Perché il Vaticano ha riaperto il caso di Emanuela Orlandi?

Giorgia Bonamoneta

9 Gennaio 2023 - 21:30

Il Vaticano ha deciso di riaprire il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. La famiglia non è stata preventivamente informata. Ecco perché.

Perché il Vaticano ha riaperto il caso di Emanuela Orlandi?

A 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi il Vaticano riapre il caso. La decisione di riaprire il caso è giunta da Alessandro Diddi, che insieme alla gendarmeria esaminerà i fascicoli, i documenti, le segnalazioni, le informative e le testimonianze che ruotano intorno al caso Orlandi. Tra nuove piste e vecchie informazioni, viene riacceso un faro su una delle vicende che ha più scosso il Vaticano.

Perché riaprire il caso ora? Sembra sia stato Papa Francesco a richiamare come obiettivo la trasparenza sul caso Orlandi e le nuove indagini potrebbero portare a questo risultato. Sembra scontato attribuire parte dell’interesse rinnovato anche alle nuove rivelazioni e alle piste inedite emerse dalla docuserie sul caso che ha visto protagonista la sparizione non solo di Emanuela Orlandi ma anche della coetanea Mirella Gregori.

Chi non ha mai smesso di cercare la verità su Emanuela è proprio la famiglia Orlandi che attraverso una nota dell’avvocata Laura Sgrò ha fatto sapere di non essere stati avvisati dell’inizio di nuove indagini. Ancora una volta, prosegue l’avvocata, famiglia lamenta un mancato dialogo con il Vaticano e le informazioni sulla riapertura del caso sono arrivate solo grazie alle agenzie di stampa. In ogni caso si spera che “sia la volta buona per la verità”, dice Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela.

Nuova speranza per il caso Orlandi: dopo 40 anni il Vaticano cerca la verità

Sembra passato troppo tempo per ottenere giustizia, ma per la famiglia Orlandi quarant’anni non sono nulla. Lo scorso 3 gennaio Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi scomparsa a Roma nel 1983, si è rivolto al Vaticano con parole dure. Nel sit-in di protesta aveva dichiarato che non avrebbero mai rinunciato a pretendere verità e giustizia per Emanuela e tutte le altre vittime della crudeltà umane. In particolare si era rivolto ai tre papi che hanno taciuto e si sono resi complici del silenzio sul caso.

Sul giallo senza risposta della scomparsa di Emanuela Orlandi potrebbe aprirsi una nuova speranza ora che il Vaticano è in cerca della verità. Dopo l’archiviazione dell’indagini sembrava ormai impossibile proseguire la ricerca per la verità, ma la notizia che il pm Vaticano riprenderà a indagare a 360 gradi sul caso è un passo importante.

Le dichiarazioni della famiglia Orlandi sulla riapertura del caso

Dopo quarant’anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi la notizia della riapertura del caso arriva come un fulmine a ciel sereno. La famiglia infatti non era stata precedentemente informata e ha appreso dalle agenzie di stampa la notizia.

“Che vengono aperte le indagini è una cosa molto positiva, finalmente forse ci potrà essere una collaborazione tra lo Stato italiano e lo Stato vaticano visto che, poco tempo fa, è stata fatta una proposta per aprire un’inchiesta parlamentare”, ha ricordato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela.

Pietro si augura di essere convocato e di poter verbalizzare con l’avvocato Laura Sgrò. Anche se la notizia è positiva Pietro Orlandi dice di volerci andare con i piedi di piombo per non dare a se stesso e al resto della famiglia false speranze. Ci sono nuove informazioni di cui fratello di Emanuela è a conoscenza e che spera di poter proporre alla nuova inchiesta. “La verità c’è, sta da qualche parte e molte persone la conoscono”, ha concluso.

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