Finanziamenti di serie A, B e C: cosa sono e che significa

Redazione

4 Febbraio 2022 - 06:00

Che cosa sono i round di finanziamento di serie A, B e C? E perché sono cruciali per una startup? Ecco una guida.

Finanziamenti di serie A, B e C: cosa sono e che significa

Che sono i finanziamenti di serie A, B e C? E qual è lo scopo di queste iniezioni di liquidità?

Questo interrogativo ci porta in area startup, ovvero le imprese ad alto tasso innovativo che cercano un business model scalabile e ripetibile. Di base questo tipo di società ricorre a dei round di finanziamento, noti anche come raccolte di capitale di rischio, per sostenere la propria fase di crescita, cedendo in cambio agli investitori una partecipazione nell’attività.

La divisione in serie segue invece un ordine temporale, e fa riferimento alle diverse tappe del percorso di crescita di una startup. Di seguito i dettagli sul financing cycle degli investimenti e una spiegazione sul loro peso nell’economia di questa tipologia di imprese.

Finanziamenti di serie A, B e C: cosa sono?

Una startup, dopo aver superato con successo la fase di validazione del proprio business (seed capital), si ritrova ad affrontare lo step della crescita e dello sviluppo commerciale, che solitamente viene suddiviso in due passaggi: prima quello noto come Early Growth, e poi quello denominato Sustained Growth. Ed è in questi due stadi evolutivi che ritroviamo i round di finanziamento citati:

  • I finanziamenti di serie A rappresentano di fatto la prima raccolta di capitale di una startup ancora in fase Early Growth o di lancio. Di base la liquidità serve soprattutto ad ottimizzare i prodotti, a scalarli in diversi mercati e anche a gettare le fondamenta di un modello di business che possa generare profitti nel lungo termine.
  • I finanziamenti di serie B, invece, riguardano le imprese che sono ancora in una fase embrionale di crescita ma che già hanno superato gli ostacoli dello sviluppo. Di fatto, è il passaggio in cui l’impresa non si limita più a mostrare le proprie intenzioni, ma anche ciò che è stato fatto fino a quel momento. I venture capitalist, ovvero gli investitori che finanziano le startup, aiutano con i loro fondi ad espandere la quota di mercato, e solitamente già intravedono la portata del business e la fetta della torta che riusciranno a strappare.
  • I finanziamenti di serie C, infine, vengono riservati alle imprese che sono già in una fase di Sustained Growth, e che hanno riscosso un certo successo. Si tratta, dunque, di startup che necessitano di fondi unicamente per perfezionare il proprio business, accelerare nella scalata del mercato o anche chiudere un progetto di fusione con un competitor. In genere le imprese arrivano a raggranellare diverse centinaia di milioni di dollari.

Altre tipologie di finanziamento per startup

Ma una startup, dal lancio al rafforzamento del processo di crescita, non può contare unicamente sul mercato e, quindi, sulla fiducia degli investitori verso il proprio business plan. Esistono infatti altre tipologie di finanziamento a cui queste imprese possono ricorrere per far decollare l’attività.

Il self-funding è una di queste, e consiste fondamentalmente nel rompere il salvadanaio e finanziarsi da soli. Similmente, c’è anche la strada nota come 3F (friend, family & fool), in cui i finanziatori sono amici, parenti o semplicemente persone invaghite del progetto.

Ci sono poi i capitali a fondo perduto garantiti dai grant o dalle sovvenzioni pubbliche, la pratica del crowdfunding, i business angel che investono in una startup per un interesse verso l’innovazione e senza pretendere un reward di ritorno, o anche gli incubatori o acceleratori, che pur non fornendo un contributo cash alla causa, possono garantire servizi di mentoring, formazione o networking.

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