Occhio al portafoglio titoli della Banca d’Italia. Il valore dei BTP e Titoli di Stato area euro risente dei due grandi stop decisi dalla BCE.
Ma su cosa investe, per la precisione, la Banca d’Italia? La domanda è d’obbligo, in un momento in cui la presenza nel suo portafoglio dei BTP e dei Titoli di Stato italiani, ma anche dell’area euro, si sta progressivamete riducendo, a causa delle decisioni di politica monetaria che sono state prese già da un po’ di tempo dalla BCE di Christine Lagarde.
La prova del nove dei minori investimenti effettuati in BTP e in altri debiti sovrani da parte di Bankitalia, dopo la grande abbuffata degli anni precedenti, è arrivata con la pubblicazione del bilancio relativo al 2024 da parte dell’istituzione, guidata al momento dal governatore Fabio Panetta: un bilancio in perdita, che ha pagato le conseguenze dei rialzi dei tassi di interesse che la BCE ha varato nel 2022 e nel 2023 per frenare l’inflazione dell’area euro galoppante.
Le strette monetarie dell’Eurotower, d’altronde, hanno inciso negativamente in primis sull’intero bilancio della Banca centrale europea, come ha confermato il buco di bilancio monstre di 8 miliardi di euro reso noto all’inizio di quest’anno.
La verità, infatti è che, per quanto la svolta di politica monetaria della BCE sia innegabile - visto l’avvento del ciclo dei tagli dei tassi, iniziato ufficialmente il 6 giugno del 2024 - le strette monetarie precedentemente varate hanno continuato e continuano tuttora a dispiegare i loro effetti.
Lo dimostra la dinamica del credito che, così come ha riferito Panetta nella relazione con cui ha commentato i conti del 2024 di Palazzo Koch, “ risente, con i consueti ritardi, della restrizione monetaria degli anni precedenti e della debolezza del ciclo economico”.
Diverse le informazioni che sono trapelate dalla pubblicazione del bilancio del 2024 di Via Nazionale, incluse quelle relative agli asset su cui la Banca d’Italia investe, in un momento in cui si teme che, oltre alla BCE, dai BTP si stiano sfilando anche i piccoli risparmiatori, ovvero il pubblico degli investitori retail italiani.
BTP & Co. : debito pubblico ancora ben blindato dalla Banca d’Italia
Intanto, va detto che, sebbene in misura inferiore rispetto agli anni precedenti, la Banca d’Italia continua a rivestire un ruolo cruciale nel blindare il debito pubblico dell’Italia, grazie alla mole di BTP e di altri Titoli di Stato che incidono per la maggior parte sul suo portafoglio dei titoli.
Tra le attività si mettono in evidenza anche le obbligazioni corporate, nello specifico bond emessi da organismi internazionali e da società private.
Bankitalia ha continuato a puntare inoltre nel 2024 anche sulle azioni e, in misura inferiore, sulle quote di fondi di investimento, così come sugli ETF.

Il portafoglio titoli della Banca d’Italia tra BTP, altri bond, azioni, ETF
Il portafoglio titoli della Banca d’Italia è ammontato nel 2024 a un valore complessivo di 147,8 miliardi, livello superiore ai 146,8 miliardi dell’anno precedente.
A incidere positivamente sul valore del portafoglio è stato soprattutto l’apprezzamento degli exchange‑traded funds (ETF) e delle quote di organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR).
Prevalente l’incidenza dei Titoli di Stato e dei titoli di istituzioni pubbliche, per un valore di 122,5 miliardi di euro, una quota di poco inferiore a quella del 2023, quando l’ammontare di questi asset era stato pari a 122,9 miliardi di euro.

