Servono nuovi vaccini anti-Covid per contrastare le ultime varianti. Lo dice l’OMS, secondo cui servono nuove versioni per prevenire l’infezione.
Nuove varianti, nuovi vaccini. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sarebbe necessario avere “vaccini nuovi” per rallentare i contagi causati dalle nuove varianti. Basandosi sui propri dati, l’OMS ha infatti dichiarato che bisogna sviluppare nuovi vaccini anti-Covid, in modo che questi risultino essere ad alto impatto “sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione”. Non basta più prevenire le forme della malattia più severe e la morte, bisogna impedire la trasmissibilità del virus.
L’OMS cambia quindi strategia: non è sostenibile a lungo termine effettuare vaccinazioni ravvicinate se queste non sono progettate per contrastare le nuove varianti.
In attesa però che questi nuovi vaccini siano disponibili, occorrerà forse aggiornarne la composizione delle attuali dosi. Ecco cosa ha detto l’OMS sul perché servirebbero nuovi vaccini e quando potrebbero essere disponibili.
L’allarme dell’OMS: Omicron minaccia i sistemi sanitari
“Omicron costituisce una vera minaccia per i sistemi sanitari”. È con queste parole che il direttore regionale OMS Europa, Hans Kluge, ha parlato della pericolosità della variante sudafricana. Secondo Kluge, il modo in cui ogni Paese reagisce davanti alle nuove ondate di contagi deve basarsi sulla propria situazione epidemiologica, sulle risorse disponibili e sullo stato di avanzamento della vaccinazione e del contesto socioeconomico. Sono molti, quindi, i fattori che ogni Governo deve prendere in considerazione prima di scegliere come rispondere all’impennata inevitabile dei contagi.
I vaccini rimangono l’arma e la protezione più importante, per quanto debbano ancora essere aggiornati per contrastare efficacemente la variante Omicron. I dati dimostrano l’efficacia del sistema vaccinale. Secondo Kluge i tassi di mortalità rimangono stabili: continuano a esserci più morti nei Paesi dove si registra un’elevata incidenza del Coronavirus e una minore diffusione delle vaccinazioni.
Al momento la nuova variante rimane una minaccia per i sistemi sanitari; è ormai presente in 50 paesi su 53 tra Europa e Asia centrale. Omicron sta rapidamente “diventando il virus dominante nell’Europa occidentale” e ora si sta diffondendo anche nei Balcani.
OMS chiede nuovi vaccini: ecco perché
Omicron come potenziale pericolo per i sistemi sanitari. Continua a correre la variante proveniente dal Sud Africa e non spaventa solo l’Italia ma tutto il resto del mondo. A lanciare per prima l’allarme per la nuova variante e i possibili rischi era stata proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per l’OMS non ci sono dubbi, per contrastare la variante e quelle a venire servono nuovi vaccini. Ma perché?
Secondo gli esperti non è utile continuare a effettuare richiami ravvicinati dei vaccini già esistenti, una strategia di vaccinazione simile “ha poche possibilità di essere appropriata o sostenibile”. A lungo termine questa strategia potrebbe non bastare. Se è vero che la nuova variante sembra causare un’infezione meno grave, essendo meno virulenta, non bisogna sottovalutarne la contagiosità. Infatti Omicron potrebbe costituire un potenziale “fardello” per gli ospedali se non si agisce sulla prevenzione della trasmissione.
Con dei nuovi vaccini aggiornati sarebbe possibile non solo impedire la sintomatologia più grave e la morte, ma anche impedire la trasmissione della nuova variante; in questo modo diminuirebbe drasticamente la pressione sui sistemi sanitari di tutto il mondo.
Omicron: a quando i nuovi vaccini, cosa ha detto l’EMA
Giunge l’ok dell’Agenzia europea del farmaco (EMA) ai vaccini per contrastare e prevenire i contagi della variante Omicron. Non c’è ancora una data precisa ma solo ipotesi sulle tempistiche per ottenere queste nuove dosi. Nel frattempo sul tavolo si discute delle altre proposte.
Da giorni è emersa la possibilità di somministrare una seconda dose booster con gli stessi vaccini attualmente in uso. Della proposta ne ha parlato il capo della strategia vaccinale dell’Agenzia europea del farmaco (EMA), Marco Cavalieri. Non c’è nulla di certo. Infatti se l’uso dei richiami potrebbe essere considerato parte di un piano emergenza, “vaccinazioni ripetute a brevi intervalli non rappresenterebbero una strategia sostenibile a lungo termine”, esattamente come sostenuto dall’OMS.
L’EMA ancora una volta si trova d’accordo con l’Organizzazione: via libera a nuovi vaccini che potrebbero arrivare tra aprile-maggio. In attesa che i nuovi vaccini siano disponibili, molto probabilmente occorrerà aggiornare la composizione degli attuali vaccini anti-Covid, in modo tale che si possa continuare a garantire il livello di protezione raccomandato dall’OMS contro l’infezione e la malattia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA