Influenza aviaria in Italia: i danni sugli allevamenti e i pericoli per l’uomo

Luna Luciano

30 Ottobre 2021 - 00:19

Influenza aviaria in Italia. Oltre 50mila i tacchini da abbattere perché hanno contratto il virus. Ingenti i danni per gli allevamenti. Intanto ci si domanda se l’aviaria sia pericolosa per l’uomo.

Influenza aviaria in Italia: i danni sugli allevamenti e i pericoli per l’uomo

Sarebbero più di 50mila i tacchini da abbattere a causa dell’influenza aviaria. A distanza di quasi due settimane dalla scoperta del primo focolaio in Italia, spuntano altri casi negli allevamenti. La Regione Veneto si è attivata per cercare di contenere il contagio, pronta a fronteggiare una delle più grandi epidemie da aviaria mai verificatesi.

Infatti tra il 2020 e 2021 l’influenza aviaria è stata registrata in ben 3.777 focolai, con un alto tasso di patogenicità. Circa 22.900.000 volatili sono stati colpiti dalla malattia in 31 Paesi e successivamente abbattuti. I danni per il settore dell’allevamento non si contano, come quelli per gli stessi animali. L’aviaria è altamente contagiosa tra i volatili eppure in molti si chiedono quali possono essere i pericoli per l’uomo. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Influenza aviaria in Italia: i focolai in Italia

Il primo focolaio di influenza aviaria è stato scoperto appena due settimane fa a Ferrara, seguito da un secondo focolaio a Rocco di Adige, in provincia di Verona. Davanti alla portata del fenomeno la Regione Veneto si è immediatamente attivata per contrastare l’epidemia tra gli animali. L’allerta è scattata in quanto in un allevamento il virus H5N1 è stato classificato ad alta patogenicità. A oggi i tacchini da abbattere sono 50 mila, ma probabilmente il numero tenderà ad aumentare.

Il Presidente della Regione, Luca Zaia ha diffuso una circolare con le nuove misure restrittive per arginare l’epidemia di aviaria.

  • Sarà attivata una zona di protezione dal raggio di 3 chilometri intorno al focolaio.
  • Una zona di sorveglianza con un raggio di 10 chilometri.

Solo nella zona di protezione si stima che saranno coinvolti circa 30 allevamenti, essendo zona agricola; mentre si arriva a più di 200 con la zona di sorveglianza. Nel caso di un calo significativo della produzione di uova gli allevatori dovranno avvertire l’ufficio veterinario, insieme ad altre norme. Tutto ciò comporterà spese e danni che potrebbero mettere in crisi alcuni allevamenti.

Influenza aviaria in Italia: i danni sugli allevamenti

L’epidemia di influenza aviaria potrebbe mettere in gravi difficoltà molti allevamenti. Infatti ogni allevamento se in zona protetta o di sorveglianza dovrà attenersi a delle norme che potrebbero ridurre sensibilmente il loro guadagni.

  • Zona di protezione. I volatili dovranno essere tenuti separati dagli altri animali evitando contatti. I cadaveri dei poveri animali soppressi dovranno essere distrutti. Tutti i veicoli e le attrezzature per trasportare animali, mangime, concime, liquami e quant’altro - anche quelli utilizzati dalle persone per entrare e uscire dall’azienda - dovranno essere sottoposti a procedure di disinfezione. Chiunque entri nell’allevamento dovrà essere sottoposto a misure di biosicurezza.
  • Zona di sorveglianza. Saranno vietati la “movimentazione di volatili” e lo spostamento delle uova - salvo autorizzazione della Regione - e sarà vietato il trasporto verso i macelli e i centri di produzione. Anche qui dovranno essere rispettate le misure di biosicurezza.

A causa di queste procedure si stima che gli allevamenti perderanno milioni di euro. Basti pensare che la società agricola Ca’ Delta, a Codigoro, su istanza del Sindaco, è stato disposto il sequestro dell’allevamento e l’abbattimento di circa 37.000 tacchini, causando danni alla società per due milioni di euro.

Influenza aviaria in Italia: i pericoli per l’uomo

Ma l’influenza aviaria è pericolosa per l’uomo? È forse questa una delle domande più comuni che tutti si pongono. Davanti a un’epidemia europea, che in due anni ha visto l’abbattimento di ben 22.900.000 volatili è naturale sorgano alcuni dubbi. È opportuno fare chiarezza: la maggior parte dei virus dell’influenza aviaria non causano malattie nell’uomo, dipende dalla tipologia di virus.

Il virus H5N1 è zoonotico ossia può infettare le persone attraverso il contatto diretto con gli animali infetti, vivi o morti. Non ci sono evidenze scientifiche per trasmissioni attraverso il consumo di carni ben cotte. Tuttavia l’infezione con virus dell’influenza aviaria non si trasmette in maniera efficiente da persona a persona.

È bene comunque ricordare quali possono essere i sintomi più comuni. Dopo un periodo di incubazione, da uno a 17 giorni, generalmente i sintomi iniziali consistono in febbre elevata, più di 38°, e tosse. Dopodiché la sintomatologia può variare dai casi meno gravi ai più gravi.

  • congiuntivite e sintomi influenzali;
  • infezioni diffuse;
  • quadri polmonari particolarmente gravi.

Raramente si sono riscontrati sintomi quali diarrea, vomito, dolori addominali, sanguinamento dal naso e dalle gengive e dolori al petto. Se l’infezione invece si complica può svilupparsi una ipossiemia, ossia la diminuzione d’ossigeno nel sangue. In ogni caso è opportuno rivolgersi al proprio medico curante.

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