Chi vende o acquista un immobile grazie ai servizi di un’agenzia immobiliare è obbligato a pagare una percentuale all’agenzia. Ecco come si calcola la provvigione e quando è dovuta.
Nella vendita o nell’acquisto di un immobile è possibile avvalersi del supporto di un’agenzia immobiliare. Rivolgendosi a degli esperti del settore, infatti, ci sono maggiori possibilità di trovare un acquirente interessato al proprio immobile o, nel caso dell’acquisto, una casa che soddisfi perfettamente le proprie esigenze.
Nonostante le prestazioni dell’agenzia immobiliare siano gratuite, c’è un prezzo da pagare qualora questa riesca a vendere o a far acquistare un immobile. Si tratta della cosiddetta provvigione, ossia la percentuale - che varia a discrezione dell’agenzia - applicata sul valore dell’immobile.
A dover pagare la provvigione all’agenzia immobiliare che ha seguito il concretizzarsi dell’affare sono entrambe le parti coinvolte: da un lato l’acquirente e dall’altro lato il venditore, quindi, hanno un costo da sostenere a seconda della percentuale stabilita al momento del conferimento del mandato.
Quando si paga la provvigione all’agenzia immobiliare? E qual è l’importo più corretto da pagare? Risponderemo a queste domande nel prosieguo dell’articolo, nel quale trovate anche i chiarimenti della giurisprudenza che negli ultimi anni è intervenuta in più di un’occasione sul tema della provvigione richiesta dalle agenzie immobiliari.
Chi deve pagare la provvigione
Come anticipato, la provvigione va pagata sia dal venditore che dall’acquirente, a meno che nel contratto sottoscritto con l’agenzia immobiliare al momento del conferimento dell’incarico non sia stato stabilito diversamente.
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Ci sono agenzie, ad esempio, che per incentivare i venditori a conferirgli il mandato stabiliscono che la provvigione è a carico esclusivamente dell’eventuale acquirente.
Anche la Corte di Cassazione - con la sentenza numero 24950 del 2016 - è intervenuta su questo aspetto ribadendo che l’acquirente è obbligato a pagare la provvigione (dove previsto nel contratto) anche se l’agenzia immobiliare è stata incaricata dal venditore. Questo perché l’agente immobiliare si pone come mediatore tra le parti, nella stessa misura rispetto ad acquirente e venditore.
Per l’agenzia immobiliare quindi è sufficiente la firma del venditore sul contratto per il conferimento dell’incarico per avere la garanzia che anche il futuro acquirente gli corrisponderà la percentuale sul valore dell’immobile stabilita al momento dell’accordo.
Quando si paga la provvigione
La provvigione deve essere corrisposta quando l’attività di mediazione eseguita dall’agente immobiliare raggiunge il proprio scopo: per esempio nel caso in cui sia stata effettuato un acquisto o la vendita di un immobile. Ma attenzione: l’obiettivo del mediatore non è quello di vendere o far acquistare l’immobile, ma mettere in relazione le parti coinvolte e accompagnarle verso la conclusione dell’affare.
Per questo motivo la provvigione per la mediazione deve essere corrisposta non appena le parti sottoscrivono il contratto preliminare di vendita: non è necessario che la vendita dell’immobile venga effettivamente conclusa (con la stipula del contratto di compravendita).
Un’interpretazione che è stata confermata dalla Cassazione, con la sentenza numero 9676 del 2007, con la quale i giudici di Palazzo di Giustizia hanno ribadito che l’agenzia immobiliare matura il suo diritto alla provvigione una volta che le parti sottoscrivono il contratto preliminare, dal momento che questo è a tutti gli effetti un vincolo giuridico.
Sempre la Cassazione ha fatto chiarezza - con la sentenza numero 21095 del 2013 - su quando l’agenzia immobiliare non può pretendere il pagamento della percentuale pattuita. Nel dettaglio, questa ha stabilito che non è previsto alcun compenso per l’agenzia che non adempie al suo compito principale, ossia quando non viene svolta un’attività di mediazione tra le parti.
Inoltre, una delle parti può rifiutarsi di pagare l’agente che non si è dimostrato imparziale, ad esempio non comunicando alcune informazioni dell’immobile così da facilitare la chiusura dell’affare. Non ha diritto alla provvigione, dunque, il mediatore che non ha informato l’acquirente della mancanza del certificato di abitabilità per l’immobile.
Calcolo della provvigione
Per il calcolo della provvigione si applica una percentuale sul valore dell’immobile venduto.
Questa percentuale è a discrezione dell’agenzia immobiliare, parte dal 2% più IVA per immobili di basso valore e per i piccoli centri, fino ad arrivare al 5% più IVA per le grandi città e per gli affari più consistenti.
Prendiamo come esempio un’agenzia immobiliare che pretende il 2% di provvigione per l’acquisto di una casa, sia dall’acquirente che dal venditore. Considerando un valore dell’immobile pari a 200 mila euro, entrambe le parti devono pagare 4.000 euro all’agenzia per la sua attività di mediazione.
L’importo della provvigione, quindi, è a discrezione dell’agenzia, che può pretendere anche una somma a titolo di rimborso spese per i costi sostenuti per portare a termine l’affare. Per questo motivo prima di affidare un incarico ad un’agenzia immobiliare vi conviene fare un confronto con le altre presenti nella vostra zona, così da capire quale offre le condizioni migliori.
Se volete capire qual è il giusto importo di una provvigione, inoltre, potete fare riferimento alle tariffe previste nella vostra zona, consultabili presso la Camera di Commercio di competenza. Queste non sono vincolanti per l’agenzia immobiliare, ma si applicano qualora il venditore e l’agenzia non abbiano pattuito una percentuale di provvigione per iscritto.
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