciali e agli sbarchi anfibi sono stati trasferiti da un’esercitazione in Kuwait e si trovano ora a bordo di due navi da guerra al largo delle coste del Bahrein”. Altrettanti Marines sarebbero poi in arrivo per rinfoltire le truppe e lo stesso numero sarebbe ora in Israele per cercare di aiutare gli israeliani nel liberare gli ostaggi nelle mani di Hamas.
In generale gli Stati Uniti avrebbero circa 30.000 uomini sparsi in tutte le loro basi dislocate in Medio Oriente “13.000 in Qatar, 7.000 in Bahrein, almeno 3.000 in Arabia Saudita, Giordania e Kuwait, 2.500 in Iraq e 2.500 in Turchia”.
Gli osservati speciali sono Libano e Iran, che sarebbero a tiro delle navi americane di stanza nel Mediterraneo che potrebbero lanciare anche missili con testate nucleari. Uno spiegamento di forze che dovrebbe servire come deterrente verso i due Paesi.
L’assedio di Gaza e il bombardamento dell’ospedale, anche se ancora non si è capito chi sia il responsabile, stanno infiammando però il Medio Oriente e il Nord Africa, senza parlare dell’allerta terrorismo in Europa.
Le prossime ore di conseguenze saranno delicatissime: a breve Israele entrerà nella striscia di Gaza e, se Libano e Iran dovessero intervenire, a quel punto non ci sarebbero scenari da poter escludere, anche il più apocalittico.
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