Il valore delle azioni e delle partecipazioni in mano a Via Nazionale è stato pari invece nel 2024 a 18,2 miliardi, in crescita rispetto ai 17,9 miliardi dell’anno precedente.
Nel presentare il portafoglio titoli del 2024, la Banca d’Italia ha fatto una precisazione riguardo ai suoi investimenti in Titoli di Stato e obbligazioni ricordando che, “ nel rispetto del divieto di finanziamento monetario agli Stati membri e alle istituzioni pubbliche dell’area dell’euro , non sono stati acquistati titoli di emittenti pubblici sul mercato primario”.
Il portafoglio titoli, è stata l’altra puntualizzazione, esclude inoltre investimenti in azioni bancarie e assicurative.
Azioni e asset green, su cos’altro punta Via Nazionale
Riguardo alle azioni su cui punta Via Nazionale, dalle comunicazioni alla SEC riportate da un articolo del Corriere della Sera era emerso che, a marzo del 2024 “la Banca d’Italia deteneva 37 milioni di azioni di Stellantis per un valore di circa un miliardo, 2,3 milioni di titoli Ferrari per un valore di oltre 990 milioni, e 16,3 milioni di azioni di CNH Industrial del valore di 220 milioni”.
Oltre alle partecipazioni nelle società della galassia Exor, faceva notare il quotidiano, nel portafoglio titoli spiccava la presenza di diversi ETF, fondi passivi, gestiti da Blackrock, Dws, Candriam e SPDR ETF.
Tornando al documento con cui sono stati diffusi i numeri del bilancio del 2024, la Banca d’Italia ha tenuto a precisare di adottare, ai fini di determinazione delle sue decisioni di investimento, i criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governo societario (environmental, social and governance, ESG), tanto che ai portafogli gestiti rispetto a un indice di riferimento si affianca “un portafoglio tematico, incentrato sulla transizione energetica e investito in aziende che operano nei settori delle energie alternative, dei sistemi per l’efficientamento energetico, della mobilità elettrica e dell’edilizia verde ”.
A tal proposito, dal bilancio è emerso che nel 2024 l’istituzione ha continuato a lanciare investimenti in quote di fondi, promossi da primarie società di gestione del risparmio e specializzati nel settore delle piccole
e medie imprese italiane e in progetti infrastrutturali selezionati tenendo conto anche dei profili ESG.
Sempre l’anno scorso, la Banca d’Italia ha dato il via anche alla sottoscrizione di quote di fondi che hanno l’obiettivo esplicito di finanziare progetti funzionali alla transizione climatica.
Nel bilancio della Banca d’Italia incisa la decisione della BCE di staccare la spina ai BTP
Tornando all’elevata presenza dei Titoli di Stato dell’area euro, BTP e non, la Banca d’Italia ha illustrato l’effetto che le decisioni della BCE hanno prodotto sui titoli detenuti per finalità di politica monetaria.
La consistenza a fine anno di questi titoli è stata ridotta, per effetto della decisione della Banca centrale europea di staccare la spina prima al QE tradizionale, poi al QE pandemico o anche PEPP, passando da 656.798 a 590.627 milioni. Detto questo, la speranza che la BCE cambi idea e torni a blindare la carta italiana è sempre viva e vegeta.

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A scendere è stata anche la consistenza media, seppure in misura inferiore rispetto ai saldi di fine esercizio.
Così si legge nella sezione dedicata a questi titoli:
Tali minori consistenze riflettono le decisioni del Consiglio direttivo della BCE di interrompere i reinvestimenti dei titoli in scadenza dell’APP (o anche QE tradizionale, il cosiddetto Quantitative easing) e di ridurre, nel secondo semestre del 2024, quelli dei titoli del PEPP o QE pandemico).
In quest’ultimo caso, va ricordato che anche i reinvestimenti nell’ambito del programma PEPP (sono stati definitivamente interrotti a dicembre 2024, come ha prima anticipato e poi confermato la stessa BCE).
Il risultato del ritiro di questi bazooka monetari - che tanto, secondo qualche critico, hanno gonfiato il valore dei BTP e di altri Titoli di Stato dell’Eurozona, distorcendo in generale il mercato dei bond sovrani del blocco, è che alla fine del 2024 “il valore di mercato dei titoli di politica monetaria ammontava a 558.406 milioni”.
La Banca d’Italia ha poi precisato che “la differenza rispetto al valore di bilancio (pari a 590.627 milioni, come indicato sopra), negativa per 32.221 milioni (-5 per cento), è riconducibile principalmente ai titoli pubblici del PSPP e del PEPP e risulta in diminuzione rispetto alla fine del 2023, quando era pari a -47.658 milioni (-7 per cento rispetto al valore di bilancio)”.
Le partecipazioni detenute dalla Banca d’Italia in SIDIEF, EuropaFi, Valoridicarta
Occhio anche alle partecipazioni in società detenute dalla Banca d’Italia.
Dal bilancio è emerso che Via Nazionale è socio unico nella società SIDIEF.
Bankitalia detiene inoltre:
- Una partecipazione dello 0,50% nella società EuropaFi.
- Una partecipazione del 18,26% nella società Valoridicarta.
- Infine, tra le altre partecipazioni in società non quotate figurano, nel comparto degli investimenti permanenti, le azioni della Banca dei regolamenti internazionali, denominate in DSP (Diritti speciali di prelievo) e valutate a prezzi e cambi storici, con la partecipazione della Banca che è pari al 9,25 per cento del capitale di tale organismo.
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