Gli Stati Uniti hanno dato il via libera all’esportazione di 60 milioni di dosi AstraZeneca: un surplus che servirà a Biden per rispondere a Cina e Russia che da tempo offrono i loro sieri in tutto il mondo, con la nuova geopolitica che si gioca in una sorta di Risiko dei vaccini.
Joe Biden gongola sui vaccini anti-Covid. Dopo aver mantenuto la promessa di fare 200 milioni di somministrazioni nei suoi primi 100 giorni da Presidente degli Stati Uniti, obiettivo centrato anche con anticipo, adesso la Casa Bianca è pronta a usare il surplus di dosi in possesso per rafforzare la sua politica internazionale.
Con il 42% della popolazione che ha ricevuto almeno una dose del vaccino, Oltreoceano si punta adesso a raggiungere al più presto l’immunità di gregge accelerando con le somministrazioni destinate ai più giovani.
Biden non sta tralasciando neanche i giovanissimi, con la sperimentazione di Pfizer riguardante gli under 16 che sarebbe a buon punto tanto che si spera di poter vaccinare i giovani americani durante l’estate, garantendo così un rientro a scuola a settembre in massima sicurezza.
Un altro vaccino, quello di AstraZeneca, sembrerebbe adesso venire in soccorso di Joe Biden ma per altri motivi: appena le autorità federali si esprimeranno sulla loro sicurezza, 60 milioni di dosi del siero made in Oxford, di cui gli Stati Uniti non hanno bisogno, saranno esportati in tutto il mondo dando così una grossa mano alla politica estera del nuovo corso alla Casa Bianca.
Biden e le dosi in eccesso degli Stati Uniti
Gli Stati Uniti per vaccinare 330 milioni di persone hanno ordinato 1,21 miliardi di dosi. Al momento sono stati somministrati Oltreoceano 228 milioni di vaccini, con la campagna che continua a procedere spedita.
Con lo sblocco di Johnson & Johnson e le tante scorte di Pfizer e Moderna da tempo opzionate, gli Usa non hanno più bisogno delle dosi di AstraZeneca al momento in magazzino in attesa del via libera all’utilizzo da parte delle autorità federali.
Joe Biden così ha deciso di togliere il blocco all’esportazione dei vaccini, con 10 milioni di dosi di AstraZeneca che potrebbero subito essere spedite e altri 50 milioni a breve. Una mossa senza dubbio di grande generosità, ma anche di lungimiranza politica.
Da tempo infatti Russia e Cina stanno offrendo i loro vaccini a tanti Paesi, molti dei quali fondamentali per i vari equilibri internazionali. Gli Stati Uniti invece hanno preferito concentrare tutte le loro forze per la campagna vaccinale interna, ma adesso sono pronti e mettere sul piatto il loro surplus.
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I vaccini come “arma” geopolitica
Per prima cosa Joe Biden intende dare una mano all’India, paese travolto da una nuova ondata di contagi causata dalla temibile variante indiana, con l’export dei vaccini che è stato auspicato anche da Anthony Fauci: “Dobbiamo davvero fare di più”.
Ma le dosi in eccesso, a breve ce ne saranno altre oltre a quelle di AstraZeneca, fanno gola a molti. L’Europa infatti è in prima fila viste le difficoltà finora riscontrate, con la presenza di Biden all’ultimo Consiglio Europeo che è un chiaro segnale a Bruxelles di non cedere alle offerte di Mosca per lo Sputnik V.
Altre dosi potrebbero poi essere destinate dagli Usa al programma COVAX dell’Oms che punta a garantire, finora con poco successo, i vaccini anche ai Paesi a medio e basso reddito.
C’è poi la questione migranti, con Biden che si è affrettato a inviare milioni di dosi di AstraZeneca a Canada e Messico a patto, si mormora, che i due Paesi tengano ben sigillati i propri confini per quanto riguarda gli ingressi irregolari.
Le ingenti scorte in possesso sembrerebbero così essere per gli Stati Uniti una nuova arma per rafforzare la sua politica estera, per una sfida geopolitica a Russia e Cina che in tempo di pandemia appare destinata a giocarsi tutta sul campo dei vaccini anti-Covid.
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