Brexit oggi: che succede adesso, dopo l’attivazione dell’Articolo 50? La guida completa sulla Brexit, dal referendum del 23 giugno fino all’accordo finale con l’UE.
Brexit al via, Articolo 50 attivato: nella giornata di oggi, mercoledì 29 marzo, il Regno Unito ha dato formalmente inizio alle procedure di divorzio dall’UE. Theresa May ha consegnato a Tusk la lettera sull’Articolo 50 e la Brexit è diventata reale. Ma la domanda ora è: che succede dopo l’attivazione dell’Articolo 50?
Nelle righe che seguiranno abbiamo voluto fornire una guida completa sulla Brexit, dall’inizio alla fine: si parte dal referendum dello scorso 23 giugno, che ha sancito ufficialmente la scelta del Regno Unito di abbandonare l’Unione Europea, e si arriva fino ad oggi, all’attivazione dell’Articolo 50 necessario alla Brexit, appunto. Quello che ci interessa maggiormente, però, è proprio capire cosa succede dopo l’attivazione dell’Articolo 50, ossia cosa accadrà dopo oggi, mercoledì 29 marzo.
Il mondo è rimasto con il fiato sospeso in attesa di conoscere la data d’avvio della Brexit. Theresa May aveva parlato di fine mese e ora siamo finalmente in grado di fornire indicazioni più precise. Oggi la May ha firmato l’Articolo 50. Il “che succede dopo” è ancora un mistero, ma la nostra guida ha messo in evidenza tutte le prossime tappe della Brexit e tutti i possibili scenari che potranno verificarsi da oggi in poi. Ecco di seguito la guida completa sul processo di divorzio tra UE e Regno Unito. Ecco, insomma, che succede dopo l’attivazione dell’Articolo 50 necessario alla Brexit.
Brexit è reale, Articolo 50 attivato: il discorso della May
La Brexit è ufficiale, l’Articolo 50 è stato attivato e Donald Tusk ha ricevuto la lettera da parte del primo ministro britannico. Alle ore 13:40 italiane la May ha iniziato a leggere il proprio comunicato relativo alla Brexit. Essa ha definito il divorzio dall’UE come un’ottima opportunità per il Regno Unito per costruirsi un futuro migliore.
La May ha inoltre affermato di voler mantenere strette relazioni commerciali con l’Unione Europea anche dopo la Brexit. “A new, special and deep partnership with the European Union”. Il primo ministro ha confermato che il Regno Unito avrà come priorità i diritti dei cittadini UE. Il Regno Unito non può rimanere nel mercato unico senza accettare la libertà di movimento. Ribadita l’unità del Regno Unito post-Brexit, che negozierà come un unico Stato rispettando la volontà di tutte le sue componenti. Per la May questo è il momento di rimanere uniti e di lavorare affinché:
“i nostri figli e i nostri nipoti siano orgogliosi di chiamare ‘casa’ il Regno Unito”.
La Brexit è dunque una realtà e da oggi il Regno Unito e l’Unione Europea avranno 2 anni di tempo per negoziare il loro divorzio. Ecco di seguito tutte le tappe che hanno portato a questo momento storico ed ecco tutti i prossimi passi della Brexit. Che succede adesso, dopo l’attivazione dell’Articolo 50?
Brexit, 1° passo: il referendum
A maggio del 2015 il premier britannico (allora David Cameron) è riuscito a strappare alla Regina Elisabetta II l’ok al referendum sulla Brexit, che si è tenuto poi il 23 giugno del 2016. In quella storica giornata l’elettorato britannico, contrariamente a quanto previsto dagli analisti, si è espresso in favore del “Leave”.
Da quel momento le discussioni circa le modalità di divorzio hanno tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso. Scozia e Irlanda del Nord hanno subito minacciato l’indipendenza dal Regno Unito e le discussioni sono sempre risultate piuttosto accese. Il passo successivo è stato la scelta del momento migliore per l’attivazione dell’Articolo 50. Ora che il giorno è stato trovato sono in molti a chiedersi cosa succede dopo e cosa porterà la Brexit.
Brexit, 2° passo: l’attivazione dell’Articolo 50
La data è stata comunicata ufficialmente da Tim Barrow, rappresentante permanente del Regno Unito presso l’UE, al Consiglio europeo. Oggi, 29 marzo, l’UE dovrà iniziare a salutare il Regno Unito, ma non tutto è semplice come si pensa, dato che gli ostacoli da superare saranno ancora molti. Si pensi solo alle continue pressioni della Scozia per tenere un referendum sull’indipendenza dal Regno Unito dopo la Brexit.
Qualche mese fa il primo ministro britannico, Theresa May, aveva indicato la fine di marzo come data probabile per l’attivazione dell’Articolo 50. A metà marzo il parlamento inglese ha approvato il cosiddetto Brexit bill, ossia la legge necessaria all’attivazione del suddetto Articolo 50, cosa che ha fatto ipotizzare l’avvio delle procedure già dal 14 marzo.
Tuttavia, per evitare di accavallarsi con le elezioni olandesi, Theresa May ha posticipato l’attivazione dell’Articolo 50 a fine mese. Oggi il primo ministro britannico ha firmato e inviato a Tusk la lettera contenente l’Articolo che darà avvio alle procedure sulla Brexit. Che succede dopo?
