Il programma elettorale della Lega per le elezioni europee 2019: flessibilità economica e maggiore sovranità per gli Stati sono i punti chiave delle proposte di Matteo Salvini per questo delicato voto comunitario.
È pronto a recitare il ruolo del grande protagonista Matteo Salvini in queste elezioni europee 2019, con le urne che in Italia si apriranno domenica 26 maggio dalle ore 07.00 alle ore 23.00.
Per realizzare un exploit alle urne come ipotizzato dai sondaggi degli ultimi mesi, la Lega ha realizzato un programma elettorale per le europee tutto incentrato sul ridare maggiore sovranità ai vari Stati membri dell’Unione.
Altro punto caldo del programma del Carroccio è il superamento della rigidità economica imposta dal Fiscal Compact, con il tema della maggiore flessibilità che è già stato negli scorsi mesi al centro del braccio di ferro tra il governo gialloverde e Bruxelles in merito all’ultima legge di Bilancio.
Europee 2019: il programma della Lega
Come era lecito aspettarsi, è il tema della sovranità il punto centrale del programma della Lega per le europee 2019, opponendosi con forza a “qualsiasi politica volta a creare un Super-Stato o qualsiasi modello sovranazionale”.
Per quanto riguarda i migranti, il leader della Lega propone “barriere e lotta all’immigrazione con la protezione delle frontiere esterne, sì ai rimpatri no alla redistribuzione tra i Paesi europei dei migranti”.
Come preannunciato anche da Claudio Borghi, dal punto di vista economico si punta a “superare la politica di austerità: ogni governo deve avere la possibilità di decidere la propria politica economica: flessibilità in base al ciclo economico”.
Altri punti del programma sono poi il contrasto al duopolio in Europa di Francia e Germania, non piace in particolare il recente Trattato di Aquisgrana tra i due paesi, oltre allo stop dei fondi UE alla Turchia di Erdogan.
QUI IL PROGRAMMA COMPLETO DELLA LEGA PER LE EUROPEE 2019
Salvini pensa in grande per queste europee
Negli ultimi tempi dagli ambienti della Lega si fa un gran parlare di come, dopo le elezioni europee, ci sarà una nuova Unione più amica del governo gialloverde e che permetterà una maggiore flessibilità economica ai Paesi membri.
A riguardo è stato molto schietto il sottosegretario Claudio Borghi, che ha spiegato come i 23 miliardi che la maggioranza carioca dovrà trovare entro la fine dell’anno per non far aumentare l’IVA saranno fatti in deficit.
“Dopo le elezioni - ha spiegato Borghi - la nuova Unione Europea si renderà conto che l’austerità e il pareggio di bilancio non vanno più bene e allora le clausole le copriremo con il deficit, che non verrà concesso ma incoraggiato”.
Matteo Salvini ha quindi assoluto bisogno che ci sia un cambio di governance in Europa, anche se questo non potrebbe bastare visto che per rottamare il Patto di Stabilità ci vorrà il parere unanime di tutti gli Stati membri, senza considerare che a fine anno era stata proprio la destra a schierarsi contro la legge di Bilancio del governo Conte.
Fatto sta che la Lega e il suo gruppo ENF punta a fare un exploit alle elezioni europee, per poi poter dare vita a una nuova maggioranza con i Popolari nella speranza che questi abbandonino la storica alleanza con Socialisti e Liberali.
I sondaggi al momento vedono la destra in grande crescita in Europa, anche se al momento numericamente è ancora presto per questo ribaltone a Bruxelles, ma senza dubbio Salvini avrà molto più peso rispetto a oggi.
Gli alleati della Lega
Al momento a Strasburgo ci sono tre gruppi riconducibili all’area della destra. La Lega fa parte di ENF, Fratelli d’Italia ha appena aderito a ECR mentre il Movimento 5 Stelle è, ancora per poco, dentro EFDD ma ha già annunciato l’intenzione di creare un proprio raggruppamento dopo le elezioni.
Matteo Salvini voleva unire queste tre sigle in un unico gruppo, per avere così più forza sia politica che numerica nella formazione della nuova maggioranza nel Parlamento Europeo. Questa missione non è però pienamente riuscita.
Mentre EFDD si sta dissolvendo, i conservatori di ECR non vogliono fondersi anche se i polacchi di Diritto e Giustizia, che con il loro presidente Jarosław Kaczynski sono una delle giude del gruppo insieme ai Conservatori inglesi, hanno confermato la loro sinergia con ENF nel prossimo Parlamento Europeo.
Uniti negli intenti ma con due schieramente diversi, mentre uno dei simboli dei sovranisti europei, il presidente ungherese Viktor Orban, sarebbe in uscita dai Popolari e pronto ad aderire al progetto dell’amico Matteo Salvini.
Oltre alla Lega, ENF potrà contare anche sui francesi di Raggruppamento Nazionale di Marine Le Pen, il Partito delle Libertà austriaco del vice cancelliere Heinz-Christian Strache e il Partito per la Libertà olandese di Geert Wilders.
Insieme ai fiamminghi belgi di Vlaams Belang, hanno aderito al gruppo anche i tedeschi di AfD, il Partito del Popolo Danese e i Veri Finlandesi. Matteo Salvini li ha riuniti tutti insieme lo scorso 8 aprile a Milano, dove nell’occasione ha preso il via la campagna elettorale.
Ci sarebbero però molti altri partiti pronti a unirsi a ENF, con il leader della Lega che punta a essere il fulcro di questo gruppo tanto da dichiarare con orgoglio che “siamo diventati centrali, come Paese, grazie a questo governo”.
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