Tre associazioni di Milano stanno portando avanti una proposta, che presto arriverà anche in Parlamento, per introdurre il divieto di fumo ai tavoli di bar e ristoranti.
Fumare all’aperto seduti ai tavoli dei bar e dei ristoranti potrebbe diventare vietato. È questa la campagna che stanno portando avanti tre associazioni di Milano e che ha come obiettivo quello di vietare le sigarette ai tavolini nei dehors dei locali.
L’iniziativa, che in breve tempo arriverà anche in Parlamento, è partita lo scorso novembre dall’associazione Ideal, l’Istituto dei tumori e la Fondazione Veronesi, e nel giro di pochissimi giorni era riuscita ad ottenere più di 700 adesioni online.
Divieto di fumo ai tavoli di bar e ristoranti
“Milano come New York: vietiamo il fumo fuori dai locali pubblici”. È questo il titolo della campagna lanciata qualche mese fa, in concomitanza con la delibera del comune di Milano che vieta il fumo all’interno dei parchi della città e alle fermate degli autobus.
leggi anche
Divieto di fumo all’aperto: “rischio diffusione virus a 8 metri di distanza”. L’allarme in Spagna
La lotta al fumo continua ormai da diversi anni, dato anche l’effetto negativo del fumo passivo sui non fumatori, e adesso nella città di Milano potrebbe arrivare un’ulteriore stretta per i tabagisti. L’idea infatti è quella di andare a tutelare i non fumatori proibendo il fumo alle persone sedute ai tavoli di bar e ristoranti all’aperto. Sebbene al momento non ci sia nulla di ufficiale l’entrata in vigore del divieto è molto probabile dato che l’obiettivo a lungo termine di Milano è quello di estendere il divieto di fumo in tutte le aree all’aperto della città entro il 2025 con l’intento di migliorare la qualità dell’aria.
Gli effetti del fumo passivo
Ormai è risaputo che il fumo non è nocivo solamente per il fumatore, ma anche per tutte le persone che gli stanno intorno, come spiega Giulia Veronesi, direttrice del programma strategico di chirurgia robotica toracica al San Raffaele di Milano: “Vietare il fumo nei dehors di bar e ristoranti a tutela della salute dei non fumatori e delle categorie più fragili rimane un passaggio fondamentale”. A fare eco alle sue dichiarazioni Roberto Boffi, responsabile della pneumologia dell’Istituto dei Tumori:
“Il fumo nei luoghi chiusi rappresenta un chiaro pericolo, ma non va trascurato nemmeno quello passivo in ambienti aperti. Infatti i dati emersi dalle nostre misurazioni di polveri fini e di black carbon indicano livelli molto alti di queste sostanze, fino a dieci metri di distanza dalle sigarette accese”
© RIPRODUZIONE RISERVATA