In Italia si torna a parlare di zone rosse, seppure solo localizzate: la variante Delta continua a diffondersi e serve un maggiore tracciamento.
Potrebbe durare poco la zona bianca in tutta Italia che avremo dal 28 giugno, quando anche la Valle d’Aosta passerà in bianco. Il CTS, infatti, non esclude ci possano essere delle nuove zone rosse - localizzate - a causa della variante Delta.
In Italia la situazione lato Covid sembra essere sotto controllo e le ultime decisioni di Governo e CTS lo confermano: da lunedì via alle mascherine all’aperto (eccetto in una Regione) e presto potrebbero anche riaprire le discoteche (ma solo per chi è in possesso del green pass). Tuttavia, la variante Delta potrebbe far saltare il banco, come tra l’altro già sta succedendo in Inghilterra e Israele (che tra l’altro sono due dei Paesi con il maggior numero di vaccinati).
Una preoccupazione che potrebbe portare alla decisione di tornare alle zone rosse localizzate per tenere sotto controllo la diffusione della variante Delta; d’altronde, come spiegato da Mario Draghi, la soluzione per far sì che questa resti sotto controllo è quella di puntare sul tracciamento dei contagi, oltre che sui vaccini.
Nuove zone rosse in Italia a causa della variante Delta
Più passano i giorni e più la variante Delta fa paura. C’è il timore che possa essere da innesco a una nuova ondata. I dati italiani ci dicono che il 16,8% degli ultimi contagi sono da imputare alla mutazione Delta del Covid, una percentuale destinata a salire (basti vedere che nel Regno Unico questa è già al 74,92% dei contagi).
Ciò che emerge da questa situazione, come spiegato da Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento di Malattie infettive dell’ISS, è un “quadro in rapida evoluzione che conferma come anche nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, la variante Delta del virus stia diventando prevalente”.
Una variante che abbassa l’efficacia dei vaccini e che soprattutto riesce a “bucare” la prima dose; solo dopo aver completato il ciclo vaccinale, infatti, si risulta maggiormente coperti dal rischio di contagio.
Ma non bisogna puntare solo sui vaccini. L’Italia deve tornare a tracciare i contagi, aspetto che invece nelle ultime settimane - con il miglioramento generale della situazione - era stato trascurato.
Serve puntare sul tracciamento, aumentando di nuovo i tamponi effettuati. E se serve prendere decisioni utili per “contenere tutto”. E tra queste decisioni - spiega Franco Locatelli, presidente del CTS - potrebbe esserci il ritorno alle zone rosse localizzate laddove dovessero esserci dei focolai scatenati dalla variante Delta.
“È la flessibilità del sistemalo stesso che abbiamo adottato per esempio per le zone dell’Umbria quando c’è stata la variante brasiliana e si è intervenuti con la zona rossa.”
Anche se tutta Italia sarà in zona bianca non è possibile abbassare la guardia (ragion per cui il Ministro della Salute ha detto che questo non è il momento di pensare all’addio della mascherina al chiuso) in quanto “il problema non è superato”.
Perché la variante Delta fa paura
Per capire il motivo per cui la variante Delta fa così paura, nonostante la situazione sanitaria è ormai sotto controllo, basti guardare all’ultima circolare emanata dal Ministero della Salute.
Qui si legge che rispetto alla variante Alpha, la Delta risulta essere:
- del 40-60% più contagiosa;
- associata a un rischio più elevato di ospedalizzazione.
Non solo, dunque, aumenta la velocità di contagio, ma risulta anche essere più pericolosa per la salute. Ed è per questo, e soprattutto con il timore che questa possa scatenare una nuova ondata in autunno, che la variante Delta non va assolutamente sottovalutata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA