In Siria e in Iraq si rischia di assistere a una “catastrofe senza precedenti” per oltre 12 milioni di persone a causa della siccità e della crisi idrica provocate dal riscaldamento globale.
La siccità e la crisi idrica derivanti dal riscaldamento globale potrebbero causare presto una “catastrofe senza precedenti” in Siria e Iraq, con oltre 12 milioni di persone che rischiano di perdere l’accesso a beni primari come acqua, cibo ed elettricità.
Viene così previsto in tempi brevi il crollo totale della distribuzione di acqua e cibo per 5 milioni di siriani e 7 milioni di iracheni, provocando una crescita esponenziale di profughi, dopo che già nel 2020 si è registrato il record di sfollati a causa del cambiamento climatico.
Lo scenario allarmante è stato tracciato da un gruppo internazionale di ONG, le quali hanno richiesto alle autorità internazionali di avviare un’azione urgente per combattere la crisi nella regione.
La crisi climatica si aggiunge alla pandemia da Covid-19 con una recessione economica sempre più dura che sta colpendo la regione. Infatti, molti allevatori e contadini locali si sono indebitati per mantenere in funzione le proprie attività ma, a causa dei mancati raccolti, non sono in grado di ripagarli.
Una situazione disastrosa che nei prossimi anni potrebbe addirittura peggiorare, con il riscaldamento globale che sta registrando un aumento più rapido del previsto secondo il rapporto del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico dell’ONU.
Riscaldamento globale, in arrivo una “catastrofe senza precedenti” in Siria e Iraq
Secondo le rilevazioni, la Siria si trova ad affrontare la peggiore siccità degli ultimi 70 anni. L’assenza di acqua nel Paese ha bloccato anche l’approvvigionamento di energia elettrica, con le dighe idroelettriche quasi completamente vuote, provocando una quasi completa interruzione del funzionamento delle infrastrutture essenziali, tra cui abitazioni private, ospedali e strutture sanitarie del luogo.
Inoltre, si è osservato un incremento delle persone affette da malattie strettamente legate alla scarsità di acqua, in primis dissenteria, anche all’interno dei campi che ospitano i rifugiati climatici.
Con le previsioni di un aumento delle temperature su scala globale nel prossimo futuro, eventi catastrofici di questo genere potrebbero diventare sempre più frequenti e intensi.
Nuove guerre all’orizzonte
Come sottolineato dai responsabili del Danish Refugee Council, una delle organizzazioni responsabili del report, aumenta così la possibilità di nuovi conflitti in una delle zone più instabili al mondo.
Diventa quindi sempre più necessario riuscire a “trovare soluzioni sostenibili che garantiscano acqua e cibo, non solo per la crisi attuale ma anche per le prossime generazioni”.
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