Quali sono le attività penalizzate dal nuovo decreto

Simone Micocci

24 Dicembre 2021 - 09:47

Il nuovo decreto, necessario per contrastare la diffusione della variante Omicron, penalizza alcune attività lavorative che chiedono nuovi aiuti al Governo.

Quali sono le attività penalizzate dal nuovo decreto

Nonostante le promesse di qualche settimana fa - “dobbiamo assolutamente impedire nuove chiusure” - il Governo nella serata di ieri, giovedì 23 dicembre, ha approvato un nuovo decreto che introduce delle importanti limitazioni in particolare per alcune attività lavorative.

Ci sono dei settori per i quali vengono introdotti maggiori obblighi con inevitabili conseguenze economiche, e altri che invece sono persino costretti a sospendere la propria attività.

Attenzione, con questo non vogliamo dire che il Governo ha sbagliato nell’adottare nuove restrizioni contro la variante Omicron, tuttavia non possiamo non porre l’attenzione su quei settori che vengono penalizzati, con la speranza che per questi ci sia una nuova tranche di aiuti che compensi loro di tutto, o anche di una parte, l’incasso a cui dovranno rinunciare durante le feste natalizie.

Discoteche, sale da ballo ed eventi di piazza

Partiamo dal settore sicuramente più penalizzato dall’ultimo decreto: quello di cui fanno parte discoteche, sale da ballo e grandi eventi.

Il nuovo decreto, infatti, sospende - fino al 31 gennaio 2022 - l’attività di discoteche e sale da ballo, così come vieta lo svolgimento di grandi eventi in piazza. Si pensi a tutti i Comuni che avevano in programma i festeggiamenti di Capodanno in piazza (anche se molti avevano già annullato in autonomia), così come a tutti quei lavoratori impegnati nell’organizzazione degli stessi. Viene in mente, ad esempio, ai lavoratori dello spettacolo, già particolarmente svantaggiati in questi ultimi due anni (o poco meno).

Un pensiero va anche ai titolari di discoteche e sale da ballo, i quali ancora una volta sono i primi a pagare per delle nuove restrizioni visto che questi luoghi sono considerati come ad alto rischio contagio. La chiusura sotto le feste, tuttavia, comporterà sicuramente un grave danno economico, specialmente per coloro che hanno già organizzato il Capodanno facendosi carico di tutte le spese necessarie.

Bar e ristoranti

In misura minore, il nuovo decreto tocca anche ristoratori e baristi, specialmente quest’ultimi. La novità, infatti, è quella per cui d’ora in avanti il super green pass servirà anche per la ristorazione al banco e non solo al tavolo. Come dire: chi prende un caffè al banco deve mostrare la certificazione rafforzata.

Una decisione che di fatto limita ai non vaccinati l’accesso alle strutture di ristorazione, con una perdita di una parte della clientela, ma non solo: ci si chiede, infatti, come può un esercente controllare ogni persona che entra al bar anche solo per un caffè, specialmente nelle ore di punta. Un obbligo che carica bar e ristoranti di una maggiore responsabilità, anche perché in caso di controlli da parte delle autorità anche questi dovrebbero pagare a causa dei clienti senza green pass.

Palestre solo con super green pass

Così come per bar e ristoranti, anche le palestre in parte pagheranno le conseguenze del nuovo decreto: a partire dal 30 dicembre, infatti, per allenarsi sarà obbligatorio il super green pass. La certificazione verde rafforzata, nel dettaglio, sarà obbligatoria nei seguenti contesti:

  • palestre;
  • piscine;
  • sport di squadra;
  • centri benessere e termali.

Una decisione che - così come per bar e ristoranti - penalizza queste attività (così come tutte quelle per le quali diventa obbligatorio il super green pass) sia per quanto riguarda la maggiore responsabilità derivante dai controlli che per la perdita di una piccola parte di clientela. Va detto che siamo comunque meglio rispetto a un anno fa, quando le attività sportive erano tra le prime a chiudere a causa della risalita dei contagi. Il vaccino ha permesso a queste di proseguire regolarmente, rivolgendosi comunque all’ampia platea di vaccinati (che si avvicina al 90% della popolazione vaccinabile). Si tratta comunque di un passo avanti, pur ricordando che un eventuale passaggio in zona rossa comporterebbe comunque la chiusura per tutti, vaccinati e non. Ed è proprio per evitare un tale passaggio che il Governo ha scelto d’introdurre nuove restrizioni.

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