Ancora guerra commerciale a pesare sui mercati: Wall Street ha bruciato più del 3% con Trump che si è detto pronto a nuovi dazi su $300 miliardi di beni cinesi
A causa della guerra commerciale USA-Cina, anche Wall Street è tornata a soffrire nell’ultima seduta di Borsa, la prima della nuova settimana.
I rossi del mercato azionario statunitense sono stati preceduti in mattinata da quelli asiatici e poi ancora da quelli europei, con la Borsa Italiana che ha bruciato più dell’1,3% in chiusura di sessione.
Nelle ultime ore la guerra commerciale tra le due grandi potenze mondiali ha assunto una nuova piega. La tanto temuta retaliation della Cina è arrivata e Pechino ha ufficializzato una nuova ondata di dazi su $60 miliardi di beni USA che entreranno in vigore il prossimo 1° giugno. I mercati e nello specifico Wall Street hanno reagito negativamente agli ultimi sviluppi e gli investitori hanno dato vita ad una vera e propria fuga dagli asset più rischiosi.
Wall Street in ginocchio con guerra commerciale
Tutti i principali indici del mercato azionario statunitense hanno scambiato in preda alle vendite nell’ultima sessione. A registrare i rossi peggiori, però, è stata senza dubbio la casa dei titoli tech, il Nasdaq, che ha archiviato gli scambi con una perdita del 3,41%.
Tra le peggiori performer sicuramente Apple - che ha ceduto più di 5 punti percentuali dopo il via libera della Corte Suprema alla class action degli utenti - e Uber, che ha lasciato sul campo un altro 10% dopo il pessimo debutto di venerdì.
Tra gli indici di Wall Street più colpiti dalla guerra commerciale anche l’S&P 500, che ha bruciato il 2,41% seguito immediatamente dal Dow Jones a -2,38%.
Trump è pronto: $300 miliardi di dazi aggiuntivi in arrivo?
Nelle ultime settimane le posizioni di Cina e USA si sono avvicinate notevolmente, cosa che ha lasciato ben sperare. Poi, all’improvviso, le cose sono precipitate e Trump ha accusato Pechino di aver cestinato alcune importanti intese raggiunte nei negoziati precedenti.
Dalle minacce si è presto passati ai fatti: venerdì 10 maggio gli USA hanno alzato i dazi (dal 10% al 25%) su $200 miliardi di beni provenienti dal Dragone. Per tutta risposta, la Cina ha comunicato l’imminente aumento delle tariffe su $60 miliardi di beni americani.
Ora, però, le cose potrebbero peggiorare ancora. L’ufficio del Rappresentante del Commercio USA ha infatti avviato le pratiche legali volte alla futura (ancora ipotetica) introduzione di nuovi dazi su altri $300 miliardi di beni provenienti dall’est. D’altronde, la scorsa settimana lo stesso Trump aveva minacciato l’imposizione di nuove tariffe su beni fino ad ora esclusi dalla guerra commerciale.
L’apposito comitato terrà un’audizione pubblica il prossimo 17 giugno il che significa che il primo giorno utile per l’introduzione dei nuovi dazi potrebbe essere il 24 del mese.
Un’escalation della tensione sarebbe letale per i mercati, da Wall Street alle asiatiche fino ad arrivare al Vecchio Continente. Le speranze di risoluzione del conflitto sono state momentaneamente congelate: probabilmente la guerra commerciale continuerà a tenere con il fiato sospeso ancora a lungo.
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