Putin è un criminale di guerra? Cosa significa e conseguenze

Riccardo Lozzi

17 Marzo 2022 - 11:44

Biden ha definito Putin un “criminale di guerra”. Cosa significa esattamente e quali conseguenze potrebbe portare.

Putin è un criminale di guerra? Cosa significa e conseguenze

Nonostante si stia cominciando a parlare di prime ipotesi di accordi di pace, la guerra in Ucraina continua tra bombardamenti e vittime. Uno degli attacchi che ha fatto più clamore è stato sicuramente quello avvenuto al teatro di Mariupol dove erano presenti 1.000 civili, tra cui donne e bambini.

Proprio in seguito all’episodio, e dopo l’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Congresso americano, Joe Biden ha attaccato duramente Vladimir Putin, definendolo un criminale di guerra davanti ai giornalisti presenti alla Casa Bianca.

Era già accaduto nel marzo 2021, quando il presidente statunitense aveva affermato “lo penso” alla domanda posta dal giornalista George Stephanopoulos “pensa che Putin sia un killer”, anche in questo caso ha semplicemente risposto a chi gli chiedeva se Putin fosse un criminale di guerra con un “Sì, è un criminale di guerra”, come si può vedere dal video diffuso dalla Cnn.

Ma cosa significa esattamente essere un criminale di guerra e quali conseguenze potrebbe portare?

Putin è un criminale di guerra?

A dover giudicare i crimini di guerra è la Corte Penale Internazionale con sede all’Aia, istituita dallo Statuto di Roma. La definizione è riportata all’interno del trattato firmato nella capitale italiana nel 1998 ed entrato in vigore nel 2002, includendo diversi tipi di violazioni. Quelle individuali, ad esempio, includono omicidi intenzionali, stupri, torture, presa di ostaggi, deportazioni e altre azioni di simile gravità.

A essi si possono aggiungere l’utilizzo di armi chimiche e biologiche, l’attacco intenzionale e deliberato a obiettivi civili, in particolare a ospedali e altri luoghi che raccolgono feriti e malati.

Non solo. Si fa riferimento all’interno dello Statuto di Roma anche ai crimini di aggressione, ovvero quelli per cui uno Stato fa ricorso alla forza armata contro “​​la sovranità, l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di un altro Stato”. In particolare, questo reato viene applicato solo ai leader politici e militari del Paese considerato come aggressore.

Le possibili conseguenze per il presidente russo

Il procuratore capo della Corte Penale Internazionale Karim Khan ha dichiarato di voler aprire un’indagine, sostenendo che ci siano “ragionevoli basi” per pensare di trovarsi in presenza di crimini di guerra e contro l’umanità.

Si tratta ovviamente di una procedura tutt’altro che semplice da portare a termine, ma che potrebbe avere comunque dure conseguenze per Vladimir Putin, poiché è necessaria la presenza fisica dell’imputato al tribunale della città olandese, non essendo consentiti processi in contumacia.

Da una parte questa condizione sembrerebbe andare a favore del presidente russo, dato che sarebbe certamente difficile obbligarlo a presentarsi di sua spontanea volontà davanti alla Corte.

Tuttavia, diventerebbe molto complicato per lo stesso Putin effettuare in futuro viaggi all’estero, con il rischio che lo Stato straniero lo fermi e lo consegni permettendo così l’avvio di questo processo. Uno scenario questo che rischierebbe di causare diversi limiti alla sua leadership interna e internazionale.

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