Petrolio ancora sotto i riflettori: le previsioni dell’OCSE sulla ripresa economica globale tornano a favorire il rialzo del Brent e del Wti, già premiati dalla conferma dei tagli alla produzione di OPEC+.
Ancora protagonista il petrolio: nella giornata di oggi – mercoledì 10 marzo – il Brent, greggio del Mare del Nord, è tornato a scambiare a 68,3 dollari al barile, +0,44%, mentre la quotazione del texano Wti ha toccato quota 64,3 dollari dopo un balzo dello 0,58%.
Dietro la vivacità del mercato petrolifero ci sono le stime sulla crescita globale riviste al rialzo dall’OCSE e, da diversi giorni, la conferma ai tagli alla produzione di OPEC+, la versione allargata dell’organizzazione dei paesi produttori di petrolio.
Le stime dell’OCSE spingono il petrolio
Non sono ancora stati raggiunti i picchi di inizio settimana, con i future sul Brent in grado di volare oltre i 70 dollari al barile e il Wti a quota 66,8, ma la spinta offerta dal tandem OCSE-OPEC+ potrebbe ora riportare il greggio su quelle vette.
Le prospettive di ripresa economica tracciate dall’organizzazione parigina aprono infatti le porte ad un ritorno dei consumi ai livelli pre-crisi nei prossimi mesi, e sono sufficienti per irrobustire la quotazione del greggio: il +4,2% stimato dall’OCSE per il Pil globale nel 2021 è stato rivisto al rialzo fino al +5,6%, con l’ottimismo che si estende anche al 2022, anno in cui la crescita dovrebbe attestarsi al 4,3%.
Dietro alle previsioni, e quindi all’ultima fiammata del prezzo del petrolio, la crescente fiducia sulle campagne vaccinali, con Regno Unito e Stati Uniti che potrebbero raggiungere l’obiettivo di immunizzare il 70% della popolazione prima del tempo, seguiti a distanza dall’UE, che punta al cambio di passo dopo i continui dietrofront delle Big Pharma sulle forniture.
OPEC+ mantiene i tagli alla produzione
L’effetto OCSE andrà ora a combinarsi alle decisioni maturate da OPEC+ lo scorso 4 marzo, che da giorni stanno favorendo il greggio sul mercato: i principali produttori di petrolio hanno concordato di mantenere sostanzialmente invariate le quote di produzione per il mese di aprile, con l’Arabia Saudita che ha deciso oltretutto di estendere il suo taglio volontario a 1 milione di barili al giorno.
Una eccezione sarà costituita però da Russia e Kazakistan, che torneranno ad incrementare la produzione – rispettivamente – di 130.000 e 20.000 barili al giorno, a causa dei trend stagionali di consumo.
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