Cos’è la reflazione, qual è il suo reale significato e in cosa si possono riconoscere le sue cause ed effetti?
In economia si sente spesso parlare di reflazione, da non confondere con il significato di inflazione e deflazione.
La reflazione può essere finita come un’inflazione deliberatamente aumentata per alleviare gli effetti di una depressione. In altre parole, la reflazione è una tipologia di inflazione controllata.
Quando la deflazione viene portata agli estremi e i prezzi dei prodotti e dei servizi scendono a livelli estremamente bassi, allora il governo può ricorrere alla reflazione per proteggere l’economia del paese da gravi rischi ed effetti.
Reflazione: sommario
Cos’è la reflazione: significato
La reflazione è un effetto di una politica fiscale o monetaria concepita per espandere l’output di un Paese e frenare gli effetti della deflazione. Le politiche di reflazione, dette reflazionistiche, includono spesso la riduzione delle tasse, la modifica dell’offerta di denaro da parte di una banca centrale e il taglio dei tassi di interesse.
Il termine «reflazione» viene utilizzato anche per descrivere la prima fase di ripresa economica dopo un periodo di contrazione.
Gli effetti della reflazione
Dalla crisi finanziaria mondiale del 2008, i responsabili politici stanno combattendo le pressioni deflazionistiche (quando i pezzi scendono) e disinflazionistiche (quando i prezzi salgono ad un ritmo molto lento). Ma l’economia globale sembra finalmente entrare in una fase di reflazione - un periodo caratterizzato da prezzi più alti e da una crescita più forte.
Questa è una buona notizia per le famiglie, le imprese e i governi di tutto il mondo.
La reflazione significa la fine della crescita al di sotto del trend e questa dinamica ha vantaggi diffusi. Con la crescita della domanda, le aziende espandono la produzione e richiedono più personale. Il che è un bene per i disoccupati, ma in ultima analisi dovrebbe anche portare ad un innalzamento dei salari.
Anche i governi beneficiano della reflazione attraverso un aumento delle entrate fiscali, in quanto aumentano i profitti delle imprese e degli individui, che tornano a far parte della forza lavoro e quindi della categoria dei contribuenti. Nel frattempo, la spesa pubblica dovrebbe scendere grazie alla riduzione del costo del welfare.
Le cause della reflazione
A seguito della crisi finanziaria, le banche centrali hanno tagliato i tassi di interesse ai minimi storici e ampliato notevolmente i loro bilanci acquistando titoli (quantitative easing) al fine di stimolare le loro economie. Fino a poco tempo fa questo approccio non era riuscito a stimolare la domanda globale, ma ad oggi sembra che la tendenza stia cambiando.
Con la vittoria di Donald Trump la stampa estera ha iniziato a parlare di un «Trump reflation trade», un’occasione data dall’ottimismo dei mercati grazie alla promessa del magnate repubblicano di deregolamentizzare le industrie e di aumentare la spesa per le infrastrutture negli Stati Uniti.
Trattasi dell’economia più grande del mondo, la reflazione negli Stati Uniti produce una crescita economica anche all’estero, in particolare in paesi che vendono una grande quantità di prodotti e materie prime negli USA.
La fiducia in Trump non c’è più, ma sia i consumatori che i produttori continuano ad essere sicuri guardando alla ripresa, il che alimenta nuove dinamiche economiche.
La reflazione continuerà?
Fino a quando la reflazione continuerà è difficile da dire.
Per cominciare, le banche centrali potrebbero aumentare i tassi di interesse più rapidamente del previsto se pensano che il rialzo dell’inflazione sia fuori controllo. L’aumento dei tassi di interesse e la vendita di alcuni dei titoli in bilancio delle banche centrali potrebbero influenzare la domanda.
In secondo luogo, continuano a crescere i dubbi circa la capacità dell’amministrazione Trump di rispettare le promesse date al popolo americano. Le prospettive per una riforma fiscale e un aumento della spesa per le infrastrutture stanno diminuendo. Il piano per le infrastrutture, in particolare, avrebbe potuto aumentare l’inflazione.
Infine, vi sono nuove fonti di incertezza politica. Tensioni in Medio Oriente e in Corea del Nord, le trattative tra Regno Unito e UE per le modalità della Brexit appena iniziate, la Grecia in crisi.
Maggiore incertezza inibisce le imprese, che possono decidere di non investire, diminuendo così il bisogno di personale e smettendo di alimentare la crescita del mercato del lavoro.
Attualmente, i segnali economici sono buoni e promettono una continuazione della reflazione nell’economia globale. Ciò darà beneficio alle famiglie, agli investitori e alle aziende. Tuttavia, il recupero è ancora fragile e può essere rovinato da una mala gestione della politica monetaria da parte delle banche centrali e della politica fiscale da parte dei governi. Senza parla di possibili ulteriori tensioni geopolitiche.
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