La Cassazione torna ad esprimersi sui criteri di assegnazione dell’assegno di divorzio e stabilisce un criterio composito che tenga conto di diversi fattori per il calcolo di quanto dovuto.
La Cassazione rivede nuovamente i criteri di calcolo dell’assegno dovuto in caso di divorzio. La sentenza chiarisce che tra i fattori da considerare non c’è più solo l’autosufficienza come chiariva nel precedente pronunciamento di maggio con il quale si dava l’addio al tenore di vita come parametro per la determinazione dello stesso.
Richiede invece la valutazione di più fattori per computare l’ammontare dell’assegno che considerino il complesso della storia familiare. In particolare la Suprema Corte fa riferimento a un criterio composito che si fonda sui principi costituzionali di pari dignità e di solidarietà che permeano l’unione matrimoniale anche dopo lo scioglimento del vincolo.
Secondo gli esperti il cambiamento apportato dalla sentenza potrebbe rimettere di nuovo in discussione gli accordi di divorzio più famosi d’Italia: quelli tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario.
La sentenza di Cassazione
In attesa della sentenza integrale la Cassazione ha reso noto un comunicato stampa dove precisa che ai fini del riconoscimento dell’assegno i criteri utili al calcolo non sono più riconducibili ad un solo fattore ma all’insieme di più componenti che determineranno l’ammontare della somma da corrispondere all’ex coniuge. In particolare la Corte precisa:
“Il contributo fornito alla conduzione della vita familiare costituisce il frutto di decisioni comuni di entrambi i coniugi, libere e responsabili, che possono incidere anche profondamente sul profilo economico patrimoniale di ciascuno di essi dopo la fine dell’unione matrimoniale e per questo va considerato nello stabilire l’assegno di divorzio”.
La sentenza attribuisce all’assegno di divorzio una funzione assistenziale e in pari misura compensativa e perequativa.
Un criterio composito
Ai fini del riconoscimento dell’assegno si deve adottare un criterio composito che parta dalla comparazione delle rispettive condizioni economico-patrimoniali. Valutato ciò sarà necessario prendere in considerazione una serie di fattori:
- durata del matrimonio;
- potenzialità reddituali future;
- età dell’avente diritto.
Andrà quindi considerata la storia familiare nel suo complesso. L’esito della sentenza è molto importante e segue quanto affermato in precedenza dalla Suprema Corte che il 10 aprile scorso con la sentenza sul divorzio dell’ex ministro dell’Economia Vittorio Grilli aveva escluso il parametro del “tenore di vita” da quelli fondanti il riconoscimento del diritto all’assegno divorzile.
Il parametro composito trae forza dai principi costituzionali di pari dignità e di solidarietà sui quali la decisione si fonda; tali principi infatti hanno valore nel corso dell’unione matrimoniale anche dopo lo scioglimento del vincolo.
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