Dopo qualche settimana di discesa, i mercati azionari tornano a salire grazie alle buone notizie da Cina e FED. Siamo pronti per il rally di fine anno?
Ci sono state alcune settimane di debolezza sui mercati internazionali. Da inizio settembre fino a qualche giorno fa, l’indice S&P500 ha perso quasi il 5% e correzioni simili ci sono state anche su altri mercati sviluppati.
Correzioni ancora più sostenute le abbiamo viste poi sui Paesi emergenti.
I due elementi che hanno portato a questa debolezza sono stati il caso Evergrande in Cina e il timore che la Fed vada troppo veloce con il Tapering, compromettendo la ripresa economica.
Questa settimana, comunque, ci sono state buone notizie su questi due fronti e gli indici sono tornati prontamente a salire. Ma vediamo cos’è successo.
Evergrande, può diventare un nuovo «bubbone» globale?
Evergrande è la più grande società immobiliare cinese e una delle maggiori al mondo. Il suo modello di business prevede di ricevere degli acconti per la vendita futura degli appartamenti e, quindi, il massiccio ricorso al debito per finanziare il restante fabbisogno finanziario per completare i progetti.
Il problema è che questo ricorso al debito, negli anni, è cresciuto esponenzialmente, ben oltre i limiti che lo scorso anno sono stati imposti dal governo di Pechino per evitare che la situazione di queste società immobiliari finisca fuori controllo. L’azienda, quindi, ha dovuto progressivamente ridurre l’indebitamento, il che ha però significato anche meno progetti intrapresi, meno acconti ricevuti dai futuri clienti e ulteriori difficoltà a ripagare i debiti.
La situazione è stata arginata per un periodo, ma negli ultimi mesi le difficoltà sono fortemente aumentate e la maggioranza degli osservatori è concorde sul fatto che l’azienda sia virtualmente in default, con un’elevata probabilità che le prossime scadenze obbligazionarie saranno difficilmente onorate. Il problema è che, data la dimensione della società e del debito, questo possa provocare grosse ripercussioni su banche e investitori del gruppo, con problematiche a catena che possono espandersi anche fuori dei confini cinesi.
Insomma, una paura notevole, che ha sicuramente giustificato i timori degli indici globali. Paure rafforzate dal fatto che, effettivamente, Evergrande ha proprio in queste ore mancato il pagamento di una rata di interessi da 80 milioni di dollari. Ora ci saranno 30 giorni per adempiere ed evitare il fallimento sul bond.
L’aspetto positivo, invece, è che c’è un ampio consenso sul fatto che Pechino eviterà un contagio finanziario. Già nei giorni scorsi la Banca Centrale, in ottica futura e preventiva, ha immesso liquidità nel sistema a sostegno del sistema bancario. Al di là di interventi diretti su Evergrande, difficilmente Pechino permetterà una crisi sistemica senza intervenire. E questo sicuramente non dispiace ai mercati internazionali, che dopo il Covid non vogliono certo avere a che fare che una crisi sistemica che esca dai confini cinesi.
La FED non dovrebbe anticipare i tempi
L’altra paura dei mercati riguarda la Fed. Qui il timore è che con l’inflazione in crescita e una ripresa che comunque sta marciando a ritmi sostenuti, la Banca Centrale Americana vada troppo veloce con il tapering e inizi prima del previsto il rialzo dei tassi.
Da questo punto di vista, comunque, il pericolo non dovrebbe essere eccessivo. Nelle ultime dichiarazioni, il governatore Powell ha evidenziato che non c’è fretta, che l’inflazione è comunque considerata temporanea e che, comunque, nonostante tutti i numeri positivi ci sono ancora molti più disoccupati rispetto al periodo pre-Covid. Quindi i rialzi dei tassi, il vero spauracchio per i mercati azionari, non dovrebbero avvenire prima del 2023.
Siamo pronti con il rally di fine anno?
La ripresa di questi giorni ci porterà al famoso rally di fine anno? Con la fine di settembre, entriamo ufficialmente nell’ultimo trimestre, statisticamente uno dei periodi migliori dell’anno per le azioni.
C’è da dire che quest’anno già i mercati hanno dato molto. Pur partendo da valutazioni alte, alla fine Wall Street sta già realizzando oltre il 20% da inizio anno. Quindi accogliamo positivamente le rassicurazioni che sono arrivate, ma è vietato accantonare la prudenza. Anche perché ora inizierà il vero banco di prova per l’azionario, cioè i dati sugli utili del terzo trimestre che inizieranno a uscire tra un paio di settimane.
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