Vaiolo delle scimmie, parte la campagna vaccinale: ecco per chi e come funziona

Emiliana Costa

28 Maggio 2022 - 12:57

Nel mondo, sono oltre 200 i casi confermati di vaiolo delle scimmie. La maggior parte in Europa. Per questa ragione l’Ue starebbe lavorando all’acquisto di vaccini. Ecco per chi e come funzionerebbe.

Vaiolo delle scimmie, parte la campagna vaccinale: ecco per chi e come funziona

Vaiolo delle scimmie, scatta la campagna vaccinale nei paesi dell’Unione europea? In tutto il mondo, sono oltre 200 i casi confermati di vaiolo delle scimmie. E la maggior parte dei contagi sono in Europa.

Per questa ragione, l’Unione europea - attraverso l’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) - sarebbe al lavoro per l’acquisto centralizzato di vaccini e antivirali contro il Monkeypox, ovvero il vaiolo delle scimmie. Lo riferiscono fonti europee.

Non solo. Le fonti avrebbero riferito che «ci sarebbe un largo consenso per delegare a Hera il coordinamento delle contromisure al vaiolo delle scimmie da mettere in campo il prima possibile». Dopo quella per il Covid, c’è in vista una nuova campagna vaccinale in Europa? E come funzionerebbe? Entriamo nel dettaglio.

Vaiolo delle scimmie, in arrivo il vaccino in Europa?

In tutto il mondo sono oltre 200 i casi di accertati di vaiolo delle scimmie e la maggior parte si trovano in Europa (sono esclusi dal conteggio i paesi in cui la malattia è endemica).

Secondo fonti europee, l’Ue sarebbe pronta all’acquisto centralizzato di vaccini per evitare un’epidemia. La gestione delle contromisure al Monkeypox, ovvero al vaiolo delle scimmie, potrebbe essere affidata all’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera).

Ma a chi sarebbe rivolto il vaccino? Come riportano le fonti, la vaccinazione sarebbe limitata a «casi molto specifici dato che trasmissibilità e rischio connessi al vaiolo delle scimmie non è comparabile con il Covid-19».

Intanto, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato l’allarme: «I 200 casi di vaiolo delle scimmie rilevati, nelle ultime settimane, in paesi in cui il virus non circola abitualmente potrebbero essere solo la punta dell’iceberg». Ad affermarlo Sylvie Briand, direttrice del dipartimento globale di preparazione al rischio infettivo dell’Oms, durante un incontro con gli Stati membri sulla diffusione «insolita» del virus.

Gli scienziati stanno cercando di determinare cosa abbia causato questa «situazione insolita» e i risultati preliminari non mostrano mutazioni nel virus del vaiolo delle scimmie. Continua Briand: «Abbiamo una finestra di opportunità per fermare la trasmissione ora. Se mettiamo in atto le misure giuste ora, probabilmente possiamo contenerlo rapidamente».

Sì alla vaccinazione negli Usa e in Francia

Dopo i primi casi confermati, gli Stati Uniti sarebbero pronti a usare il vaccino contro il vaiolo. L’idea è quella di utilizzare i vaccini contro il vaiolo ancora presenti in magazzino. Non si tratterebbe però di una campagna vaccinale di massa.

Il vaccino sarebbe destinato solo alle persone maggiormente a rischio, dal momento che la trasmissione è molto più difficile rispetto a quella del Covid. Per contrarre il virus è necessario un contatto stretto e prolungato tra fluidi corporei. Come nel caso dei rapporti sessuali.

Per questo motivo, si ipotizza una «vaccinazione ad anello», ovvero con la somministrazione dei vaccini solo ai contatti stretti dei casi già noti, in modo da interrompere immediatamente la linea del contagio.

«Abbiamo buone scorte di vaccini contro il vaiolo, sono sicuri ed efficaci e questo è accertato da decenni - ha spiegato la dottoressa Jennifer McQuiston del Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) -. Siamo pronti a renderli disponibili nell’immediato, la vaccinazione ad anello può funzionare».

Anche l’Autorità nazionale per la salute francese (Has) ha annunciato una campagna vaccinale contro il vaiolo delle scimmie. La campagna sarà rivolta rivolta agli adulti a rischio di esposizione al virus, compresi gli operatori sanitari. Il vaccino dovrà essere somministrato nei 4 giorni successivi al contatto a rischio, fino a un massimo di 14 giorni.

In Italia, nella circolare del ministero della Salute si valuta il ricorso al vaccino. In un’intervista a Money.it, Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive del San Martino di Genova, ha spiegato: «Il vaccino contro il vaiolo offre l’85% di copertura dal contagio e un’ottima copertura contro la malattia grave. Nel mondo circa il 50% delle persone è vaccinato contro il vaiolo. Se il numero dei casi dovesse aumentare, si potrebbe ragionare sulla strategia vaccinale da seguire: ad esempio per i giovani sanitari che non sono vaccinati e i fragili. Ma al momento è ancora prematuro parlare di vaccino».

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