Brexit, 3° passo: i negoziati
Theresa May ha chiesto ufficialmente all’UE di avvalersi della procedura di uscita sancita dal già citato Articolo 50. L’attivazione di quest’ultimo aprirà le porte a due anni di complessi negoziati tra il Regno Unito e il resto dell’Unione Europea sulla Brexit, appunto. Ecco che succede dopo l’attivazione dell’Articolo 50. Nei prossimi due anni UE e Regno Unito si confronteranno su diversi aspetti, soprattutto su quelli commerciali. Le parti dovranno trovare infatti un nuovo modo di concepire le relazioni economiche.
L’UE vuole prima occuparsi dell’addio del Regno Unito, poi ci si occuperà di imporre al Paese il pagamento di quanto dovuto (circa 60 miliardi). I britannici, invece, hanno intenzione di discutere contemporaneamente sia il divorzio dall’Unione sia i nuovi accordi commerciali post-Brexit. Tali negoziati potranno avere due esiti: una hard Brexit e una soft Brexit.
Si ricordi, comunque, che l’Articolo 50 contempla anche la possibilità di estendere il periodo dei negoziati sulla Brexit - a patto che UK e UE siano entrambe d’accordo. Secondo molti esperti, il rinvio sarà uno scenario piuttosto probabile data l’entità delle discussioni che le due parti in causa dovranno affrontare. In caso di estensione del limite dei due anni potrebbe essere approvato un accordo transitorio per la regolamentazione dei rapporti tra Regno Unito e UE. Vediamo di seguito cosa succede alla fine dei due anni di negoziati sulla Brexit.
Brexit, 4° passo: l’accordo
Estensione a parte, alla fine dei due anni di negoziati il Consiglio europeo avanzerà una proposta che potrà essere accettata o respinta dal Regno Unito, esattamente come sancito dall’Articolo 50 che oggi 29 marzo sta aprendo ufficialmente le porte alla Brexit. Se nessun accordo sarà trovato nel corso dei prossimi 2 anni, il Regno Unito dovrà comunque abbandonare l’UE e dovrà fare capo alle disposizioni dell’OMC: ciò significherà beni più costosi per i britannici. Se tutto andrà come previsto, invece, a marzo del 2019 il Regno Unito cesserà definitivamente di essere uno stato membro dell’UE a causa della Brexit. Ecco, insomma, cosa succede dopo l’attivazione dell’Articolo 50.
Brexit: il calendario completo
Di seguito un calendario degli eventi più importanti a partire dalla giornata di oggi in cui il primo ministro britannico attiverà il tanto discusso Articolo 50.
29 marzo: attivazione Articolo 50. Theresa May conferma al parlamento britannico che la sua lettera a Donald Tusk, contenente la richiesta di abbandonare l’UE dopo Brexit, è stata formalmente recapitata. Il primo ministro definisce la Brexit come un’unica opportunità per il Regno Unito di costruire un futuro migliore.
31 marzo: 48 ore dopo la lettura della lettera, Tusk invierà agli altri Stati dell’Unione le linee guida per la negoziazione della Brexit.
11 aprile: i funzionari governativi UE si incontreranno probabilmente a Bruxelles per discutere delle linee guida precedentemente sancite. Secondo le ultime notizie tali discussioni saranno riprese il prossimo 24 aprile.
27 aprile: i ministri degli esteri dei 27 si incontreranno in Lussemburgo per preparare il summit UE27.
29 aprile: i leader UE si incontreranno ancora a Bruxelles per confermare sia le linee guida delle negoziazioni, sia la posizione di Michel Barnier come capo negoziatore.
2 maggio: Barnier si recherà probabilmente al Consiglio europeo con le sue raccomandazioni in merito ai negoziati. In quell’occasione cercherà l’approvazione dei governi UE. Da quel momento potranno avviarsi i negoziati.
Brexit: quali i rapporti Regno Unito-UE nei 2 anni di negoziati?
Come già accennato, da oggi il Regno Unito e l’UE avranno esattamente due anni per raggiungere un accordo su temi estremamente caldi quali l’immigrazione e l’accesso al mercato unico. Nel corso di questi due anni, però, il Regno Unito che ha optato per la Brexit non avrà più la facoltà di partecipare ai processi decisionali del blocco, ma contemporaneamente dovrà rispettare la normativa e le regole UE.
Brexit: perché è importante per il mondo intero
Il raggiungimento di un accordo post-Brexit sarà fondamentale non solo per il Regno Unito, ma per il mondo intero. Gli Stati Uniti, ad esempio, potrebbero entrare in gioco offrendo alla May un vantaggioso accordo commerciale. La Russia, ancora, accoglierà con euforia qualsiasi elemento di distrazione e divisione interna dell’UE. La Cina, invece, continuerà a monitorare le potenzialità del Regno Unito come partner commerciale.
Gli scenari post Articolo 50: hard e soft Brexit
Come già accennato più volte, il processo di divorzio tra Regno Unito e Unione Europea si concluderà o con una hard Brexit o con una soft Brexit. Nel primo caso ci sarà la rinuncia totale all’accesso al mercato unico e alle istituzioni europee da parte del Regno Unito. In caso di soft Brexit, invece, la scelta dei britannici di uscire dall’UE sarà comunque rispettata, ma il Regno Unito potrà anche continuare ad avere un qualche accesso al mercato unico.
La soft Brexit rappresenta una soluzione meno drastica rispetto alla prima ed è quella maggiormente desiderata da molti britannici, mentre i sostenitori del Leave sono pronti a chiudere con l’UE senza guardarsi indietro. L’unica cosa certa è che l’odierna attivazione dell’Articolo 50 sarà solo la prima di una serie infinita di ostacoli per il divorzio tra UE e Regno Unito dopo la Brexit.
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